In Cina e Asia – La Cina al centro del primo duello tra Biden e Trump

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Tra offese, interruzioni e una raffica di insulti personali è andato in scena il primo confronto diretto tra Trump e Joe Biden. I due candidati alla presidenza americana si sono confrontati per 96 minuti. Buona parte dello scontro – “un dibattito davvero terribile” lo ha definito la CNN – è stato monopolizzato dal dossier Cina, diventata negli ultimi mesi un vero chiodo fisso per l’attuale inquilino della Casa Bianca. “Abbiamo costruito la più grande economia della storia, l’abbiamo chiusa a causa della peste cinese”, ha dichiarato Trump che ha ha attaccato l’avversario per la sua presunta amicizia con Pechino in virtù degli affari mantenuti in passato dal figlio in Cina. L’ex vicepresidente non è stato da meno. Secondo Biden Trump deve rispondere personalmente della strage compiuta da Covid negli States per aver minimizzato i rischi del contagio e aver lodato la gestione cinese della crisi. Con i sondaggi a favore di Biden, è improbabile che la strategia anticinese conduca l’elettorato a un ripensamento. Tanto più che i millantati “successi” commerciali sono adombrati dall’aumento record del surplus con la Cina e dal risentimento delle aziende americane gravate dai costi dei dazi. Senza contare che ad oggi Pechino è ben lungi dall’aver mantenuto gli impegni presi con la sigla del famigerato “accordo di fase uno”. [fonte SCMP]

Per la Banca Mondiale la crescita asiatica precipiterà ai livelli del ’67

La pandemia da coronavirus farà sprofondare l’economia asiatica ai livelli del 1967. Le previsioni della Banca Mondiali per L’Asia-Pacifico non potrebbero essere più fosche. Secondo l’istituto di credito con base a Washington, la regione risentirà non solo delle misure contenitive adottate dai singoli paesi ma anche della recessione globale, in particolare in relazione al calo di commerci e turismo. Le stime per il 2020 vedono l’economia regionale in crescita di appena lo 0,5%, il ritmo più lento da cinquant’anni ad oggi, anche se la Cina farà meglio con una crescita del 2%. La Banca Mondiale pronostica inoltre un aumento della popolazione impoverita per la prima volta in 20 anni. Saranno 33 milioni i nuovi poveri creati dal coronavirus. [fonte SCMP]

Detenuta la giovane ambientalista cinese Ou Hongyi

Ou Hongyi, la 17enne balzata agli onori della cronaca per essere diventata la prima attivista cinese a scioperare contro i cambiamenti climatici, è stata presa in custodia dalla polizia, interrogata per due ore e costretta a firmare un’autocritica dopo aver manifestato nel centro di Shanghai venerdì scorso. L’evento, durante il quale sono stati arrestati altri tre manifestanti, era stato organizzato nell’ambito dei “Fridays for Future”, campagna internazionale che coinvolge giovani studenti e prevede il boicottaggio delle lezioni per sensibilizzare governi e cittadini ai cambiamenti climatici. Non è chiaro se contro l’adolescente siano state spiccate accuse formali. L’arresto ha suscitato le critiche di Greta Thunberg e giunge a pochi giorni dal discorso con cui Xi Jinping ha annunciato in occasione dell’Assemblea generale dell’Onu che la Cina si impegnerà a raggiungere la neutralità carbonica prima del 2060. [fonte SCMP]

Confine sino-indiano: Pechino segue la versione del’ 59

Mentre procedono i colloqui tra Cina e India per ripristinare la pace lungo il confine, Pechino ha chiarito per la prima volta la propria posizione in merito ai territori contesi. Secondo un comunicato rilasciato in esclusiva dal ministero degli Esteri all’Hindustan Times, le autorità cinesi interpretano la controversa LAC (la linea di controllo effettivo che delimita i due paesi) così come fu definita da Zhou Enlai in una lettera datata 7 novembre 1959 indirizzata al primo ministro indiano Jawaharlal  Nehru: “per garantire la tranquillità delle regioni di confine e per creare un’atmosfera favorevole per una soluzione amichevole della questione di frontiera, il governo cinese propone che le forze armate di Cina e India si ritirino ciascuna di 20 km contemporaneamente dalla cosiddetta linea McMahon a est, e dalla linea fino alla quale ciascuna parte esercita il controllo effettivo a ovest “.  La versione cinese non fu mai approvata da Delhi e secondo l’ex amabsciatore indiano in Bhutan Gautam Bambawale Pechino starebbe sostanzialmente cercando di mettere mano sui territori citati nel ’59, sebbene non siano mai stati più nominati nel corso degli accordi siglati né durante i colloqui che portarono all’istituzione del meccanismo dei rappresentanti speciali nel 2003. Questa ovviamente è la tesi indiana. [fonte Hindustan Times]

Corea del Nord: la cessione dell’attaccante juventino Han Kwang Song tra le violazioni delle sanzioni internazionali

La Corea del Nord continua ad evadere le sanzioni internazionali. E’ quanto denuncia un rapporto delle Nazioni Unite, secondo il quale il governo di Pyongyang ha già sforato il limite previsto per le importazioni di prodotti petroliferi, mentre navi nordcoreani battenti bandiera straniera – coinvolte anche nell’import di beni di lusso e alcolici – hanno ripreso le “esportazioni marittime illecite di carbone, sospese temporaneamente tra la fine di gennaio e l’inizio di marzo 2020”. Stando al rapporto, le violazioni del regime sanzionatorio coinvolgono anche il mancato rimpatrio dei lavoratori nordcoreani, fonte di valuta forte per il regime di kim Jong-un. A questo proposito, l’agenzia internazionale segnala il trasferimento del calciatore della Juventus Han Kwang Song alla società calcistica qatariota Al-Duhail lo scorso gennaio. “Sebbene la giuria abbia contattato l’Italia e il Qatar sul trasferimento di Han immediatamente dopo l’annuncio, l’operazione non è stata annullata”, si legge nel comunicato. Tra il 2018 e il gennaio 2020, l’attaccante 22enne è stato pagato circa 607.000 dollari all’anno dalla società bianconera. Il contratto con l’Al-Duhai prevede un compenso di 5 milioni di dollari nei prossimi cinque anni. Secondo l’organizzzione internazionale, solo “circa 40 paesi” hanno rilasciato le informazioni sul numero di lavoratori nordcoreani ancora presenti sul loro territorio. [fonte Reuters]

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