Una delegazione del Consolato Italiano di Chongqing ha recentemente visitato Kunming, capoluogo della provincia dello Yunnan, per incontrare le imprese e le autorità locali e per consolidare i rapporti con i cittadini italiani residenti in città. In questa occasione, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Sergio Maffettone, console italiano a Chongqing, e di discutere della presenza italiana nella Cina del sud ovest e dei progetti per il futuro. La sede di Chongqing, operativa da poco più di due anni, ha competenza territoriale anche sulle province del Sichuan, del Guizhou e dello Yunnan, e si affianca alle altre rappresentanze diplomatiche italiane presenti sul territorio cinese: l’Ambasciata d’Italia a Pechino e i Consolati di Shanghai, Canton e Hong Kong.
Sergio Maffettone ha iniziato la sua carriera diplomatica presso la Direzione per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri a Roma. Si è poi trasferito in Albania, dove si è occupato prevalentemente di commercio, e in seguito in Afghanistan, ad Herat, dove per un anno è stato a capo dell’unità civile-militare di ricostruzione. In seguito ha lavorato presso l’Ufficio Politico dell’Ambasciata d’Italia a Pechino, per poi trasferirsi a Chongqing per l’apertura della nuova sede diplomatica.
È la prima volta che visita Kunming? Quale impressione ne ha avuto?
Ero già venuto a Kunming altre volte in passato. È una città in continua crescita, dall’atmosfera dinamica, giovane e internazionale. Lo Yunnan è ormai un importante snodo commerciale internazionale e le autorità locali stanno proponendo quest’area come una piattaforma di scambio tra la Nuova Via della Seta, che collega l’ovest della Cina con l’Europa, e il sud est asiatico.
Questa è una provincia molto interessante anche sul piano sociale, perché presenta una grande integrazione tra i cinesi han, le minoranze etniche e la comunità internazionale. Inoltre, anche l’industria dei servizi è in forte espansione: grazie alle sue bellezze naturali e al suo splendido clima, lo Yunnan è oggi uno dei centri turistici più importanti della Cina.
Quali sono state le ragioni dietro la scelta di aprire un nuovo consolato in Cina, specialmente in un momento economico così delicato? E perché Chongqing è stata scelta come sede?
Facendo un bilancio di questi ultimi due anni, si è trattato di una decisione coraggiosa, ma sicuramente anche lungimirante. Negli ultimi anni alcune sedi diplomatiche italiane all’estero sono state chiuse o accorpate, e si è deciso invece di puntare su un’area della Cina che era cresciuta molto e continuava in questa direzione più delle altre. Tra tutti i paesi cosiddetti Brics – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica -, la Cina presenta contemporaneamente le opportunità e le sfide maggiori per la nostra economia. Al suo interno, il sud ovest ha riportato in questi ultimi anni i tassi di crescita del Pil più alti, e rappresenta oggi il quarto motore economico cinese dopo gli agglomerati urbani che fanno capo a Pechino, Shanghai e Canton. Questo è in parte anche frutto delle politiche di «Go-West» attuate dal governo centrale nei decenni precedenti.
Tra le altre possibili destinazioni, Chongqing è stata scelta perché due importanti aziende italiane, Fiat e Iveco, avevano già avviato consistenti investimenti nell’area. Pur appartenendo allo stesso settore industriale, la prima produce prevalentemente automobili destinate all’uso privato, mentre la seconda si concentra soprattutto su veicoli commerciali.
Inoltre, lo status di municipalità rende Chongqing una realtà molto dinamica, anche perché gode di maggiore autonomia e di particolari agevolazioni. La competenza territoriale è stata estesa alle province confinanti del Sichuan, dello Yunnan e del Guizhou, perché esse presentano caratteristiche simili sia dal punto di vista geografico che economico.
[La delegazione del Consolato italiano di Chongqing: Giuseppe Laganà, Sergio Maffettone, Soada Abdirizzak Renzoni e Gianluca Lusi]
Quale strategia avete adottato nel relazionarvi con le autorità e le imprese locali a Kunming?
Finora abbiamo cercato prevalentemente di farci conoscere. L’Italia è riconosciuta in tutto il mondo come la patria dell’arte e della cultura, dell’Antica Roma, del Rinascimento, del calcio, della moda e della cucina. Questo ci pone in una posizione «di simpatia» nei confronti dei nostri interlocutori in tutto il mondo, ma rischia di offuscare quelli che sono i veri punti di forza dell’economia italiana.
