Il capitano del traghetto sudcoreano affondato ad aprile è stato condannato a 36 anni di carcere. I parenti delle vittime del volo Malaysia Airlines scomparso contestano la sospensione delle ricerche. Gli internauti giapponesi contro l’occidentale che si spaccia per artista del rimorchioCOREA DEL SUD – Condanna a 36 anni di carcere per il capitano della Sewol
Il tribunale distrettuale di Gwangju ha condannato a 36 anni di carcere il capitano del traghetto Sewol, colato a picco lo scorso aprile facendo 304 tra I passeggeri.
Per il 69enne Lee Joon-seok si tratta in pratica di una condanna a carcere a vita. Il capitano è stato condannato per negligenza, per avere abbandonato la nave mentre i passeggeri, in gran parte studenti in gita, erano chiusi all’interno. L’accusa aveva chiesto la condanna a morte per omicidio, accusa dalla quale è stato assolto, tra la rabbia dei familiari delle vittime.
Assieme al capitano erano sotto processo anche l’’ingegnere capo, condannato a 30 di reclusione e altri 13 componenti dell’equipaggio condannati a periodi di reclusione che vanno dai cinque ai vent’anni.
MALAYSIA – Parenti delle vittime dell’MH370 contro la sospensione delle ricerche
I parenti dei passeggeri del volo MH370 si oppongono ad una possibile decisione della Malaysia Airlines di dichiarare l’aereo “disperso” entro una data da definirsi. La decisione comporterebbe infatti, secondo quanto avrebbe dichiarato il direttore commerciale della compagnia aerea Hugh Dunleavy la scorsa settimana, l’annullamento delle ricerche ancora in corso.
“Siamo scossi dalla notizia”, scrive un’associazione di parenti delle vittime, Voice 370. “Tali dichiarazioni unilaterali aumentano il dolore e la confusione delle famiglie e ci fanno perdere speranze negli sforzi di ricerca”.
In un tentativo di calmare le acque, Malaysia Airlines ha preso le distanze dalle dichiarazioni di Dunleavy, comunicando ufficialmente che “le operazioni di ricerca e salvataggio continueranno senza interruzioni”.
La sorte dell’MH370 è ancora avvolta nel mistero, mentre le ricerche a guida australiana continuano: il volo è scomparso dai radar l’8 marzo di quest’anno mentre si trovava sulla rotta Kuala Lumpur-Pechino e si crede sia precipitato a largo delle coste australiane.
GIAPPONE – 36mila firme contro l’"artista del rimorchio"
Nei giorni scorsi un video su Youtube ha scatenato una tempesta mediatica intorno a Julien Blanc, sedicente "artista del rimorchio": l’uomo si fa ritrarre mentre spiega durante una sorte di lezione pubblica ad altri uomini come garantirsi il sesso nel paese del Sol Levante, secondo uno stereotipo diffuso in Europa e negli Usa per cui le donne giapponesi non sarebbero per nulla "facili".
"Basta prenderle con la forza", spiega Blanc nel video, in cui vengono mostrate diverse sequenze di lui che costringe alcune ragazze giapponesi a simulare dei rapporti orali. A stretto giro è partita una campagna online identificata dall’hashtag #takedownjulienblanc e una petizione alle autorità dell’immigrazione per non concedere il visto all’uomo: 36mila firme sono state raccolte finora. Ora si attende il verdetto delle autorità.
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