Un po’ in ritardo rispetto alla chiusura del Mondiale vogliamo anche noi fare come molte testate sportive e cioè scrivere un pagellone finale con alti e bassi dei nostri protagonisti cinesi di questo campionato del mondo. Ha vinto la Spagna e il Barcellona sarà in tournee a Pechino a inizio Agosto…prevediamo una clamorosa impennata in Cina della vendite di magliette (false) di Xavi, Villa, Iniesta e Messi.
Domanda: ma adesso dopo la disfatta mondiale a noi poveri italiani cosa ci diranno i tassisti pechinesi quando ci parleranno del calcio italico? Passeranno dal glorioso zhen bang (=formidabile) all’anonimo e superficiale hai xing (=così così)?
E d’altro canto schierando Pepe e Marchisio a centrocampo non possiamo pretendere di più.
Le pagelle:
Yingli Solar: la vera sorpresa. A inizio Mondiale scrivevamo tristi dello scarso fattore cinese di Sudafrica 2010: nazionale non qualificata e pochissimi giocatori del campionato cinese presenti (2). Ebbene già dopo le prime partite una scritta inquietante ha cominciato ad apparire su tutti e dicasi tutti i campi del Mondiale e cioè quella di questa ditta cinese produttrice di pannelli fotovoltaici. Con la sede a Baoding, due ore di macchina di Pechino, la Yingli spendendo – si dice – 100 milioni di euro è entrata nelle case di tutto il mondo comparendo come sponsor principale delle partite con i suoi bei caratteroni cinesi 英利 scritti sui tabelloni a bordo campo, degno sfondo per le cavalcate sulle fasce di C.Luo o Sergio Ramos.
E bravi i cinesi. Voto 10.
Mu Yuxin: di fatto l’unico cinese presente in Sudafrica. Il suo bottino finale recita 5 presenze come arbitro di riserva, zero minuti in campo e all’incirca 20000 euro di compenso. Già rientrato in patria dove ha arbitrato (da titolare) una partita della Seria A cinese si gode la sua improvvisa “popolarità”dopo che per un mese noiosamente ripeteva ai media cinesi che per lui “era già un onore essere in Sudafrica”. Un po’ monotono ma alla fine lui c’era.
Voto 7 (ma poteva fare di più almeno con le interviste).
Jong Tae-se: il mito, la leggenda, l’eroe, il nostro Virgilio che parte per un viaggio epico. Lo vedremo in Europa nella serie B tedesca con la maglia del Bochum. Lui che non parla coreano (così dice) ma che, con connessione a internet, Ipod, computer portatile, blog personale e residenza a Tokyo, si sentiva nordcoreano dentro, cercherà di coronare il suo sogno (la Premier League inglese) partendo dalla Ruhr. Adesso lo diciamo convinti: quel pianto in diretta mondiale è stata una stupenda operazione di marketing.
Voto 10 e lode.
Kim Jong-hun: tristissimo allenatore della Corea del Nord. Non sorride mai. Il Guardian riporta che durante una conferenza stampa un giornalista nel fargli una domanda chiamò il suo paese Corea del Nord al che lui lo interruppe per dirgli: “Non conosco questo paese, conosco solo la Repubblica Popolare Democratica della Corea”. Vale a dire la Corea del Nord ma andatelo a spiegare ai nordcoreani e al loro leader con gli occhiali da sole. Propaganda bella e buona. Assolutamente geniale.
Voto 9.
Kim Jong-il: tiranno nordcoreano e di fatto vero allenatore della sua nazionale. Dopo un ottimo esordio contro il Brasile, non ci spieghiamo l’atteggiamento tattico contro il Portogallo e la resa incondizionata contro la Costa d’Avorio. Da migliorare forse il sistema di comunicazione con l’allenatore Kim Jong-hun che può aver portato a disguidi tattici.
Voto 4 e reparto difensivo da reinventare.
Mauricio Sabillion e Ahn Jung-hwan: gli unici due calciatori della Chinese Super League ad essere presenti ai Mondiali. Anche per loro briciole e forse anche meno. L’honduregno ha giocato 90 minuti nell’ultima inutile partita dell’Honduras contro la Svizzera mentre il maledetto Ahn è andato a prendersi il freddo in Sudafrica a seguito della sua nazionale, per lui 4 panchine di seguito.
Entrambi s.v.
Arrivederci a Brasile 2014, già ci immaginiamo la Cina giocare al Maracanà.