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In Cina e Asia – Putin promette di “studiare con attenzione” la posizione cinese sull’Ucraina

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Cina-Russia, al primo giorno di colloqui Putin promette di “studiare con attenzione” la posizione cinese sull’Ucraina
  • Cina, la campagna anticorruzione arriva nel mondo dei chip
  • Cina, il Consiglio di stato è sempre più legato al Pcc
  • India, la visita premier giapponese Kishida
  • Thailandia: il primo ministro Prayut scioglie il parlamento, elezioni entro maggio
  • Sri Lanka, il Fmi approva un salvataggio da 3 miliardi di dollari

Vladimir Putin promette di “studiare con attenzione” il position paper di Pechino sulla guerra in Ucraina. Il colloquio di lunedì 20 marzo è stato il primo di una serie di discussioni che i due leader affronteranno nel corso dei tre giorni che Xi Jinping trascorrerà a Mosca, la sua prima visita di stato dalla rielelezione a presidente per un terzo – eccezionale – mandato. La Russia è stata anche la prima meta di Xi all’estero quando venne eletto presidente per la prima volta, ha sottolineato il leader cinese. Xi e Putin hanno parlato per circa quattro ore, dedicando poi una breve sessione di commenti pubblici a favor di camera.

Non è stata esplicitamente menzionata la guerra in Ucraina, sottolineano oggi la maggior parte dei media statunitensi, mentre l’agenzia di stampa cinese Xinhua segnala che “le due parti si sono scambiate opinioni approfondite sulla questione ucraina”. Il primo incontro Xi-Putin è stato un’occasione per ribadire, innanzitutto, la partnership tra i due paesi: Xi ha parlato di sviluppare le relazioni con il suo “più grande vicino” come una “scelta strategica” sulla base degli “interessi fondamentali di Pechino e delle tendenze prevalenti nel mondo”.

Cina, la campagna anticorruzione arriva nel mondo dei chip

Il pugno di Pechino contro la corruzione nei giganti tech arriva fino alle radici del settore: i capitali che muovono l’industria nazionale dei microchip. Si tratta dell’ex presidente di Tsinghua Unigroup, Zhao Weiguo, scomparso lo scorso luglio e da allora ritiratosi dai vertici del gruppo azionario noto per gli investimenti nel campo dei semiconduttori. Il 55enne è accusato di acquisto improprio di beni e servizi attraverso le filiali del gruppo, e di coinvolgimento improprio di parenti e amici negli affari di Tsinghua Unigroup. I capi d’accusa sono stati resi noti lunedì 20 marzo dalla Commissione nazionale di vigilanza, il principale organo addetto alla gestione della campagna anticorruzione.

Nel comunicato di afferma che Zhao “gestiva la società statale come suo feudo privato” e si sottolinea l’importanza strategica degli affari del gruppo che, sotto la supervisione dell’accusato, rischiavano di porre una minaccia per “l’interesse nazionale”.  L’arresto dell’ex presidente del conglomerato si inserisce in una lunga serie di arresti iniziati in vista del 20° Congresso del Partito comunista cinese, e di cui si iniziano solo in questi mesi a conoscere i dettagli.

Nel frattempo, il governo sta continuando la sua corsa contro il tempo per rendere la Cina più autonoma ed efficiente nel campo dello sviluppo di microchip di ultima generazione, e questa volta i capitali li offre direttamente lo stato. Come evidenzia un recente approfondimento pubblicato dal Financial Times, Pechino ha rilasciato un pacchetto di aiuti e sovvenzioni destinati a poche aziende selezionate per la loro competitività nel settore, con l’intenzione di spingere ulteriormente la ricerca e lo sviluppo nazionale delle tecnologie chiave.

