In Cina e Asia – Minivertice Ue a conclusione del tour europeo di Xi

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Nella giornata di ieri, Francia e Cina hanno firmato 15 accordi, compreso un ordine di 300 aeromobili Airbus da 30 miliardi di euro e un contratto da 1 miliardo per la costruzione di un parco eolico offshore in Cina. Ma Parigi non aderirà alla Belt and Road – al contrario dell’Italia – a meno che Pechino non fornisca “garanzie”. L’adesione dei paese europei al megaprogetto cinese sarà probabilmente uno degli argomenti di discussione del mini summit con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in agenda per oggi. Promosso da Macron, l’incontro servirà a definire una strategia europea comune insieme a Berlino e Bruxelles meno “ingenua” di fronte agli investimenti cinesi. Proprio lunedì, sulla scia del MoU Tra Roma e Pechino, il commissario Ue al bilancio, Gunther Oettinger, ha proposto di assegnare al blocco potere di veto in caso di progetti infrastrutturali cinesi che non rispondono agli interessi dell’Unione. Come nel caso dell’Italia, anche il ruolo della Francia viene inserito dalla stampa statale cinese in un discorso europeo più ampio. Un editoriale del Global Times esorta Parigi a perseguire la strada del multilateralismo in chiara opposizione all’America First di Trump. Nel dopo Brexit, la Francia sarà l’unico paese dell’Ue nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ricorda il tabloid [fonte: Reuters, DW, Global Times]

Nuovo picco delle emissioni globali. Colpa di Cina, Stati Uniti e India

Nel 2018, le emissioni globali di anidride carbonica hanno raggiunto un nuovo record di 33 miliardi di tonnellate, in aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, la ripresa economica e condizioni economiche estreme hanno fatto schizzare la domanda di energia ai livelli più alti dal 2010, con conseguente ritorno all’utilizzo di combustibili fossili. Cina, Stati Uniti e India hanno registrato l’incremento maggiore, mentre aree come l’UE e il Regno Unito hanno visto diminuire le loro emissioni. Lo scorso anno il carbone ha rappresentato un terzo dell’aumento delle emissioni, principalmente a causa delle nuove centrali a carbone in Asia [fonte: Financial Times ]

Crediti sociali anche per i giovani

Il China Youth Credit Management (CY Credit) sta lavorando con il Comitato centrale della Lega della gioventù comunista (CYLCC) e la Commissione nazionale per lo sviluppo e le riforme (NDRC) allo sviluppo di un sistema di credito sociale pensato appositamente per la popolazione più giovane. Il progetto prende le mosse da un’app lanciata lo scorso febbraio da CY Credit che, raccogliendo, classificando e analizzando un’enorme quantità di dati – dal background educativo allo shopping online – si ripromette di incentivare la buona condotta offrendo alla popolazione compresa tra i 18 e i 45 anni ricompense che spaziano dagli sconti per gli acquisti online a una “raccomandazione” in caso di candidatura a una posizione lavorativa. I comportamenti premiabili comprendono la partecipazione ad attività di volontariato e la pubblicazione di ricerche accademiche, mentre barare a un esame o commettere un plagio può portare a una detrazione dei crediti. Ma – a differenza del sistema promosso a livello governativo – non sono previste punizioni. Il progetto è mirato soltanto a invogliare i giovani a migliorarsi per ottenere gli stessi benefici dei propri coetanei più diligenti. Ciononostante, la presidente di CY Credit non nasconde la presenza di ostacoli, soprattutto inerenti all’ottenimento dei dati personali senza violare la privacy [fonte: Scmp]

Israele alza la guardia

Gli ammonimenti di Washington parrebbero aver risvegliato Israele dal torpore. Questo mese il National Security Council presenterà al governo israeliano alcune raccomandazioni sugli investimenti esteri nel paese. E, secondo Foreign Policy, la Cina sarà il vero convitato di pietra. Nel solo 2018, le importazioni cinesi da Israele di semiconduttori sono aumentate dell’80% a quota 2,6 miliardi e la guerra commerciale con gli Stati Uniti – uno dei principali produttori di chip – lasciano presagire un futuro anche più radios per le relazioni bilateralio. Il rovescio della medaglia sta nel crescente interesse della Cina per i due maggiori esportatori di armi locali, l’Israel Aerospace Industries e Rafael, aziende statali con filiali negli Stati Uniti. Stando alle indagini delle agenzie di controspionaggio israeliane, gli hacker cinesi considerano i target israeliani – coinvolti nello sviluppo congiunto di aerei da combattimento F-16 e F-35 e sistemi di difesa anti-missili – una porta di accesso ai segreti commerciali degli Stati Uniti. Non rassicura il controllo ottenuto dalla Cina sui due principali porti israeliani di Haifa e Ashdod, non solo cruciale snodo commerciale, ma anche sede della flotta sottomarina israeliana [fonte: Foreign Policy, Jerusalem Post]

L’hi-tech cinese ringiovanisce

L’industria hi-tech cinese sta vivendo un ricambio generazionale, con sfumature discriminatorie. Il fenomeno, portato alla luce con l’annuncio di un rimpasto del 10% del management del colosso Tencent, è direttamente collegato ai ritmi di lavoro estenuanti riassunti nel numero in codice “996”, che sta per turni dalle 9,00 alle 21,00 sei giorni alla settimana. Ma secondo gli esperti a influire è stata anche la nascita di nuove realtà come Pinduoduo e Bytedance, trainate da imprenditori e ingegneri nati negli anni ’80 e ’90. Nell’ultimo mese, anche Baidu e Xiaomi hanno annunciato ristrutturazioni interne, pur negando di aver adottato politiche selettive in base all’età. Il nuovo trend giunge in un momento critico per il settore, colpito dal generale rallentamento economico. Secondo un’indagine riportata da un quotidiano locale, nella città di Hangzhou – culla dell’alta tecnologia e quartier generale di Alibaba – il 76,6% dei rispondenti ha dichiarato di essere alla ricerca di un nuovo lavoro. [fonte: Reuters]

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