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In Cina e Asia – Tra Xi e Putin non è tutto rose e fiori

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

I titoli di oggi:

  • Tra Xi e Putin non è tutto rose e fiori
  • Xi declina incontro con il Papa
  • Gli Usa rafforzano i controlli sugli investimenti straniere nelle tecnologie strategiche
  • La Cina censura i commenti di Tedros sulla fine della pandemia
  • Quattro paesi controllano il 90% degli IDE europei in Cina
  • La Cina minaccia i trasgressori della Cybersecurity Law con multe da 50 milioni di yuan
  • Il Giappone allenta le misure anti-Covid per rilanciare il turismo 

“La Cina è pronta a collaborare con la Russia per estendere un forte sostegno reciproco su questioni riguardanti i rispettivi interessi fondamentali”. Lo ha dichiarato ieri Xi Jinping incontrando Vladimir Putin a Samarcanda. Il capo del Cremlino ha risposto ringraziando “la posizione equilibrata dei nostri amici cinesi” in merito alla guerra russo-ucraina. Putin ha paragonato le relazioni bilaterali a un ” tandem di politica estera” fondamentale per la stabilità globale e regionale. Letteralmente: “Sosteniamo congiuntamente la formazione di un ordine mondiale giusto, democratico e multipolare basato su regole internazionali e sul ruolo centrale delle Nazioni Unite“. Il presidente russo si è poi accodato alle dichiarazioni dei colleghi centroasiatici su Taiwan: “Intendiamo aderire fermamente al principio di ‘una sola Cina'”.

Ma, come dicono gli inglesi, “il Diavolo è nei dettagli”. Non solo secondo l’analista Temur Umarov è la prima volta che il presidente russo usa la parola “tandem” anziché “alleanza” o “amicizia”. Un virgolettato attribuito a Putin fa luce sul disagio provato da Xi: “la Russia comprende “le preoccupazioni della Cina sulla questione ucraina” e intende “chiarire la posizione russa” a tal proposito “nonostante l’argomento sia già stato discusso in passato”. Insomma, nonostante la sbandierata intesa sulla volontà di riformare l’ordine mondiale per renderlo più democratico e giusto, tra Mosca e Pechino non è tutto rose e fiori. Come fatto notare più volte su queste colonne, pur condividendo l’ostilità della Russia nei confronti della NATO, la Cina non ha mai concesso a Putin nulla di più che supporto verbale. E quando lo ha fatto solo per proprio vantaggio personale, come nel caso delle importazioni di idrocarburi russi. Con Mosca in serie difficoltà sul campo di battaglia, l’asimmetria delle relazioni sino-russe andrà accentuandosi. Ed ecco che, come scrivevamo ieri, Xi può permettersi anche di appoggiare velatamente la causa kazaka contro le mire espansionistiche di Mosca.

Prima dell’incontro con Putin, Xi aveva tenuto colloqui con il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev. Il bilaterale ha suggellato un’espansione della cooperazione bilaterale. Tra le priorità i media locali hanno citato l’industria automobilistica, l’energia verde, l’agricoltura e lo sviluppo delle infrastrutture. L’Uzbekistan studierà l’esperienza accumulata dalla Cina in 30 anni di lotta alla povertà. Il governo di Tashkent ha affermato che le due parti hanno firmato accordi per un valore di 15 miliardi di dollari, che abbracciano scambi commerciali, investimenti e cooperazione finanziaria e tecnica. Secondo il Scmp, mentre nell’immediato il gas fa ancora la parte del leone, si percepisce l’intenzione di rafforzare il partenariato con gli Stan nell’energia verde.

Considerato che Xi era certamente l’ospite d’onore, ha fatto alzare qualche sopracciglio la sua assenza alla cena di gala dei leader della Shanghai Cooperation Organization (SCO). Molto probabilmente si tratta di una scelta dettata dal Covid. Il presidente cinese ha indossato la mascherina durante tutto il viaggio, fatta eccezione per i colloqui con Putin e Mirziyoyev. Sempre di ieri la notizia dell’ingresso ufficiale dell’Iran nell’organizzazione. 

Atteso per oggi invece l’incontro tra Narendra Modi e Putin. Un difficile equilibrismo per il premier indiano che dovrà continuare a mantenere aperti i rubinetti del petrolio russo senza far indispettire ulteriormente i partner del Quad.

Xi declina incontro con il Papa

La Cina avrebbe declinato un incontro tra Papa Francesco e Xi Jinping, mentre i due si trovavano in Kazakistan. Secondo una fonte vaticana, la Santa Sede avrebbe proposto un meeting tra i due, ma le autorità cinesi hanno risposto che “il tempo non era abbastanza”. La parte cinese ha però detto di aver “apprezzato il gesto”, ma che non c’era tempo libero nell’agenda di Xi. Sia il Papa che Xi erano a Nur-Sultan mercoledì. Xi era lì per una visita ufficiale e il Papa era lì per partecipare a un congresso dei leader religiosi mondiali.

