Mondo Asean – Cambogia e Myanmar nuovi hub manifatturieri nel Sud-Est asiatico

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Alcune pressioni esogene su Pechino hanno favorito la delocalizzazione degli impianti produttivi del manifatturiero dalla Cina al Sud-Est asiatico. I primi beneficiari di questa transizione oltre al Vietnam sono Cambogia e Myanmar

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 22 luglio.

Le catene globali del valore nel settore manifatturiero spostano il loro baricentro produttivo dalla Cina al Sud-Est asiatico. Si tratta di uno di quei fenomeni che il diffondersi della pandemia ha accelerato, innescato dall’aumento del costo della manodopera cinese e poi confermato da fattori esogeni come la guerra commerciale tra Washington e Pechino degli ultimi anni. L’esodo del settore manifatturiero sembra premiare così alcuni paesi del vicinato meridionale: anche se il Vietnam è sempre stato una destinazione popolare per gli ordini di esportazione dalla Cina, ora sono Cambogia e Myanmar i contendenti del ruolo di hub manifatturiero in Asia orientale. 

La dinamica di delocalizzazione intraregionale era stata inaugurata dall’aumento del costo del lavoro in Cina, che aveva spinto diverse aziende dei settori manifatturiero e tessile a esplorare altri mercati della regione. Date le restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, ad esempio, Apple, Samsung e Xiaomi hanno recentemente spostato le loro linee di assemblaggio in Vietnam, mentre Pechino era alle prese con le nuove varianti del virus. Hanoi ha offerto a quelle multinazionali che un tempo avevano costruito gli stabilimenti produttivi in Cina nell’ottica minimizzare i costi e massimizzare i profitti un accesso agevolato al promettente mercato del Sud-Est asiatico, che ha ereditato dal vicino settentrionale il ruolo di nuova frontiera della globalizzazione. 

Ma oltre al Vietnam, da tempo considerato la locomotiva del Sud-Est asiatico, altri paesi del blocco ASEAN si contendono la funzione di hub produttivi regionali. Secondo Wang Huanan, un esperto del settore manifatturiero, “il Vietnam è stata una destinazione molto popolare (…) ma Myanmar e Cambogia stanno recuperando terreno negli ultimi anni”. Naypyidaw e Pnom Penh hanno infatti implementato oculate strategie di politica economica per attirare quanti più investimenti diretti esteri possibile, e incentivare così la propria crescita interna. Tra esenzioni fiscali e incentivi politici, si sono resi appetibili agli occhi delle multinazionali con sede in Asia orientale, alla ricerca di nuove opportunità di profitto nei mercati emergenti del Sud-Est. 

In Cambogia, il volume totale degli scambi commerciali ha raggiunto i 22,47 miliardi di dollari nei primi cinque mesi del 2022, con un aumento del 19,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni totali hanno visto un aumento del 34,5% su base annua, mentre i beni più esportati sono stati gli indumenti, gli articoli in pelle e le calzature. D’altra parte, il Myanmar è una destinazione molto popolare per le fabbriche di abbigliamento cinesi. Il numero di queste aziende, secondo gli esperti, è passato da meno di 100 nel 2012 a più di 500 nel 2019. Tra il 2012 e il 2019, la crescita media annua delle esportazioni di abbigliamento del Myanmar ha superato il 18% e in alcuni anni ha superato il 50%. Lo sviluppo del settore è stato rallentato solo dalla pandemia nel 2020 e dal golpe militare dello scorso anno. 

Mentre l’economia cinese si riprende dalle restrizioni della severa politica “Zero Covid”, le multinazionali che avevano beneficiato del basso costo della manodopera cinese guardano ora al vicinato meridionale alla ricerca di nuove opportunità di profitto. Tra i mercati emergenti del blocco ASEAN, il Vietnam guida la crescita regionale. Ma occorre tenere d’occhio l’incipiente sviluppo di Cambogia e Myanmar, tra i maggiori beneficiari dell’esodo manifatturiero cinese.

