No-Tav alla cinese

In by Simone

Esiste un fenomeno No-Tav anche in Cina. Il progetto del Maglev, il treno super veloce a levitazione magnetica e già operante a Shanghai, doveva trovare una sua collocazione anche a Pechino. Sottoposto al giudizio degli abitanti della zona interessata, il progetto è stato sospeso: una lettera dei cittadini della capitale ha infatti denunciato alcuni rischi dovuti all’impatto ambientale del treno, nonché alla scarsa conoscenza riguardo le radiazioni cui sarebbero sottoposti i suoi passeggeri.

Zhao Lei, uno dei pechinesi coinvolti nella lotta anti Maglev, alla Beijing Review ha dichiarato: queste tipologie di treni sono stati bloccati già in molti paesi nel mondo a seguito di proteste della gente: perché la Cina vuole realizzare questi progetti in modo così frettoloso? Una battaglia il cui futuro è ancora incerto, vista la determinazione del governo cinese nel promuovere la diffusione del treno super veloce.

A Shanghai è già in funzione: con un investimento di circa 1 miliardo e mezzo di dollari, grazie a tecnologia tedesca è stata realizzata una linea di 30 chilometri, percorsi alla velocità di 431 km all’ora. Approvato il progetto nel 2000, la linea Maglev di Shanghai è stata completata nel 2002, lanciata nel 2003 e finalmente esaminata e approvata dalle autorità nell’aprile del 2007, divenendo un asset del nuovo sviluppo tecnologico del paese.

Pregettato per avere circa 23 mila passeggeri al giorno, oggi il Maglev di Shanghai presenta numeri più bassi: sarebbero circa 5mila le persone che giornalmente utilizzano i 30 chilometri di rete. Come sottolineano i cittadini, anche economicamente si tratterebbe di un fallimento: l’investimento vedrebbe perdere ogni anno circa 100 milioni di dollari, con un debito accumulato di oltre un miliardo di dollari (cliccando qui potete trovare alcuni video presenti su youku.com, uno dei tanti siti di video on line cinesi).

Il progetto di linea pechinese prevede circa 20 chilometri di rete: la Beijing Railway Mentougo o S1 Line come è chiamata la Maglev futura della capitale, dovrebbe collegare due distretti di Pechino attraverso 12 fermate, con un treno a velocità ridotta rispetto a quella shanghaiese: circa 150 km all’ora.

Nel maggio di quest’anno l’azienda incaricata della realizzazione, la Beijing Infrastructure Investment Co. Ltd insieme all’Enviromental Assesment and Engineering Center (EAEC) hanno reso pubblica la documentazione circa gli impatti ambientali della S1 Line, chiedendo ai cittadini di esprimersi al riguardo. Il feedback è stato negativo: innanzitutto il Maglev passerebbe troppo vicino a centri abitati, in secondo luogo non c’è ancora chiarezza sulle conseguenze inquinanti delle radiazioni cui sarebbe sottoposto l’ambiente circostante: respingiamo fortemente il progetto, hanno scritto i cittadini pechinesi.

Una piccola vittoria è arrivata il 12 maggio scorso: la EAEC ha infatti annunciato l’allungamento della tratta prevista sotto terra, per ridurre l’impatto sulle case circostanti: da 455 metri a quasi a 3 chilometri. Una vittoria parziale e per niente definitiva:  da fonti ufficiali trapela poco, ma sembra che un nuovo report sui futuri lavori, che terrà conto delle lamentele dei cittadini, verrà pubblicato a fine mese. Si saprà allora se il Maglev avrà superato o meno le obiezioni dei No Tav alla cinese.

[Anche su Wired.it] Foto: Keren Su/Corbis