Gli Usa rafforzano i controlli sugli investimenti straniere nelle tecnologie strategiche

Biden ha chiesto maggiori controlli sugli investimenti stranieri nei settori strategici. Con un ordine esecutivo emesso ieri il presidente americano ha incaricato la Committee on Foreign Investment in the United States di aumentare lo screening sui finanziamenti che interessano “tecnologie emergenti e critiche prioritarie, come semiconduttori, tecnologie quantistiche, biotecnologia e intelligenza artificiale, nonché considerazioni sulla catena di approvvigionamento”. La Cina non è citata espressamente, ma i settori sono gli stessi del Made in China 2025, il piano con cui Pechino ambisce a rendere il gigante asiatico una superpotenza tecnologica. Le nuove misure interessano anche l’utilizzo dei dati sensibili. 

L’annuncio giunge contestualmente alla pubblicazione di un rapporto, ripreso dal WSJ, che mostra come enti, fondi, privati e società controllati dal governo cinese hanno investito almeno 4 miliardi di dollari in società di capitale di rischio statunitensi dal 2010 a oggi. Altri 3,5 miliardi di dollari sono andati alle società di private equity.

La Cina censura i commenti di Tedros sulla fine della pandemia

Mentre Chengdu e l’isola di Hainan allentano le restrizioni sanitarie, in molte parti della Cina la situazione epidemica comincia a irritare i cittadini. Soprattutto dopo le dichiarazioni del segretario generale dell’OMS. “We are not there yet, but the end is in sight,” ha affermato  Tedros Adhanom Ghebreyesus parlando della pandemia. L’incoraggiamento di Tedros ha ispirato commenti sarcastici sul web cinese. C’è chi ha invitato il resto del mondo a ringraziare la Zero Covid cinese. Chi invece si abbandona allo sconforto.  “Se la pandemia non finirà questo novembre, per me sarà come se la fine del mondo è in arrivo”, ha scritto un altro utente su Weibo. Diventati virali in rete

Secondo le statistiche ufficiali, ieri in tutta la Cina risultavano esserci solo 126 casi. Tuttavia, le richieste di aiuto comparse sui social cinesi lasciano intendere che la situazione epidemica in Tibet sia molto più grave di quanto non vogliano ammettere le autorità.

Quattro paesi controllano il 90% degli IDE europei in Cina

Quando si parla di investimenti europei in Cina si rischia di generalizzare. Secondo uno studio di Rhodium Group, le tre grandi case automobilistiche tedesche – Volkswagen, BMW e Daimler,  – così come il gruppo chimico BASF, hanno rappresentato ben un terzo di tutti gli investimenti europei in Cina tra il 2018 e il 2021. Dalla ricerca emerge che nello stesso periodo la Germania ha rappresentato il 43% degli investimenti diretti esteri (IDE), rispetto al 34% del decennio precedente. Seguono Paesi Bassi, Gran Bretagna e Francia. Cinque settori (automobilistico, alimentare, farmaceutico/biotecnologico, chimico e manifatturiero di prodotti di consumo) rappresentano ormai quasi il 70% di tutti gli IDE, rispetto al 57% degli anni 2008-2012 e al 65% del periodo 2013-2017. Resta da vedere se il trend verrà confermato nel prossimo futuro. L’uscita di scena di Angela Merkel ha coinciso con un ripensamento della politica estera tedesca nei confronti della Cina. Non solo. L’indagine evidenzia come dall’inizio del Covid praticamente gli investimenti diretti europei si siano fermati. Fenomeno passeggero o la fine di un’era?

La Cina minaccia i trasgressori della Cybersecurity Law con multe da 50 milioni di yuan
L’ente cinese per la regolamentazione di internet ha in cantiere multe salatissime per chi viola la legge sulla cybersicurezza introdotta nel 2016. Secondo, nuove regole provvisorie sottoposte a consultazioni pubbliche la pena massima per i trasgressori passerebbe da 1 milione a 50 milioni di yuan. Secondo gli esperti, è il segno che la campagna di rettificazione delle big tech non è conclusa. I provvedimenti confermano inoltre un potenziamento del ruolo della Cyber Administration of China (CAC), che oltre a formulare le regole è sempre più coinvolta nella fase attuativa. Ad agosto, il viceministro della CAC, Niu Yibing, aveva annunciato il lancio del Cyberspace Law Enforcement and Supervision Bureau per “rafforzare l’applicazione nel cyberspazio”.
Il Giappone allenta le misure anti-Covid per rilanciare il turismo 

Per rilanciare il turismo, il Giappone ripristinerà gli ingressi individuali, in casi di permanenza breve anche senza bisogno del visto. Secondo il Nikkei, il primo ministro Fumio Kishida si prepara a dare l’annuncio nei prossimi giorni. Proprio questa settimana, il vicesegretario capo di Gabinetto, Seiji Kihara, aveva confermato  che il governo sta rivalutando le politiche di controllo, già allentate recentemente con l’apertura giornaliera dei confini a 50mila persone. Contestualmente verrà lanciato un piano di sussidi per rilanciare il turismo interno, noto come Go Go Travel, che prevede la distribuzione di 77 dollari a persona.

A cura di Alessandra Colarizi