La Cina invecchia e vuole alzare l’età pensionabile

In by Simone

Dal 2017 la Cina metterà mano, come annunciato da tempo, al proprio sistema pensionistico. L’età pensionabile sarà presumibilmente innalzata, per contrastare alcune problematiche sociali e soprattutto economiche. Entro il 2045 l’età pensionabile arriverà a 65 anni.Come riportato con grande enfasi dai media locali, Yin Weimin, ministro delle risorse umane e della sicurezza sociale, durante una conferenza stampa svoltasi lunedì scorso, ha precisato che la politica del governo cinese sulle pensioni «sembra non essere aggiornata».

Attualmente, infatti, l’età di pensionamento in Cina è di 60 anni per gli uomini e 55 per le donne impiegate. È di 50 anni, invece, per le operaie. «L’attuale politica è stata formulata circa 60 anni fa, quando l’aspettativa di vita media era relativamente bassa. Dopo tanti anni, l’aspettativa di vita è aumentata», ha detto (come tanti suoi omologhi occidentali) il ministro Yin.

Il ministro ha poi precisato: «Per non parlare della tendenza all’invecchiamento della popolazione. Lo scorso anno il numero di cittadini di età superiore ai 60 ha superato i 220 milioni, pari al 16 per cento della popolazione totale. Attualmente, l’età media di pensionamento in Cina è sotto i 55, rispetto ai circa 65 anni in molti altri paesi. Prendendo tutti questi fattori in considerazione, la Cina dovrebbe aumentare l’età pensionabile, ma solo passo dopo passo fino a raggiungere un livello ragionevole».

Come al solito la Cina procede passo dopo passo, tentativo dopo tentativo: la progressiva implementazione di un innalzamento dell’età pensionabile significherebbe, ha spiegato il ministro, che un lavoratore che è a cinque anni di distanza dal ritiro, quando la nuova politica entrerà in vigore dovrà lavorare altri tre mesi, mentre un lavoratore a sei anni lavorerà sei mesi in più.

Inoltre, precisa il China Daily, non sarà applicata egualmente a tutti i settori delle forze lavoro e un piano di riforma sarà rilasciato per sollecitare l’opinione pubblica entro 12 mesi. Jin Weigang, un ricercatore per il ministero delle risorse umane e della sicurezza sociale, ha detto alla China News Service che il piano probabilmente verrà attuato nel 2022 dopo un periodo transitorio di cinque anni.

Il piano del governo di aumentare l’età pensionabile «è una risposta al fatto che la contrazione della forza lavoro e l’invecchiamento della popolazione hanno cominciato a mordere il sistema del mercato del lavoro e le pensioni del paese».

I dati sulla popolazione del resto sono implacabile nella Cina contemporanea e sono già stati sottolineati più volte, in occasione – ad esempio – della riforma della legge del figlio unico. Si tratta di dati che mostrano che il numero di persone di età compresa tra 16-60 è diminuito a 911 milioni nel 2015, il quarto anno consecutivo di declino. Il 2 dicembre scorso, l’Istituto della Popolazione ed Economia del Lavoro e l’Accademia Cinese delle Scienze Sociali ha pubblicato una relazione preliminare del governo sulla popolazione e il lavoro, in cui i ricercatori hanno suggerito una strategia in due fasi per cambiare l’età di pensionamento.

Come riportato dalla Reuters, infine, c’è un problema anche con i fondi pensione, in Cina. «Gli analisti hanno da tempo messo in guardia la Cina a causa di una grave carenza di finanziamento dei fondi pensione. Alcuni stimano il deficit di cassa potrebbe salire ad essere quasi a 11 trilioni nei prossimi 20 anni. Il ministro avrebbe detto che un cambiamento di politica di pensionamento dovrebbe consentire flessibilità e tener conto delle esigenze dei vari gruppi di lavoro, e non dovrebbe prendere in considerazione solo le entrate e le uscite del fondo pensione».

[Scritto per Eastonline]