UPDATE – La trappola del reddito medio

In by Simone

(In collaborazione con AGICHINA24) Pubblicato il rapporto anticipato dal WSJ . China 2030 realizzato dalla Banca mondiale e da un importante think-tank cinese prevede: senza una serie di riforme sul “capitalismo di Stato”, la Cina sprofonderà nella crisi. E indica sei direzioni strategiche. (UPDATED)
UPDATE 27 febbraio 2012 Il dossier
Di nuovo rispetto c’è che il dossier identifica sei “direzioni strategiche” che Pechino deve imboccare per evitare che nei prossimi anni la sua crescita risulti dimezzata: completare la transizione verso un’economia di mercato, accelerare il ritmo dell’apertura alle innovazioni, l’adozione di tecnologie “verdi” capaci di risolvere i problemi ambientali e fare da volano allo sviluppo, un’espansione del settore dei servizi, modernizzazione e rafforzamento del sistema fiscale, e infine la ricerca di “relazioni reciprocamente vantaggiose” attraverso una connessione tra queste riforme strutturali e “i cambiamenti in atto nell’economia internazionale”.

27 febbraio 2012 L’anticipazione del Wall Street Journal
Secondo quanto dichiarato al Wall Street Journal da alcuni degli autori del rapporto, “China 2030” solleva tutte le più spinose questioni economiche del modello cinese ed è stato realizzato per influenzare la prossima generazione di leader che guiderà il Paese a partire dall’ottobre di quest’anno.

Nel mirino del dossier ci sono le grandi imprese di Stato, i conglomerati che soprattutto nei dieci anni dell’amministrazione Hu Jintao- Wen Jiabao hanno rappresentato il cuore del sistema capace di garantire alla Cina tassi di crescita stupefacenti, anche dopo la crisi finanziaria globale del 2008.

Le società statali controllano settori chiave come l’energia, le risorse naturali, le telecomunicazioni, le infrastrutture; dominano gli appalti pubblici – chiudendoli alle aziende straniere – , si espandono all’estero e ottengono facile credito dalle banche.

Ma bloccano ai privati l’accesso ai prestiti, paralizzano la concorrenza, obbediscono a un’agenda politica e quelle tra loro capaci di ottenere profitti sono costrette a ridistribuirli alle altre, spesso ridotte a veri e propri carrozzoni di Stato: secondo “China 2030”, insomma, il “modello Cina” ha bisogno di una robusta manutenzione.

La ragione va rintracciata nella “trappola del reddito medio” descritta per la prima volta dagli economisti Indermitt Gill e Homi Kharas, quella situazione in cui per un Paese in via di sviluppo che raggiunge un reddito medio soddisfacente per la maggior parte dei cittadini si ritrova improvvisamente davanti a un arresto della crescita.

Assieme alla Banca Mondiale, “China 2030” è stato redatto dal Centro Ricerche Sviluppo, un influente think-tank cinese che riferisce direttamente al Consiglio di Stato, il più importante organo esecutivo della complessa macchina politica cinese.

Le ricette politiche ed economiche che propone vanno dalla riduzione del ruolo dei conglomerati statali all’introduzione di vere regole di concorrenza nel sistema cinese.

Uno sguardo attento, sempre secondo l’esclusiva del Wall Street Journal, viene rivolto all’immobiliare, un settore in cui tutte le aziende di Stato investono e che ha generato una bolla speculativa che il governo di Pechino tenta da tempo di disinnescare.

Quali effetti politici potrebbe avere il dossier? Di sicuro gode di appoggi importanti all’interno dell’establishment cinese: il vice primo ministro e probabile futuro premier Li Keqiang ha sostenuto il progetto –proposto dal presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick nel corso di un viaggio a Pechino nel 2010- e tra gli autori c’è Liu He, ascoltato consigliere del Comitato Permanente del Politburo, il gotha del Partito comunista cinese.

A livello interno, se la linea tracciata da “China 2030” dovesse in qualche modo essere adottata da Pechino, sancirebbe una vittoria dell’ala più “liberista” del Partito, a scapito di neomaoisti e sostenitori della pianificazione economica a tutti i costi.

Ancora impossibile sapere se il dossier contenga precise previsioni sulla frenata della crescita economica del Dragone. Si saprà nella giornata di oggi.

[Foto di copertina di Tania Di Muzio]