Cina, il Consiglio di stato è sempre più legato al Pcc

Che a Pechino sia in corso una profonda revisione dei rapporti tra stato e Partito è cosa risaputa. Ma ad aggiungere un altro elemento nel grande quadro della politica cinese arriva la prima vera riunione del Consiglio di stato che, nelle parole del premier Li Qiang, evidenzia un netto posizionamento degli organi statali sotto la guida del Pcc. Il Consiglio deve “assicurare la solida e fedele attuazione delle decisioni e dei piani presi dalla leadership centrale del Partito comunista”, ha detto Li durante l’incontro, avvenuto lo scorso 17 marzo.

Un’affermazione che appare in controtendenza rispetto alle parole del suo predecessore, Li Keqiang, che durante la sua prima riunione dall’inizio del mandato di primo ministro aveva messo l’accento sulle responsabilità del governo nei confronti dei cittadini. Non tutti gli analisti concordano sulle prospettive di indebolimento del gabinetto cinese: il Consiglio è “un organismo con un alto grado di flessibilità e creatività”, ha spiegato il ricercatore del Taihe Institute Xie Maosong al South China Morning Post.

Nel frattempo, il numero 5 del Politburo Cai Qi ha assunto la carica di direttore dell’Ufficio generale del Comitato centrale del Pcc. L’istituzione di occupa di redarre e rendere note le direttive di Partito e da tempo non veniva diretto da un membro apicale del Pcc. L’ultimo caso risale all’epoca della Rivoluzione culturale, quando il ruolo fu assegnato al capo delle guardie del corpo di Mao Zedong, Wang Dongxing.

India, la visita premier giapponese Kishida

Il primo ministro indiano Narendra Modi ha incontrato l’omologo giapponese Fumio Kishida, arrivato lunedì 20 marzo per una visita di due giorni. “Miglioreremo la connettività della regione indo-pacifica”, ha detto Kishida, affinché possa diventare “un luogo che valorizzi la libertà, lo stato di diritto, libero da ogni coercizione”. Centrale, dunque, il tema della sicurezza: secondo quanto riportato dai rispettivi comunicati, i premier si sono confrontati sulla crisi Ucraina e sull’espansione cinese nel Pacifico.

La promessa di approfondire la cooperazione tra i due paesi nel segno dei “valori condivisi” e dell’impegno per una regione indopacifica “aperta e libera” non arriva per caso: Nuova Delhi e Tokyo ricoprono la presidenza di turno per il 2023 rispettivamente di G20 e G7. Il giorno successivo è prevista la visita di Fumio Kishida in Ucraina, dove incontrerà il presidente Volodymyr Zelensky.

Thailandia: il primo ministro Prayut scioglie il parlamento, elezioni entro maggio

Su indicazione del primo ministro thailandese Prayut Chan-o-cha, lunedì il re della Thailandia Maha Vajiralongkorn ha approvato lo scioglimento anticipato della Camera dei rappresentanti. La fine naturale della legislatura era prevista per giovedì 23 marzo. Inizia così ufficialmente la campagna elettorale in vista della chiamata alle une che, secondo la costituzione del 2017, dovrà arrivare tra i 45 e i 60 giorni dallo scioglimento del parlamento. Come riportato da Nikkei Asia, la Commissione elettorale thailandese dovrebbe rendere nota la data delle elezioni già questa settimana. Il giorno più probabile è il 7 maggio (già data provvisoria). Intanto, secondo i sondaggi cresce la popolarità del partito Pheu Thai e della sua candidata premier, Paetongtarn Shinawatra (Qui un nostro approfondimento sulle elezioni thailandesi).

Sri Lanka, il Fmi approva un salvataggio da 3 miliardi di dollari

Lunedì 20 marzo il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dato il via libera a un salvataggio da 3 miliardi di dollari nei confronti dello Sri Lanka che, dallo scorso anno, è sprofondato in una grave crisi economica e finanziaria. La decisione permette di sbloccare immediatamente 333 milioni di dollari di aiuti per la ristrutturazione del debito, che oggi ammonta a 95 miliardi di dollari – il 130% del Pil. Le autorità si sono impegnate, in cambio, ad attuare una serie di riforme fiscali, monetarie e amministrative.

A cura di Sabrina Moles, ha collaborato Francesco Mattogno