Mondo Asean – La water governance nel Sud-Est asiatico

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L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 3 settembre.

Non c’è vita senza acqua. Oggi più che mai la gestione delle risorse idriche è uno dei temi più delicati per il Sud-est asiatico, dove nuove e vecchie sfide minacciano un panorama già molto complesso nel quale sono coinvolti i settori più svariati dell’economia, ma anche salute, politica e tutela dell’ambiente. L’ASEAN ospita Paesi dove il tema della gestione delle risorse idriche è critico e minacciato dai cambiamenti climatici, mentre alcuni stati membri hanno sviluppato da tempo le capacità tecniche e logistiche per affrontare i problemi legati al settore idrico. Proprio perché la gestione dell’acqua richiede di spaziare in ambiti molto diversi tra loro, ma interconnessi ed essenziali allo sviluppo, ecco che la chiave della cooperazione diventa uno dei punti di forza del gruppo. Ma la strada è ancora lunga.

Innanzitutto, l’emergenza pandemica ha riportato in primo piano la sicurezza idrica in chiave sanitaria, come sottolinea il report OCSE su gestione, accesso e sicurezza alle fonti idriche. Nel 2012, la Dichiarazione sui diritti umani dell’ASEAN garantiva esplicitamente “il diritto all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari”, ma il bilancio del 2021 dimostra che solo pochi Stati membri includono il diritto all’acqua nella loro legislazione e hanno saputo implementare dei progetti veramente inclusivi. In molte aree del Sud-est asiatico la fornitura di servizi idrici è inadeguata e diseguale, con disparità di accesso tra aree urbane e rurali. Si calcola che almeno 1,7 miliardo di persone in Asia non abbiano accesso a servizi igienico-sanitari di base, mentre nel solo Sud-est asiatico si stimano livelli di acque contaminate e inadatte al consumo umano che oscillano tra il 68% e l’84%.

L’accesso a risorse idriche sicure è anche un problema socioeconomico, con le fasce più deboli della popolazione che vengono penalizzate. La privatizzazione dell’acqua ha, in alcuni casi, contribuito a una scarsa copertura e a prezzi elevati. Un esempio è quello dell’Indonesia dove, dal 1997, le società britanniche e francesi Thames Water e Suez hanno firmato un contratto di partenariato pubblico-privato di 25 anni per l’approvvigionamento idrico della capitale, Giacarta. Allora, solo il 42% dei suoi residenti aveva accesso all’acqua in casa, mentre molti cittadini facevano ancora affidamento sull’acqua in bottiglia o sulle acque sotterranee (curiosamente, uno dei motivi principali per cui la città sta affondando). Il progetto prometteva che entro il 2017 si sarebbe arrivati a toccare il 98% di copertura ma, nel 2020, solo il 59,4% degli abitanti poteva usufruire di acqua pulita fornita dall’acquedotto pubblico. O, meglio, poteva permettersi di accedervi. Non è un’eccezione. In gran parte del Sud-est asiatico i servizi igienico-sanitari sono sottofinanziati e distribuiti in modo diseguale, nonostante l’accesso all’acqua sicura sia in aumento in tutti i Paesi ASEAN, con ancora Cambogia (65%) e Laos (77,5%) tra i più penalizzati.

Un altro elemento sempre più importante in un’ottica di gestione delle risorse idriche è l’energia. La regione del Mekong, in particolare, offre enormi opportunità per la costruzione di dighe e centrali idroelettriche. Occasioni che sono state colte soprattutto dagli investitori cinesi, ma non solo. Gli spazi di collaborazione in ottica ASEAN vengono promossi soprattutto dal Vietnam. Sono tanti i meccanismi multilaterali emersi negli anni per discutere, studiare e implementare progetti intorno alla gestione delle acque del Mekong, come nel caso della Mekong River Commission (MRC). In questo senso, l’energia è solo uno degli elementi di maggiore interesse per i paesi dall’area, in quanto potenziale motore di sviluppo per le aree più depresse. Tra i compiti della MRC, infatti, rientra la stesura di piani decennali o quinquennali sui diversi ambiti di utilizzo delle risorse idriche presenti. Secondo le stime, la domanda energetica a valle del Mekong crescerà a ritmi del 6-7% annuo: una proiezione che ha stimolato la conversione delle acque del fiume in energia idroelettrica, per un totale di 89 progetti completati e altri 30 ancora in fase progettuale.