A cura di Agnese Ranaldi

 

Nichel, l’oro dell’Indonesia

Il capo della Camera di Commercio e dell’Industria dell’Indonesia, Arsjad Rasjid, ha affermato che “il Paese sta pianificando di attingere alle abbondanti riserve di nichel di cui dispone per attrarre investimenti esteri.” Il nichel, nella costruzione di un autoveicolo elettrico, è il metallo più importante per massa nei catodi delle batterie agli ioni di litio. Difatti, dopo grafite ed alluminio occupa il terzo posto per percentuale di materiale utilizzato, pari al 15,7% , per la costruzione di una batteria contenente minerali di vario genere. La possibilità di incrementare l’utilizzo del nichel in una vettura elettrica dipende da due considerazioni: il nichel riduce il costo di produzione di una batteria, poiché è più conveniente rispetto a litio e cobalto. Inoltre, aumentando il nickel, aumenterebbe la potenza della batteria. Per questo motivo, non sorprende la visita di Elon Musk, CEO di Tesla, in Indonesia. Il Presidente indonesiano Joko Widodo ha offerto a Musk la possibilità di sfruttare le potenzialità minerarie indonesiane, a patto che la catena di produzione dei veicoli venisse realizzata interamente nel Paese. Alcuni hanno accusato Widodo di protezionismo, specialmente dopo gli embarghi sulle esportazioni di nichel del 2020 e 2021, ma il Presidente ha difeso la sua scelta che dà una leva importante a livello economico per l’Indonesia. Giacarta punta a produrre 400 mila veicoli elettrici entro il 2025, non solamente tramite possibili futuri accordi con investitori extraregionali come Tesla. L’economia più grande del Sud-Est asiatico ha, infatti, siglato un accordo a settembre 2021 per la costruzione di un impianto dal valore di 1.1 miliardi di dollari americani con un consorzio comprendente la sudcoreana LG Energy Solutions e il ramo indonesiano di Hyundai Motor Manufacturing. L’Indonesia, infine, ha attratto anche investimenti cinesi nel settore, dei quali la società cinese Tsingshan Holding Group è stata l’apripista. 

 

Brunei, un cluster marittimo per la ripresa

La diversificazione economica del Brunei Darussalam passa per il nuovo progetto del Marine Maintenance and Decommissioning Yard. Il Ministro delle Finanze e dell’Economia Dato Seri Setia Dr Awang Haji Mohd Amin Liew ha dichiarato che il nuovo cantiere marittimo per la manutenzione e lo smantellamento “esemplifica i benefici che il Paese, l’economia e la popolazione del Brunei Darussalam possono ottenere quando il settore pubblico e quello privato collaborano, compiendo un altro importante passo avanti verso il nostro programma di diversificazione economica attraverso un approccio globale”. Questo progetto potrebbe attrarre potenzialmente benefici economici di un valore stimato tra i 10 e i 25 milioni di dollari l’anno, per servizi navali di vario genere, e potrebbe creare oltre 4.000 posti di lavoro attraverso la moltiplicazione delle opportunità commerciali e il miglioramento delle infrastrutture. Il Ministro delle Finanze e dell’Economia del Brunei ha affermato che per gli imprenditori locali e per gli specialisti stranieri di altri servizi industriali si creeranno così opportunità di investimento e di trasferimento di conoscenze e tecnologie alle MSME locali. Il cluster marittimo, secondo The Star, sarebbe realizzato all’insegna degli impegni per la sostenibilità assunti dal Sultanato. Il progetto consentirà al Brunei di allinearsi alle disposizioni della Convenzione di Basilea sul controllo dei movimenti transfrontalieri di rifiuti pericolosi e del loro smaltimento. Il Ministro ritiene anche che “la combinazione di un programma pluriennale di smantellamento e ripristino e di un impianto di recupero dei materiali a terra può fungere da stimolo per trasformare il Brunei in un centro di eccellenza regionale”. Il progetto si inserisce nell’alveo dell’obiettivo globale di sviluppo sostenibile “Consumo e Produzione responsabili”, che intende adottare la prospettiva dell’economia circolare per l’implementazione di iniziative a vocazione ecologica e rispettose dell’ambiente. L’obiettivo del governo è quello di ripensare le strategie di crescita post-pandemia del Sultanato per procedere verso una ripresa economica “resiliente e sostenibile”.

 

POLITICACambogia e ASEAN

La Cambogia e l’ASEAN stanno elaborando una serie di linee guida e principi generali per rafforzare e sistematizzare i ruoli della forza lavoro impegnata nei servizi sociali della regione.

