In Giappone da ieri è in vigore la legge sui segreti di Stato, mentre il paese si prepara a elezioni anticipate domenica prossima. In India proposta di depenalizzazione per il reato di tentato suicidio. In Myamar a processo tre gestori di un bar per insulto al buddhismo. GIAPPONE – Entrata in vigore la legge sui segreti di Stato
A pochi giorni dalle elezioni, ieri 10 dicembre, è entrata in vigore la legge sui segreti specifici, provvedimento che dovrebbe arginare il problema delle fughe di notizie dall’apparato burocratico nipponico. Essa riguarderà, ha rivelato l’agenzia di stampa Kyodo, oltre 450 mila documenti di diversi ministeri e agenzie.
Nella giornata di ieri si sono tenute manifestazioni davanti all’ufficio del primo ministro a Tokyo. La legge, secondo i manifestanti, potrebbe essere usata arbitrariamente per prevenire eventuali fughe di notizie “scomode” e dare un giro di vite sulla libertà di stampa.
l passaggio della legge era arrivato insieme alla creazione un Consiglio nazionale di sicurezza. Qualche mese dopo, a luglio di quest’anno, è arrivata la reinterpretazione dell’articolo 9 a luglio scorso per consentire al Giappone di contribuire alla autodifesa collettiva.
La legge, approvata in parlamento l’anno scorso, entra in vigore a quattro giorni dalla fine della campagna elettorale. Domenica 14 è previsto il voto anticipato per il rinnovo della Camera bassa. I
INDIA – New Delhi vuole depenalizzare il tentato suicidio
Nella giornata di ieri il governo ha annunciato al parlamento la volontà di depenalizzare il tentato suicidio, reato che in India è punibile con pene fino a un anno di carcere.
Le indicazioni della commissione descrivono il tentato suicidio come espressione di un disagio o di una malattia che necessita di cure, non punizione.
Ma la questione è anche politica: molti attivisti utilizzano lo sciopero della fame come strumento di pressione contro il governo e la depenalizzazione del reato di tentato suicidio toglierebbe uno strumento repressivo dalle mani dello stato.
MYANMAR – Processo per "insulto alla religione" a tre baristi
Un cittadino neozelandese e due uomini birmani, gestori di un bar a Yangon, sono stati accusati di avere insultato il buddhismo per aver diffuso un volantino in cui si vedeva Buddha con delle cuffie.
Dopo la denuncia di un funzionario del governo, i tre sono stati arrestati e convocati in tribunale per aver usato l’immagine nel pubblicizzare una serata del loro locale. Poco dopo la sua pubblicazione sui social, si è sfogata la rabbia di alcuni utenti. L’immagine è stata sostituita con le scuse dei tre imputati.
in Myanmar la legge proibisce l’insulto o il danno alla religione buddhista. Secondo molti osservatori, però nel paese si vive un clima di crescente nazionalismo buddhista.
[Foto credit: scmp.com]