Nomine del Partito: la meglio gioventù cinese

In by Simone

Chissà  cosa sarà passato per la testa di Wang Lequan leggendo gli articoli, apparsi sulla stampa cinese, sulle nuove nomine a capo delle segreterie del Partito comunista (Pcc) in cinque delle trentuno provincie che compongono la Repubblica popolare (Rpc). Dopo le violenze, gli scontri e soprattutto le vittime – 197 morti e 1600 feriti – che a luglio hanno insanguinato la città di Urumqi, molti cittadini inferociti avevano chiesto le sue dimissioni accusandolo di non essere riuscito a garantire la loro sicurezza. Wang, nonostante tutto, è ancora lì, a ricoprire il ruolo di segretario generale del Partito comunista dello Xinjiang, estrema provincia occidentale della Cina.

Ma per quella che è stata considerata la peggior rivolta degli ultimi dieci anni qualcuno deve pagare. Così dopo le nove condanne a morte eseguite lo scorso mese contro alcuni dei responsabili delle violenze, ieri, la Corte suprema del popolo di Urumqi ha condannato alla pena capitale altri cinque uomini – Memeteli Islam, Mamattursun Elmu, Memeteli Abburakm, Kushiman Kurban e Helil Sadir – tutti accusati di omicidio e di altri reati commessi durante gli scontri di luglio. Anche per Wang Lequan però il tempo è quasi scaduto e presto dovrà lasciare il suo posto. Classe 1944, Wang ha ormai raggiunto l’età della pensione e alla fine del suo mandato dovrà ritirarsi. Le rigide regole per l’assegnazione dei posti di comando nella Rpc prevedono infatti un limite d’età, superato il quale non è più possibile ricoprire ruoli governativi. Per i ministri e gli alti quadri di partito questo limite è sessantacinque anni.

Nel rimpasto annunciato oggi dall’agenzia stampa Xinhua, sono ben tre i capi provinciali del Partito ormai sessantacinquenni che dovranno lasciare il posto a giovani e rampanti colleghi. Forse è proprio per questo che la versione inglese del quotidiano Global Times definisce il rimpasto un «accenno alla futura leadership» della Cina. «È un tentativo di ringiovanire le alte sfere partito in vista del congresso del 2012» spiega Zhang Liangu, professore alla Scuola centrale del partito del Comitato centrale del Pcc. Nell’intricato valzer delle nomine, i futuri segretari assomigliano a pedine da muovere da una parte all’altra. Lu Zhangong, 57 anni, lascia la provincia costiera del Fujian per accasarsi nel più centrale Henan dove prenderà il posto del vecchio Xu Guangchun, e sarà sostituito dalla sindacalista Sun Chulan, oggi presidentessa della All-China Federation of Trade Unions (ACFTU) e unica donna coinvolta nel rimpasto.

La vera ventata di freschezza ha però i nomi ed i volti dei quarantaseienni Sun Zhengcai (nella foto) e Hu Chunghua, i più giovani segretari provinciali della storia della Rpc. Sun, che dal 2006 occupa la poltrona di ministro dell’Agricoltura,sostituirà alla guida del Partito nella provincia di Jilin Wang Min, 59 anni, a sua volta destinato alla segreteria del Pcc del Liaoning. La Mongolia interna sarà invece la destinazione di Hu Chunghua. Vicino a Hu Jintao, oltre al cognome, l’attuale segretario dell’Hebei, ha molti punti di contatto con il Presidente e segretario del Pcc. Primo fra tutti la militanza nelle Lega comunista giovanile, uno dei centri di potere del Presidente, della quale il giovane Hu è stato segretario dal dicembre 2006 fino allo scorso mese di marzo.

Il secondo punto in comune è l’esperienza maturata in Tibet, dove Hu Chunaghua ha speso ben vent’anni della propria vita e dove il presidente Hu Jintao è stato segretario del Pcc tra il 1988 e il 1992, trovandosi a dover gestire la rivolta tibetana del 1989. «La nomina di Hu e Sun è un passo importante nella selezione di giovani funzionari all’interno del partito» è il commento di Wang Yukai, professore alla Scuola nazionale per l’amministrazione, che ricorda come in passato fosse raro vedere personaggi così giovani assurgere a ruoli così alti. Un passo «di grande importanza per la stabilità del Pcc e dello stato» sottolinea il vice-presidente Xi Jinping, il più accreditato tra i pretendenti alla successione di Hu Jintao nel 2012 e membro di diritto della «quinta generazione» dei leader cinesi, la prima nata dopo la fondazione della Repubblica popolare nel 1949. Ma in Cina niente è lasciato al caso e già si prepara la «sesta generazione», i potenziali leader che entreranno in scena nel 2022.

[Foto da chinavitae.com]

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