L’Italia è, infatti, il secondo paese manifatturiero in Europa, il quinto a livello mondiale, e detiene una serie di primati in svariati settori. Pertanto, il nostro obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza, tra le autorità locali, delle eccellenze italiane anche in settori meno conosciuti della nostra economia: quello manifatturiero e della produzione industriale, ma anche quello agricolo, della tutela ambientale, dell’aviazione, delle energie rinnovabili, della sanità, e dei macchinari- dalla robotica a quelli di precisione fino a quelli agricoli. Abbiamo invitato le autorità locali a organizzare delegazioni per visitare l’Italia e conoscere da vicino le nostre eccellenze, non soltanto in termini di patrimonio artistico e culturale ma anche della produzione industriale. Questo per far meglio comprendere ai potenziali interlocutori che l’Italia è il partner commerciale ideale per la Cina in diversi settori.
Quali sono, secondo Lei, i settori più promettenti in cui investire nel sud ovest della Cina?
Le autorità cinesi hanno appena pubblicato il tredicesimo piano quinquennale, che cita alcuni settori interessanti per gli investitori stranieri. In questi ultimi anni, l’attenzione e la consapevolezza generale verso tematiche quali la protezione dell’ambiente, la sicurezza alimentare e la sanità sono aumentate, e tutti questi ambiti offrono una serie di opportunità per le imprese straniere. Altri settori promettenti sono quello agricolo, dell’architettura, della pianificazione urbana e del design.
Si parla tanto di come la Cina stia investendo nell’edilizia e costruendo ad una velocità elevatissima. Tuttavia, in futuro, le costruzioni vecchie dovranno anche essere ammodernate e rinnovate. Imprese straniere in grado di offrire soluzioni tecnologiche più avanzate ed ecosostenibili dovrebbero pertanto pensare di investire in quest’area. L’Italia, in tutti questi campi, ha molto da offrire.
Quali opportunità esistono nel settore dell’istruzione? L’interesse per l’apprendimento della lingua italiana è in crescita?
Siamo puntando molto sul settore dell’istruzione. Recentemente, sempre più cittadini cinesi si sono dimostrati interessati a venire a studiare in Italia, specialmente per chi si specializza in quei settori dove l’Italia eccelle, quali arte, pittura, scultura, design — della moda, degli interni e automobilistico – opera lirica e architettura, ma anche economia e ingegneria. Per questi studenti, conoscere la lingua italiana rappresenta un vantaggio e una qualificazione aggiuntiva, che permetterà loro di acquisire conoscenze e abilità specifiche durante il soggiorno in Italia e, di conseguenza, di essere altamente competitivi sul mercato del lavoro, non solo cinese ma anche internazionale.
In aggiunta, investire nel settore educativo e promuovere gli scambi culturali ha un effetto positivo sulle relazioni tra Cina e Italia in generale.
Durante la nostra visita a Kunming, abbiamo incontrato una delegazione del dipartimento per l’istruzione del governo dello Yunnan, per illustrare il nostro progetto, che ricalca quanto già fatto in altre sedi in Cina in questi due anni. A Chongqing, per esempio, abbiamo supervisionato la creazione di corsi di lingua italiana in università, istituti privati e scuole pubbliche, avviando una cooperazione con università in Italia che offrono contemporaneamente corsi di lingua cinese e di glottodidattica, per reclutare professori italiani disposti a venire a lavorare in Cina. In cambio, le scuole cinesi pagano un salario agli insegnanti e si occupano di fornire alloggio e assistenza per il visto lavorativo. Il nostro ruolo è di vigilare sulla sostenibilità di tale cooperazione, e di garantire qualità e continuità al progetto. Il percorso è rivolto a studenti di tutte le età, già a partire dalla scuola elementare. Recentemente il Consolato è stato reso partecipe di un progetto pilota, grazie al quale 530 studenti di una scuola primaria di Chongqing stanno ora studiando la lingua italiana, utilizzando altrettanti libri di testo donati dal Ministero degli Affari Esteri.
In quali settori si riscontra una maggiore presenza di imprenditori e investimenti italiani?