Il fatto che le sorgenti del Mekong si trovino in territorio cinese ha spesso generato frizioni e fornito ai Paesi ASEAN motivo di coesione. Tra le strutture più controverse figura la diga di Jinghong nella provincia dello Yunnan, che a tempi alterni funge da “rubinetto” per i Paesi più a sud. L’ultimo caso risale a luglio, periodo particolarmente anomalo per le precipitazioni in Cina, quando dei “danni provocati alla struttura” hanno ridotto drasticamente l’apporto di acqua lungo il bacino inferiore del Mekong. Di conseguenza, ogni intervento di Pechino sulle acque del Mekong può avere un impatto enorme sulla catena di approvvigionamento dell’intero settore meridionale.

È anche, e soprattutto, un problema di instabilità climatica che già oggi estremizza l’impatto dei periodi di piena e di secca dei fiumi del Sud-est asiatico. In tutta la regione almeno il 34% della popolazione è frequentemente esposto alle alluvioni, mentre la siccità da 30 anni colpisce oltre 66 milioni di persone. In un report prodotto da ASEAN ed ESCAP (United Nations economic and social commission for Asia and the pacific) si parla di fenomeni in notevole aumento (+17%), e di come 4 danni economici su 5 vadano a colpire l’agricoltura. Da ciò ne deriva che le fasce più deboli della popolazione sono tra le più penalizzate, e vengono esposte all’insicurezza alimentare determinata dalla distruzione delle colture. Questo è un fattore molto importante, poiché l’economia dei dieci Paesi dipende in gran parte dal settore agricolo. Ben il 61% della manodopera in Laos è impiegata in questo settore, e rimane stabile al 47% in Vietnam, dove una grave siccità nel 2016 ha portato alla perdita di oltre il 60% delle entrate.

La gestione delle risorse idriche rappresenta quindi un fattore essenziale in molti ambiti: da questo ne deriva che i problemi legati all’approvvigionamento di acqua sicura ed accessibile possono diventare un acceleratore di conflitti sia a livello domestico che di vicinato. Si stima che al mondo l’80% dei conflitti avvenga proprio in aree dove il livello di degrado ambientale e gli effetti dei cambiamenti climatici sono più accentuati. Il tutto si interseca anche con i rischi legati alla perdita della biodiversità.

Con l’aggravarsi dei fenomeni climatici estremi e la riduzione delle risorse idriche nella regione, i dieci Paesi ASEAN hanno iniziato a puntare sulla cooperazione regionale per creare ambienti, economie e sistemi di approvvigionamento resilienti. Tra le soluzioni proposte dal gruppo emerge la consapevolezza che l’intervento ex post non sia più sufficiente. Nelle intenzioni la priorità dovrebbe essere data alla prevenzione, come il monitoraggio dell’andamento del clima e dei cambiamenti nel territorio, in modo da implementare un sistema di allarme prima che i fenomeni si trasformino in problemi irreparabili. Ciò dovrebbe portare alla creazione di meccanismi di intervento sia tecnico che di supporto finanziario alle categorie più a rischio, in particolare i piccoli imprenditori agricoli e i lavoratori del settore primario. Alcuni esempi sono la strategia di gestione della siccità 2020-2025 promossa dalla MRC con il sostegno di ASEAN e Nazioni Unite.

La chiave di questi piani di assorbimento e prevenzione del rischio ha portato a discutere su soluzioni finanziarie in grado di preventivare l’entità dei danni e il modo in cui distribuire gli aiuti. Tra gli obiettivi che emergono, spiccano la mitigazione dei cambiamenti climatici e l’accesso universale all’acqua come punti di partenza per ragionare a nuovi piani di gestione e sfruttamento delle risorse idriche a livello regionale. Il problema in questo senso non è tanto rappresentato dalla mancanza di fondi (che spesso fanno parte di pacchetti di aiuti promossi dalle organizzazioni internazionali), quanto dalla oculata gestione degli stessi per portare a termine progetti in grado di essere prima di tutto economicamente e strutturalmente sostenibili nel tempo.

Infine, la sfida sarà portare avanti il discorso sulla cooperazione in ottica di gestione delle risorse idriche, con uno sguardo privilegiato a quella parte di Asia in via di sviluppo che oggi, in gran parte, appartiene al gruppo ASEAN. In questo scenario la gestione delle acque, data la complessità di settori che coinvolge, è minacciata da nuove sfide. In particolare, al centro del dibattito saranno sempre più centrali la crisi sanitaria, il calo della crescita del Pil (sceso a una previsione del 4,3% per il secondo semestre 2021 nelle cinque economie più sviluppate del gruppo rispetto ad aprile dello stesso anno) e l’esacerbarsi dei fenomeni climatici estremi che stanno stravolgendo gli ecosistemi.

