In Cina e Asia – Prorogato l’accordo tra Vaticano e Cina sulla nomina dei vescovi

In Notizie Brevi by Serena Console

Il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha allontanato i dubbi sul rinnovo dell’accordo tra Santa Sede e Pechino sulla nomina dei vescovi in Cina. A margine di un evento ospitato ieri all’Università dell’Antonianum di Roma, il porporato, alla domanda posta dai giornalisti, ha confermato che l’accordo, firmato esattamente due anni fa, sarà rinnovato per altri due anni. Parolin ha reso noto che la decisione finale di rinnovare l’accordo è stata presa negli ultimi giorni, dopo che si sono tenuti colloqui con la controparte cinese. L’intesa, quindi, è stata prorogata senza nuove firme. Il porporato, riferendosi ai contenuti dell’accordo, ha precisato che resteranno segreti. Ma è un “segreto relativo – ha spiegato – perché molti contenuti già si conoscono”. L’accordo è stato fortemente contestato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e dai cattolici conservatori, che sottolineano come il Vaticano si sia venduto al regime comunista. D’altro canto, però, i funzionari del Vaticano considerano l’intesa siglata nel 2018 un presupposto per riprendere i legami interrotti con Pechino nel 1951 e anche una garanzia per assicurare una condizione migliore a tutti i vescovi costretti a vivere in clandestinità. Molti credono però che l’accordo porterà il Vaticano al consolidamento delle relazioni diplomatiche con Pechino, il che significa che la Santa Sete potrebbe recidere i rapporti con Taiwan. [fonte Reuters ]

Thailandia: revocato lo stato di emergenza, ma i manifestanti vogliono le dimissioni del premier

Continuano le proteste prodemocratiche in Thailandia. Nella giornata di ieri i manifestanti hanno minacciato di portare avanti le proteste se il primo ministro Prayuth Chan-ocha non si dimetterà entro i prossimi due giorni. Il messaggio è stato lanciato da uno dei leader della protesta, Patsaravalee ‘Mind’ Tanakitvibulpon, che è stata arrestata poco dopo per aver violato le misure di emergenza durante le proteste dello scorso 15 ottobre. A nulla è servito il messaggio lanciato dal premier Prayuth poche ore prima. In un discorso trasmesso dalle reti televisive nazionali, Prayuth ha invitato i manifestanti a fare un passo indietro e a risolvere la questione con mezzi democratici per garantire il benessere della Thailandia ed evitare il caos generale. Questa mattina alle 12.00 ora locale, il primo ministro ha cercato di sgonfiare la tensione revocando lo stato di emergenza [fonte Reuters Reuters ]

Usa, nuova stretta sui media cinesi

Nuova stretta sui media cinesi dall’amministrazione americana. Il Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che il Dipartimento di Stato ha deciso di designare gli uffici di sei testate giornalistiche cinesi – Yicai Global, Jiefang Daily, Xinmin Evening News, Social Sciences China Press, Beijing Review ed Economic Daily – come missioni straniere. La designazione comporta che questi organi di stampa sono considerati come enti effettivamente controllati da un governo straniero. La decisione, fa sapere il dipartimento di Stato, non pone alcuna restrizione a ciò che queste organizzazioni possono pubblicare negli Stati Uniti. Semplicemente le riconosce per quello che sono: strumenti di propaganda della Repubblica popolare cinese. Il Dipartimento di Stato aveva precedentemente richiesto ai media cinesi di registrarsi come missioni estere e ha annunciato a marzo che stava tagliando il numero di giornalisti autorizzati a lavorare negli uffici statunitensi dei principali media cinesi a 100 da 160 reporter. Lo scorso 18 febbraio lo stesso provvedimento aveva riguardato l’agenzia di stampa Xinhua, l’emittente Cgtn, China Radio International, China Daily e Hai Tian. Il 22 giugno, invece, erano state designate come missioni straniere le redazioni negli Stati Uniti di China Central Television, China News Service, People’s Daily e Global Times. [fonte Reuters]

La Cina inasprisce la legge sulla proprietà intellettuale

La Cina ha approvato un emendamento alla legge sulla proprietà intellettuale per inasprire la pena per la violazione dei brevetti, al fine di garantire la protezione della proprietà intellettuale e incoraggiare l’innovazione. La legge, che entrerà in vigore il prossimo giugno, stabilisce anche un meccanismo di risoluzione anticipata per le controversie sui brevetti farmaceutici. Secondo la nuova norma, quando si verificherà la violazione intenzionale di un brevetto, i trasgressori dovranno pagare un risarcimento fino a cinque volte la perdita conseguente la violazione, oppure la tassa della licenza del brevetto. Se la somma non può essere quantificata, i tribunali possono richiedere un risarcimento da 30.000 a 5 milioni di yuan (da circa 4.500 a 750.000 dollari). La nuova legge sui brevetti arriva dopo le numerose accuse mosse dagli Stati Uniti sul furto della proprietà intellettuale, elemento centrale della guerra commerciale tra i due giganti economici. [fonte SCMP]

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