The Phnom Penh Post: https://www.phnompenhpost.com/national/cambodia-holds-asean-consultation-improve-social-services 

 BUSINESSMercato immobiliare a Singapore

Il mese scorso le vendite di case a Singapore sono scese ai minimi da oltre due anni, a causa delle preoccupazioni per l’aumento dei tassi di interesse che hanno intimorito molti potenziali acquirenti.

Bloomberg: https://www.bloomberg.com/news/articles/2022-07-15/singapore-home-sales-fall-to-lowest-since-may-2020-on-costs#xj4y7vzkg

 SICUREZZA

Cooperazione UE-ASEAN

Fonti qualificate da Bruxelles affermano che è vicino l’annuncio da parte di UE e ASEAN su un importante vertice congiunto per il prossimo quattrodici dicembre nella capitale belga.

Reuters. https://www.reuters.com/world/china/eu-southeast-asia-hold-first-full-summit-amid-security-fears-2022-07-15/

 ECONOMIA

Cina in Laos

Il Paese del Sud-Est asiatico vive da tempo una profonda crisi economica, acuita dalla pandemia e da due difficili anni. In questo scenario pesa sempre di più il debito accumulato con la Cina che, secondo gli esperti, non può permettersi però un default del Laos.

Asia Times: https://asiatimes.com/2022/07/why-china-cant-let-laos-default/ 

AGRICOLTURAAllevamento di bestiame

L’afta epizootica si sta diffondendo rapidamente in Indonesia per la prima volta in 32 anni e si teme che possa estendersi alle mandrie australiane, per questo i due Paesi stanno progettando interventi congiunti.

The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/07/australia-indonesia-commit-to-fight-foot-and-mouth-disease-outbreak/

 

BUSINESS

Acquistare terreni in Thailandia

La Thailandia è diventata da diversi decenni meta privilegiata di molti investitori internazionali che, secondo fonti del governo di Bangkok, potranno a breve anche possedere pienamente terreni ad uso residenziale grazie ad una nuova legge in cantiere.

CNA: https://www.channelnewsasia.com/business/thailand-foreigner-fully-own-land-residential-use-attract-overseas-investment-2812756 

 

ECONOMIA 

Lavoratori stranieri

Il blocco del flusso migratorio dall’Indonesia legato a un contenzioso sul reclutamento rischia di mettere in ginocchio i produttori malesi di olio di palma. Si stima una carenza di almeno 500mila lavoratori stranieri.

la Repubblica: https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2022/07/15/news/malaysia_e_thailandia_arrivano_pochi_immigrati_e_leconomia_va_in_crisi-357889075/

 

SPORTASEAN Para Games

La più grande compagnia privata thailandese, CP Group, interviene a sostegno degli atleti paralimpici che rappresenteranno Bangkok ai prossimi ASEAN Para Games del 2022 in Indonesia.

The Nation Thailand: https://www.nationthailand.com/life/40017770 

DIRITTILibertà di stampa

Il Primo Ministro malese Ismail Sabri Yaakob ha recentemente ribadito che la stampa e i giornalisti nel Paese devono rimanere liberi ed indipendenti come garantito loro dalla Costituzione malese.

Asia Times: https://asiatimes.com/2022/07/malaysias-ismail-is-all-talk-on-press-freedom/ 

AGRICOLTURA

Olio di palma

Parliamo da mesi della carenza dell’oli vegetali non solo in molti Stati asiatici o nel mondo ma addirittura in Indonesia, il più grande produttore mondiale di olio di palma, che da alcune settimane ne ha vietato l’esportazione.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2022/07/15/indonesias-farmers-need-protection-from-plummeting-palm-oil-prices/

GEOPOLITICA Banche

Lo scandalo dei miliardi sottratti da una “gang criminale” alle banche della provincia dello Henan agita la finanza e la politica cinese, con ripercussioni anche nei rapport con gli Stati del Sud-Est asiatico.

Domani: https://www.editorialedomani.it/politica/mondo/banche-cina-henan-asean-africa-newsletter-t8r1ae1s 

 

BUSINESS

Energia solare in ASEAN

Il governo statunitense, per soddisfare la domanda nazionale di energia elettrica rinnovabile, ha recentemente approvato un’esenzione tariffaria di 24 mesi per i pannelli solari provenienti da quattro Paesi del Sud-Est asiatico: Vietnam, Cambogia, Malesia e Thailandia.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/us-exempts-tariffs-on-vietnamese-solar-panels-for-two-years/