In un nuovo libro, Bao Tong, politico che aveva ricoperto cariche ai vertici del Partito prima di essere epurato per i fatti di Tian’anmen, ha espresso la sua opinione sull’operato di Wen Jiabao: insufficiente. Wen è il capo dell’ala liberale o un abile attore buono solo a tenere buoni i cittadini? In un nuovo libro Bao Tong, un ex politico che aveva ricoperto cariche ai vertici del Partito, ha espresso la sua opinione sull’operato di Wen Jiabao, affermando che al lavoro dell’ex premier darebbe un voto appena sotto alla sufficienza.
La sua opinione si è aggiunta al più ampio dibattito sulla figura del primier uscente: uomo del popolo o attore?
Wen Jiabao è l’attuale premier uscente. Viene considerato un esponente dell’ala più liberale del Partito e in passato si è fatto spesso notare per i suoi discorsi particolarmente aperti e per essere un politico “vicino al popolo”.
Negli anni Ottanta Bao Tong fu una figura di spicco della politica cinese in qualità di membro del Comitato centrale del Partito. Affiliato al Premier Zhao Ziyang, fu epurato e incarcerato in seguito alle proteste di Tian’anmen del 1989.
Per poco, ma Wen è stato bocciato da Bao Tong, che gli darebbe “un punteggio di 59 su cento. Avrebbe raggiunto la sufficienza se solo avesse ottenuto un punto in più”. Il giudizio è stato espresso in un articolo datato 14 marzo e incluso nell’ultimo libro di Bao, A Collection of Essays by Bao Tong, pubblicato a Hong Kong.
Secondo Bao, “i commenti di Wen sono in gran parte la ripetizione di ciò che aveva detto in precedenza Deng Xiaoping […] se Deng poteva fare quegli appelli, perché non potrebbe Wen?”.
E avrebbe anche “consigliato di lodare con prudenza Wen Jiabao per i suoi avvertimenti contro la sinistra maoista ” e soprattutto per “i suoi inusuali rimproveri contro Bo Xilai, l’allora capo del Partito di Chongqing”.
Non è stata la prima volta che Bao Tong ha criticato il Premier. In un’intervista rilasciata a Ian Johnson e pubblicata sul New York Review of Books il 14 giugno disse che “se avesse lavorato per un leader valido, avrebbe potuto fare delle buone cose”, e sentenziò: “non ha raggiunto alcun obbiettivo. Sono sicuro che non sarebbe soddisfatto del proprio lavoro”.
Secondo i media di Hong Kong, “le parole di Bao fanno eco a quelle di altri politici cinesi, secondo i quali Wen, da sempre venduto come il primo ministro del popolo, è stato utilizzato come volto umano della leadership, un fatto che a parer loro non ha lascito un segno positivo sulla sua eredità personale, ma ha aiutato a combattere la diffusa frustrazione dovuta alle resistenze del Partito verso un democrazia di tipo occidentale”.
Il problema è già stato proposto diverse volte. Wen Jiabao si è spesso recato sulla scena di disastri naturali e non, e ha manifestato opinioni molto più liberali di quelle espresse da altri politici (che gli ha valso il titolo di China’s Best Actor di Yu Jie).
Ma Wen è una delle massime autorità all’interno del Partito, e c’è da chiedersi come un uomo politico dalle opinioni così “particolari” avrebbe potuto raggiungere la guida del governo opponendosi a tutto il resto dell’establishment. Una contraddizione che ha spinto molti a chiosare Wen come il “più grande attore della Cina”. Un doppiogiochista.
Secondo Bao Tong, nonostante Wen si sia differenziato da molti politici conservatori e abbia coltivato la sua immagine di riformista con delle occasionali frasi ad effetto, “le opinioni liberali del premier hanno in realtà sempre seguito la linea del Partito, perché lui sapeva bene come essere sempre tatticamente corretto dal punto di vista politico”.
D’altra parte, la sentenza di Bao su Partito Comunista è netta:“Ritengo che la leadership non abbia mai discusso una riforma politica”.
* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.
[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: whosdatedwho.com]