La mia India – Quando il giudice ignora la legge

In by Simone

Il giudice Bhaktavasala ha delle idee strane sulla condizione della donna in India. Secondo lui subire maltrattamenti è "uno dei doveri della donna". Si alza il polverone, ma nel Paese concezioni retrograde spacciate per tradizione sono diffuse più che mai.
Cosa ne fareste di un uomo che ha detto a vostra figlia che subire maltrattamenti è parte dei suoi doveri di donna? E cosa fareste se questo signore fosse colui al quale noi tutti ci rivolgiamo per avere giustizia?

Un certo giudice Bhaktavasala è recentemente salito agli onori della cronaca per la sua gestione di “questioni famigliari” – ovvero casi di divorzio o violenze domestiche.

Qualche tempo fa ha rimproverato un’avvocatessa non sposata per aver difeso una richiesta di divorzio, insinuando che mai avrebbe potuto comprendere il significato del matrimonio, considerato il suo stato civile. Poi ha obbligato una coppia separata a passare un po’ di tempo insieme, nonostante la riluttanza dei due; o almeno, della moglie.

Un discreto polverone si è invece sollevato quando il giudice ha affrontato il caso di un’altra giovane donna che veniva malmenata dal marito in pubblico, a volte anche di notte, quando veniva sbattuta fuori di casa.

La stampa ha riportato le parole del giudice Bhaktavatsala: “Le donne soffrono in ogni matrimonio. Lei è sposata, con due bambini, sa benissimo come ci si sente a soffrire come donna…suo marito ha un buon lavoro, si prenderà cura di lei. Per quale motivo si attacca ancora a questo fatto delle percosse? Lo so che ha provato dolore. Ma ciò non è niente in confronto alla sofferenza quotidiana che sperimenta come donna”.

Poi ha continuato chiedendo alla donna se pure suo padre non fosse abituato a picchiare sua madre, citando infine l’esempio dell’attore Darshan, la cui moglie è tornata a vivere con lui nonostante la maltrattasse. Quando il legale ha mostrato le foto del volto della sua assistita dopo l’aggressione, questo giudice pare abbia detto: “Lei si deve abituare…O divorzia oppure rimane con lui…Che cosa ha in mente? Cosa sta tramando?

Se sua eccellenza il giudice fosse stato appena riempito di botte, forse affronterebbe il problema con una sensibilità diversa. Ma ad ogni modo, le sue considerazioni personali sul tema della violenza contro le mogli non sono un mio problema. Quello è un problema di sua moglie e delle sue figlie. Io mi preoccupo del suo disprezzo per la legge.

Il presidente della Corte suprema del Karnataka ha ricevuto molte petizioni in merito e, alla fine, al giudice Bhaktavatsala sono stati tolti tutti i casi di “questioni famigliari”.

Se questo è un sollievo, è comunque orribile pensare che un uomo del genere probabilmente non verrà penalizzato in alcun modo per il suo sfrontato disprezzo delle leggi che dovrebbe applicare. Solo dio sa quante vite sono state distrutte fino ad oggi da questo signore.

L’anno scorso un cittadino di Bangalore aveva presentato un’istanza per tornare con sua moglie. Il marito sosteneva che la moglie fosse tenuta prigioniera dai propri genitori. In tutta risposta il giudice Bhaktavatsala sottolineò la necessita di emendare l’Hindu Marriage Act (la legge per regolare i matrimoni tra hindu, che dagli anni Settanta permette di sposarsi senza il permesso dei genitori, ndt), così che una ragazza sotto i 21 anni non possa più sposarsi senza il permesso dei propri genitori.

E questo signore, che preferirebbe spedire in carcere un giovane marito amorevole piuttosto che un violento che picchia la moglie, viene pagato da tutti noi. Lavoro sodo e pago le tasse per dar da mangiare a una persona del genere!

E non è l’unico ad avere strane idee sulle donne. V. Shekhar, che rappresentava il Ministero della Salute davanti alla Corte suprema, si adoperò in dichiarazioni come: “La tradizione indiana vieta alle donne di fumare”.

Forse Shekhar non solo non conosce le donne, ma nemmeno il suo Paese. Con i miei occhi ho visto donne fumatrici in Rajasthan, Madhya Pradesh, Maharashtra, Uttar Pradesh, Uttarakhand ed Himachal Pradesh (non ho viaggiato molto nel sud e nel nordest).

Nessuna di queste donne viveva in città, né guardava molti film alla tv. Erano donne più “tradizionali” che mai. Si fumavano le loro bidi (sigarette indiane avvolte in foglie di tendu, molto economiche e diffuse nell’India rurale, ndt) e i loro cilum (strumento conico utilizzato per fumare tabacco e droghe leggere, usato in particolare dai santoni, ndt), spesso davanti ai loro figli.

Promuovevano e tramandavano la loro cultura. Alla faccia della tradizione!

*Annie Zaidi scrive poesie, reportage, racconti e sceneggiature, non necessariamente in quest’ordine. Il suo libro I miei luoghi: a spasso con i banditi ed altre storie vere è stato pubblicato in Italia da Metropoli d’Asia.

[Articolo originale pubblicato su Daily News and Analysis]