In Cina e Asia – Proteste pro-ferrovia in Sichuan

In by Gabriele Battaglia

A Linshui, in Sichuan, proteste per la costruzione di una ferrovia. Le autorità giudiziarie di Pechino hanno incriminato ufficialmente l’avvocato e attivista Pu Zhiqiang. L’ex stella dell’Nba Michael Jordan impelagato in una causa sullo sfruttamento abusivo del suo nome e del suo marchio. In Giappone infine, dove il sindaco di Osaka Hashimoto ha annunciato che lascerà la politica alla fine del mandato dopo il risultato non positivo del referendum voluto dal suo partito. CINA – Protesta pro-ferrovia

In Cina si protesta non contro una ferrovia, ma per averla. È quanto sta succedendo a Linshui, nel Sichuan, dove decine di migliaia di residenti sono scesi in piazza e si sono scontrati con la polizia per reclamare il diritto ad avere una nuova linea ferroviaria che invece è stata destinata a Guangang, la città natale di Deng Xiaoping.
I cittadini di Linshui lamentano il fatto di non avere un collegamento decente e che la scelta sia caduta su Guangang solo perché ha dato i natali al piccolo Timoniere. Siamo al di là sia delle proteste per difendere la terra o il lavoro, sia da quelle dei Nimby che non vogliono qualche “fastidio” vicino a casa. Qui si vuole la ferrovia perché viene associata a una prospettiva di sviluppo.

CINA – Li in Sudamerica

Il premier Li Keqiang sta andando in Sud America, dove in otto giorni visiterà Brasile, Colombia, Perù e Cile. Al centro della sua missione, la progettazione e costruzione di infrastrutture, tra cui una ferrovia cross-andina che dovrebbe andare dalla costa atlantica del Brasile a quella pacifica del Perù.
Un’alternativa al canale di Panama. Settore aeronautico, agricoltura e accordi legati all’internazionalizzazione del Renminbi sono gli altri punti all’ordine del giorno, con l’annuncio di 50 miliardi di dollari destinati al Brasile come investimento cinese per collaborare all’allestimento delle Olimpiadi 2016.

CINA – Pu Zhiqiang incriminato

Foto credit: guardian.com

Le autorità giudiziarie di Pechino hanno incriminato venerdì scorso l’avvocato attivista per i diritti umani, Pu Zhiqiang, con l’accusa di "incitamento all’odio etnico" e "turbamento dell’ordine e provocazione", dopo aver stralciato altre due accuse. Pu, che si trova in carcere già da un anno circa, potrebbe ora essere condannato a otto anni, secondo stime della sua difesa.
A incriminarlo, ci sono una trentina di messaggi da lui postati tra il 2011 e il 2014 su Weibo, in cui esprimeva critiche e giudizi tranchant contro politiche del governo cinese e singoli uomini politici. Nel suo mirino, soprattutto, le politiche nei confronti delle minoranze etniche in Xinjiang e Tibet e il Partito, che in un post giudicava incapace di sopravvivere "senza menzogne". Secondo gli attivisti pro-diritti civili, il caso di Pu si inserisce nel più ampio giro di vite messo in atto da Xi Jinping contro la libertà d’espressione

CINA – Copyright in Cina, i guai giudiziari di Michael Jordan

Michael Jordan, il famoso giocatore di basket, è impigliato in una lite legale in Cina per l’abusivo sfruttamento del suo nome e del suo marchio. Una vicenda che riguarda molte ditte straniere operanti sul mercato cinese. La Corte d’Appello di Pechino ha confermato la sentenza di primo grado che dava torto all’atleta americano. I suoi legali stanno preparando il ricorso alla Corte Suprema.
La ditta locale, Qiaodan Sports, basata nella provincia del Fujian, avrebbe usato, secondo la difesa del campione, il suo nome tradotto in cinese e il suo famoso numero, 23, per costruire il proprio business in un paese pazzo per il basket. Tutto legale, per ora.

GIAPPONE – Lo "Hashista" si ritira e causa problemi al premier Abe

Foto credit: japantimes.co.jp

E’ stato il fenomeno politico giapponese degli ultimi 5 anni o poco più. Toru Hashimoto, il giovane sindaco di ultradestra di Osaka, terza città del Giappone, ha annunciato il suo ritiro dalla politica alla fine del suo mandato da sindaco, all’indomani dal fallimento del referendum che avrebbe trasformato Osaka da città a area metropolitana, unendo il governo di città e prefettura in un solo organismo. il margine di vittoria è stato di appena 10 mila voti, non sufficienti a confermare il risultato.
Salito agli onori delle cronache per essere riuscito a diventare prima governatore della prefettura e poi sindaco della città di Osaka da "fuori casta" (suo padre era un membro di un clan yakuza di discendenza burakumin, gli intoccabili della società giapponese), il 45enne politico era riuscito a lanciare la propria piattaforma politica locale (il partito per la restaurazione) a livello nazionale, portandolo a essere il terzo partito nazionale. Il risultato del referendum di Osaka è tuttavia destinato a condizionare anche il governo di Tokyo: il pm Abe aveva segnalato il suo sostegno al piano di Hashimoto, in vista dell’appoggio del suo partito al piano di riforma della costituzione postbellica.