Nello Yunnan, gli imprenditori italiani hanno investito prevalentemente nel settore del commercio e dell’agroalimentare. L’esportazione di funghi e tartufi è un business di successo, e tali prodotti sono molto apprezzati in Italia sia per la buona qualità che per i prezzi competitivi. A livello nazionale, Cina e Italia stanno discutendo di nuovi accordi bilaterali che permetteranno di aumentare le opportunità per il settore dell’import/export in entrambi i Paesi. In futuro, cercheremo di aumentare gli investimenti e la collaborazione nei settori dell’aviazione, del turismo, della sanità, dei macchinari e dell’architettura.
E qual è invece la situazione degli investimenti italiani a Chongqing e Chengdu?
Le aziende italiane, prime fra tutte le già menzionate Fiat e Iveco, hanno investito prevalentemente nel settore manifatturiero, della motoristica e della logistica. Quest’ultimo settore è particolarmente interessante per la posizione geografica del sud ovest della Cina e il suo ruolo connesso alla Nuova Via della Seta. Inoltre, stiamo cercando di promuovere investimenti nel settore della sanità, dell’agricoltura, e dell’energia. Altri imprenditori sono attivi nel commercio agroalimentare, anche se, soprattutto per quanto riguarda l’esportazione del vino in Cina, questo settore richiederebbe ulteriori riflessioni e un maggiore coordinamento tra i produttori italiani.
Chengdu ospita in questi giorni la fiera internazionale dell’agroalimentare (China Food & Drinks Fair), che speriamo possa essere l’occasione per discutere di quale direzione dare al vino italiano in Cina. Il presupposto è la situazione del vino italiano in Cina oggi è identica a quella del vino italiano negli Stati Uniti trent’anni fa – paese nel quale ha raggiunto invece oggi una posizione di leader sul mercato. Ad Hong Kong, il vino italiano già spopola, poiché i consumatori scelgono sulla base del gusto e non soltanto del prezzo. È necessario perciò promuovere eventi di degustazione e di diffusione della nostra cultura del cibo e del vino, per rendere i consumatori cinesi consapevoli dell’eccezionale qualità e varietà dei vini italiani, che non hanno eguali nel mondo.
Quali sono gli eventi in programma a Kunming nei prossimi mesi?
A Kunming aprirà presto un nuovo Centro Visti italiano, per rendere più agevoli le richieste di visti e incrementare il turismo cinese in Italia. Infatti, in seguito all’apertura di un centro visti italiano a Chongqing e di un nuovo collegamento aereo diretto con Roma gestito dalla compagnia Hainan Airlines, il numero di turisti che ha visitato il nostro paese è cresciuto del 238 per cento. In futuro, speriamo possa essere lanciato anche un collegamento aereo diretto con Roma o Milano da Kunming, e siamo certi che l’apertura di questo nuovo Centro Visti faciliterà il turismo da e verso l’Italia. Per l’occasione, organizzeremo un evento all’interno del quale troveranno spazio anche la promozione della cultura e della gastronomia italiana.
Inoltre, stiamo programmando un evento promozionale in ambito educativo, per far conoscere agli studenti dello Yunnan le opportunità di studio in Italia e informare sulle procedure e sull’offerta formativa.
Speriamo inoltre, con il supporto del governo locale, di riuscire a portare la televisione italiana in questa provincia. Grazie allo sforzo congiunto delle autorità italiane e cinesi, il numero dei nostri concittadini che hanno questa zona della Cina, fino a poco fa quasi sconosciuta, è triplicato negli ultimi tre anni.
Infine, parteciperemo alla China-South Asia Expo di Kunming a giugno di quest’anno (中国南亚博览会). Coinvolgendo anche le altre rappresentanze italiane in Cina e nel Sud est asiatico, faremo da supporto alle aziende italiane interessate a partecipare a questo evento, organizzando un forum economico-commerciale e incontri B2B tra le imprese. Eventi come questo sono fondamentali per permettere alle imprese straniere e locali di conoscersi. È nostra intenzione fornire loro una cornice istituzionale, all’interno della quale possano sentirsi protette, per incentivare gli scambi, discutere di progetti e gettare le basi per future cooperazioni.
Questa intervista è stata originariamente pubblicata, in lingua inglese, sul sito www.gokunming.com.
[Foto credit: Chiara Ferraris]* Chiara Ferraris è laureata con tesi sulla comunicazione politica in Cina. Nel 2012, dopo periodi di studio in Corea del Sud, Austria e Pechino, si è trasferita a Kunming, dove insegna italiano, scrive e traduce.