Compravendita di reni. Così una banda di sedici persone ha accumulato una fortuna sfruttando la diffusa povertà. Compravano organi per venti-venticinquemila yuan e li rivendevano a oltre duecentomila. Sedici persone sono state accusate di organizzare un giro illegale di vendita di reni, con il quale avrebbero raccolto oltre 10 milioni di yuan (più di un milione di euro). Si tratta della più grande retata nella storia della Cina riguardo il commercio illegale di organi umani.
Tra i sospettati ci sarebbero anche agenti delle forze dell’ordine che avrebbero sollecitato i donatori e i medici attraverso strumenti on line (come ad esempio le chat): il traffico partiva dalle province dell’Anhui e del Gansu, per poi spostarsi a Pechino per la raccolta dei reni. Ogni rene veniva comprato per circa 3mila euro e rivenduto a cifre dieci volte più alte.
A causa di problemi legati alla sicurezza, il capo della banda aveva affittato una villa, adibita ad ospedale. Anche se molti dei donatori (spinti tutti da motivazioni economiche) hanno raccontato alle forze di polizia di ambienti sporchi e malsani.
La legge cinese permette la donazione di organi solo quando il donatore sia un parente stretto del destinatario, “ma la cronica carenza di donatori di organi ha generato un commercio sotterraneo, con alcune persone in grado di falsificare i documenti di identità per aggirare la legge”, ha scritto il primo marzo il South China Morning Post.
Giovedi scorso, secondo quanto affermato da lavoratore migrante di 28 anni del Dongguan, il giovane si sarebbe “svegliato ritrovandosi più ricco di 20 mila yuan (oltre 2mila euro), ma senza un rene”. Lo avrebbe confessato al padre, che a sua volta avrebbe rivelato al figlio di avere venduto lui volontariamente il suo rene.
Zheng Wei, uno dei sospettati, avrebbe pagato 10mila yuan per introdurre i donatori ai pazienti, iniziando l’organizzazione del commercio di Pechino agli inizi del 2010 pagando i medici a livello di contea. Zheng avrebbe pagato ogni donatore 25 mila yuan per un rene e pagato l’equipe medica altri 25.000 yuan prima di vendere il rene per 220mila yuan.
Uno dei donatori, proveniente dalla Mongolia Interna, ha raccontato di aver deciso di vendere il rene dopo una disputa economica famigliare. Aveva cercato Zheng on line, e in breve tempo si era recato a Pechino. Giunto nella capitale è stato portato in un appartamento in affitto dove ha trovato molti donatori in attesa. E’ stato portato in ospedale per un check-up e ha infine venduto il suo rene per 25mila yuan.
“La banda ha raccolto 51 reni, pagando tra 20 e 25 mila yuan ogni rene. Il rapporto non ha menzionato chi ha utilizzato i reni e se ci sono altre persone coinvolte nel giro d’affari”. Gli organi sono stati raccolti negli ospedali delle contee di Xiao (Anhui) Tongshan (Jiangsu): poiché tre reni sarebbero stato danneggiati in un incidente stradale nel giugno 2010, Zheng ha affittato una villa e speso 500 mila yuan trasformandola in una sala operatoria.
"Quando sono arrivato alla villa le infermiere non erano in uniforme e l’ambiente era sporco. Solo dopo il mio arrivo Zheng Wei ha acquistato i farmaci necessari”, ha raccontato un’infermiera.