Di Sabrina Moles

 

Singapore, più inclusione e armonia sul lavoro

Il Primo Ministro Lee Hsien Loong ha annunciato l’arrivo di una nuova legge sulla “armonia razziale” a Singapore, in un discorso al National Day Rally di domenica 29 agosto. Dopo le polemiche che hanno fatto seguito ad alcuni episodi di razzismo nel Paese, il governo si è impegnato a rafforzare l’inclusione delle varie comunità che compongono l’humus sociale di Singapore. Vittime di questi incidenti sono stati in particolare residenti indiani, sia stranieri che locali. Secondo Lee questi episodi sono stati innescati dal fatto che un gran numero di lavoratori stranieri proviene dall’India e che la variante Delta del Covid-19 è emersa per la prima volta nel subcontinente dell’Asia meridionale. Il Primo Ministro ha sottolineato come l’armonia interetnica che contraddistingue la città-stato asiatica non sia nata spontaneamente ma sia stata intenzionalmente costruita grazie al rispetto delle varie identità, attraverso un’opera di mutuo compromesso che è risultata in un “rare and precious achievement”.  Su 4 milioni di cittadini, il 74,3 per cento è di origine cinese, il 13,5 per cento malese e il 9 per cento indiano. Molti cittadini delle minoranze, specialmente quelli delle generazioni più giovani, sostengono che la maggioranza cinese goda di privilegi. Tra le varie misure a favore dell’inclusione, anche la possibilità per le infermiere musulmane di indossare il velo islamico durante il servizio. La riforma prevede anche l’incremento dei criteri per l’erogazione dei visti, l’aumento degli stipendi per i lavoratori autoctoni a basso reddito e il riconoscimento di una maggiore responsabilità alle aziende rispetto alle pratiche di assunzione. Il lavoro straniero è un argomento sensibile a Singapore, dove i datori di lavoro sono accusati di praticare politiche di reclutamento e salariali discriminatorie nei confronti dei locali, specie nei settori tecnologico e finanziario. Lee ha citato anche i lavoratori del settore delivery, esprimendo “preoccupazione” per i loro bassi salari. Secondo il Nikkei Asian Review, il governo della città-stato intende intervenire sulla situazione e ottenere dalle piattaforme regole più stringenti a tutela della sicurezza dei dipendenti.

 

La ripartenza dei Paesi ASEAN

L’ASEAN allenta le restrizioni ed è pronto a ripartire, mentre la variante Delta continua a diffondere i contagi.  Con l’80% della popolazione con due dosi di vaccino, Singapore fa da apripista con i controlli delle vaccinazioni tramite app prima di entrare al ristorante. Le persone non vaccinate o con una sola dose non possono mangiare al chiuso, ad eccezione dei bambini. L’allentamento delle restrizioni consente alle persone vaccinate di andare in palestra e allenarsi senza mascherina. Le capacità di cinema e centri congressi internazionali sono state notevolmente aumentate, a condizione che tutti i partecipanti siano completamente vaccinati. Invece, continuano le limitazioni alle attività per i residenti non vaccinati, ai quali è permesso mangiare solo presso stand all’aperto. Anche Malesia e Indonesia, nonostante i tassi di contagio restino molto elevati, sono pronte ad allentare le misure restrittive. La Malesia è ripartita il 20 agosto, consentendo il pranzo al coperto e attività sportive come jogging, golf e campeggio. L’Indonesia, con 10 mila nuovi casi al 31 agosto, ha dichiarato la prossima riapertura dei centri commerciali di Giacarta e Surabaya ai vaccinati con almeno una dose. Mentre la capitale pianifica di rimuovere le restrizioni poiché i casi continuano a diminuire e metà dei suoi residenti sono completamente vaccinati, nelle regioni più remote dell’arcipelago le infezioni si diffondono velocemente e i vaccini sono scarsi. Il tasso di vaccinazioni in Indonesia resta molto basso proprio a causa della loro carenza.   Invece il Laos, con circa 5mila nuovi contagi al giorno, rafforza le misure di contenimento. L’amministrazione della capitale Vientiane, la zona che registra più contagi, ha imposto il coprifuoco dalle 21 alle 5 e la chiusura delle scuole e di locali, sale giochi, cinema e teatri, siti turistici, centri estetici, impianti sportivi all’aperto e al chiuso. È vietato spostarsi da e verso le zone rosse. 4,2 milioni di dosi sono già stati somministrate: il governo punta a immunizzare metà della popolazione entro la fine dell’anno.

 

Economia

ASEAN e prodotti alimentari

A causa della pandemia e dei tanti focolai di Covid, in molte aziende del settore agroalimentare del Sud-Est asiatico, mancano i lavoratori, portando ad un aumento dei prezzi dei prodotti in Giappone.

