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In Cina e in Asia – Xi: le forze armate si preparino per i combattimenti veri

In Notizie Brevi by Serena Console

I titoli di oggi:

  • Xi: le forze armate si preparino per i combattimenti veri
  • Arrestato per corruzione il giudice della corte suprema cinese 
  • Pechino rafforza il suo ruolo come mediatore nei conflitti internazionali
  • La Cina riscrive la storia sulla pandemia

Resta alta la tensione nello Stretto di Taiwan. In occasione di un’ispezione navale nel Guangdong a conclusione delle esercitazioni aero-navali cinesi attorno all’isola di Taiwan, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto alle sue forze armate di serrare i ranghi e di “rafforzare l’addestramento nella direzione di combattimenti veri” invitando ad “approfondire la ricerca su questioni belliche e operative, a innovare concetti e metodi di combattimento e di addestramento” collegati ai casi specifici. Tradotto: le forze armate cinesi si devono addestrare per essere pronte ad affrontare dei veri combattimenti. Si tratta, secondo il leader comunista ripreso dalla tv statale Cctv, di passaggi necessari per arrivare a “forze armate di classe mondiale sotto tutti gli aspetti”. Proprio sulla zona settentrionale dell’isola Pechino stabilirà una no-fly zone, nella giornata di domenica 16 aprile, ma la misura durerà soltanto 27 minuti, contro i tre giorni inizialmente previsti. La durata dell’area di interdizione al volo appare una marcia indietro di Pechino, dopo le rimostranze di Taipei sull’imposizione di una no-fly zone volute dal 16 al 18 aprile prossimi: l’area interessata dal divieto si trova 85 miglia nautiche a nord di Taiwan, ed è all’interno della zona di identificazione aerea di Difesa.

Le parole di Xi e la decisione di Pechino arrivano all’indomani della dichiarazione congiunta rilasciata da Stati Uniti e Filippine, al termine loro dialogo ‘2+2’ (tra i rispettivi ministri degli Esteri e della Difesa), in cui è tra l’altro menzionato che le due parti promuoveranno il rapido dispiegamento di nuove basi militari americane nelle Filippine. Le nuove quattro basi militari statunitensi – ha dichiarato Washington – saranno utilizzate per sostenere il paese asiatico in caso di disastri naturali, ma anche per rafforzare la politica di “deterrenza” nei confronti della Cina, sempre più assertiva nella regione, entro i prossimi 10 anni. 

Arrestato per corruzione il giudice della corte suprema cinese 

La corruzione è entrata anche nelle aule della Corte suprema cinese. La nuova vittima della campagna anti-corruzione lanciata dal presidente Xi Jinping è Meng Xiang. Ex direttore dell’ufficio di esecuzione della Corte suprema del popolo e membro del suo comitato di prova, è stato condannato a 12 anni di reclusione per aver accettato tangenti per un valore di 22,7 milioni di yuan (3,3 milioni di dollari) tra il 2003 e il 2020, in cambio del proprio benestare nei processi in cui erano coinvolti alte personalità politiche, nella selezione dei quadri del Partito e in una serie di progetti edilizi. Nominato nel 2016 a capo dell’ufficio che si occupa di supervisionare il buon funzionamento dell’apparato giudiziario, Meng è finito sotto inchiesta due anni fa nell’ambito della campagna anti corruzione che colpisce i membri che rappresentano il sistema giudiziario e le forze dell’ordine.

Pechino rafforza il suo ruolo come mediatore nei conflitti internazionali

La Cina è al lavoro per attestarsi come mediatore dei conflitti internazionali. Il ministro degli Esteri Qin Gang è arrivato nella giornata di ieri a Samarcanda, in Uzbekistan, per prendere parte alla quarta conferenza dei paesi vicini all’Afghanistan e discutere della situazione nel paese sotto il controllo dei talebani. Ma prima i rapporti commerciali. Nella capitale uzbeka Qin ha incontrato il presidente Shavkat Mirziyoyev e il ministro degli Esteri ad interim Bakhtiyor Saidov per cementare le relazioni tra Pechino e Samarcanda. Una nuova linea ferrovia transfrontaliera, nell’ambito della Belt and Road Initiative, ma anche il via alla cooperazione in settori quali il commercio, gli investimenti, i gasdotti, l’energia verde, le infrastrutture agricole, la sanità pubblica, il turismo, la cultura sono stati i dossier al centro del loro incontro. Lo svolgimento dei colloqui sull’Afghanistan fa accrescere il profilo geopolitico dell’Uzbekistan, che ha ospitato Xi Jinping in autunno e il segretario di Stato americano Antony Blinken il mese scorso. 

Ma Pechino osserva con attenzione anche il conflitto arabo-israeliano. L’inviato speciale per gli affari mediorientali, Zhai Jun, nel suo faccia a faccia con il sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari politici e di pace, Rosemary DiCarlo, ha ribadito l’intenzione di Pechino rafforzare la cooperazione con l’Onu per mediare le tensioni nella regione. L’incontro tra i due alti funzionari è avvenuto quattro giorni dopo i colloqui che Zhai ha avuto con i diplomatici arabi e l’ambasciatore israeliano in Cina, Irit Ben-Abba Vitale.

La Cina riscrive la storia sulla pandemia

Nascondere i numeri, censurare le polemiche e i commenti che contraddicono la linea del governo cinese e promuovere una narrativa a favore dei successi del Partito nella lotta contro il Covid-19. Pechino sta affilando le armi per riscrivere la storia sulla battaglia contro il virus. A suo favore, ovviamente. Il Wall Street Journal riporta che Pechino sta cercando di rimodulare il ricordo e il dibattito pubblico sugli oltre tre anni di pandemia in Cina, adottando un approccio simile a quello applicato all’indomani del massacro di Piazza Tiananmen nel 1989. A differenza di più di 30 anni fa, questa volta Pechino deve gestire anche la grancassa dei social media: qui le autorità hanno cancellato ogni discussione sull’impatto psicologico ed economico determinato dalla pandemia e dalla strategia Zero-Covid. 

A cura di Serena Console