Nikkei Asian Review: https://asia.nikkei.com/Business/Agriculture/ASEAN-supply-chain-woes-drive-up-food-prices-in-Japan 

Geopolitica

ASEAN-Timor-Est

Da diversi anni si parla ormai dell’adesione del piccolo Stato asiatico all’Association per accedere al mercato del Sud-Est asiatico e migliorare la sua integrazione regionale. Ma Timor-Est è davvero pronto ad entrare nell’ASEAN?

The Diplomat: https://thediplomat.com/2021/08/is-timor-leste-ready-to-join-asean/ 

 

Business

Regno Unito e CPTPP

Londra ha formalmente avviato i negoziati per aderire al Comprehensive and Progressive Agreement for Trans-Pacific Partnership e dare così una svolta alle sue politiche commerciali per penetrare al meglio il mercato ASEAN.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/the-uk-starts-talks-to-join-cptpp-seeking-access-to-asean/ 

 

Ambiente

Singapore e cambiamento climatico

La città-Stato asiatica sta da anni pensando a come migliorare i suoi standard ambientali e ridurre l’inquinamento, partendo anche da investimenti infrastrutturali green e candidandosi a modello per tutte le metropoli asiatiche.

Financial Times: https://www.ft.com/content/2da2e876-3f80-4130-86b9-10488f20e991 

 

Economia

Debito pubblico indonesiano

Il governo di Giacarta è deciso ad abbattere il debito pubblico che grava sul Paese ma un aumento dei casi da coronavirus e conseguenti sostegni economici a famiglie e imprese rendono l’obiettivo sempre più arduo.

Asia Times: https://asiatimes.com/2021/08/indonesia-struggling-to-tighten-its-bulging-debt/ 

Infrastrutture

Smart Cities

Durante il quarto incontro annuale dell’ASEAN Smart Cities Network, il Ministero delle infrastrutture vietnamita ha manifestato l’intenzione di rafforzare drasticamente la cooperazione regionale sullo sviluppo urbano sostenibile.

 

Vietnam+: https://en.vietnamplus.vn/vietnam-bolsters-cooperation-with-partners-in-asean-smart-cities-network/207199.vnp

FinanzaTech indonesiano

Con il suo debutto alla Borsa di Giacarta dello scorso mese, la piattaforma indonesiana di e-commerce Bukalapak è diventata il primo unicorno tecnologico quotato del paese, con un valore complessivo di 7,5 miliardi di dollari.

 

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/bukalapak-becomes-indonesias-first-listed-tech-unicorn/

Tecnologia

5G

Il lancio della tecnologia 5G comporterà costi per governi e aziende intenzionati a potenziare le reti e la copertura nazionale. In questo scenario, la Malesia e il Brunei, unici in tutta la regione, nazionalizzeranno le proprie reti 5G.

Verdict: https://www.verdict.co.uk/5g-malaysia-brunei-swn/

Business

Zoomcar guarda all’ASEAN

La società Indiana di autonoleggio Zoomcar guarda con grande interesse ai dieci Paesi del Sud-Est asiatico e prevede investimenti da oltre 100 milioni di dollari nei prossimi tre anni, con prospettive di crescita.

 

Tech in Asia: https://www.techinasia.com/indian-car-rental-startup-zoomcar-plans-100m-bet-southeast-asia

Geopolitica

USA e ASEAN

L’area ASEAN è diventata una delle priorità di politica estera per il governo statunitense, che vuole prevalere sulla Cina, storico alleato di molti Stati della regione. Con il ritiro dall’Afghanistan il Sud-Est asiatico diventerà ancora più centrale per gli USA?

 

Deutsche Welle: https://www.dw.com/en/will-post-afghanistan-us-foreign-policy-shift-focus-to-southeast-asia/a-59039980

 

Economia

Solidità economica dell’ASEAN

“Nonostante la crisi economica causata dalla pandemia, l’ASEAN è una delle regioni in più rapida crescita al mondo”. Ad affermarlo è stato il Ministro dell’economia e delle finanze del Brunei durante l’ASEAN Business and Investment Roundtable 2021.

 

The Star: https://www.thestar.com.my/aseanplus/aseanplus-news/2021/08/31/asean-remains-a-fast-growing-region-despite-pandemic-brunei-finance-minister

Business

E-commerce e ASEAN

Le potenzialità di profitto per aziende che propongono servizi digitali e di e-commerce nel Sud-Est asiatico sono altissime, superiori a quelle di grandi nazioni leader del settore come Cina, India e Brasile. 

 

The Drum: https://www.thedrum.com/news/2021/08/31/e-commerce-south-east-asia-grows-exponential-rate