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In Cina e Asia – Indonesia: la Cina porta l’alta velocità nel Sud-Est asiatico

In Notizie Brevi by Redazione

I titoli di oggi:

  • Indonesia: la Cina porta l’alta velocità nel Sud-est asiatico
  • Apple in Cina, le nuove regole rischiano di cancellare i social occidentali dallo store
  • Cina, nuovo piano per attrarre più turisti stranieri
  • Cina, proposte nuove regole per facilitare il trasferimento dei dati transfrontalieri
  • Guerra in Ucraina: Kiev sempre più in difficoltà nel reperire i droni cinesi
  • Myanmar, le forze di resistenza controllano il 60% del paese
  • Maldive, alle presidenziali vince l’opposizione vicina alla Cina
  • Vietnam, confermato l’arresto della ricercatrice Nhien
  • Filippine, gatti adottati dalle guardie di sicurezza diventano star del web
Indonesia: la Cina porta l’alta velocità nel Sud-est asiatico

La prima linea ferroviaria ad alta velocità del Sud-Est asiatico è ora realtà. Inaugurata nella giornata di lunedì 2 ottobre, la Bandung-Jakarta è costata 7,3 miliardi di dollari e ha ricevuto il sostegno della Cina nel quadro della Belt and Road Initiative. Per questo motivo non sono mancate le critiche, alle quali si sono aggiunte nel tempo proteste per i ritardi causati dalla pandemia e per il sequestro di diversi terreni privati.

Cina, nuovo piano per attrarre più turisti stranieri

Venerdì il Consiglio di Stato cinese ha pubblicato sul proprio sito ufficiale un nuovo piano per attrarre nel paese un maggior numero di turisti stranieri. Tra le altre cose, il governo prevede di rendere più efficiente il processo per l’ottenimento del visto, oltre che di allungare l’elenco dei paesi dai quali si potrà entrare in Cina senza che ce ne sia bisogno e aumentare il numero di voli internazionali. Si cercherà poi di facilitare ai visitatori stranieri sia il cambio della valuta che i pagamenti digitali, e di rendere più agevole la prenotazione dei biglietti per le attrazioni turistiche. La Cina cerca così di spronare la sua industria del turismo e di conseguenza la propria economia. Come riportato dal South China Morning Post, nella prima metà del 2023 la Repubblica popolare ha accolto il 70% di turisti stranieri in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, l’ultimo anno prima dell’inizio della pandemia.

Apple in Cina, le nuove regole rischiano di cancellare i social “occidentali” dallo store

Il gigante della Silicon Valley Apple rischia di veder eliminate le principali app di messaggistica e social media statunitensi dall’Apple store a cui accedono gli utenti cinesi. L’avviso è arrivato nella giornata di venerdì 29 settembre, quando ai rappresentanti della big tech presenti in Cina è stato notificato di adeguare le politiche dell’azienda alle nuove regolamentazioni sull’uso delle applicazioni. Instagram, X (ex Twitter), Facebook, YouTube e WhatsApp sono alcuni dei programmi il cui uso è già oggi limitato dal Great Firewall, ma di cui gli utenti cinesi riescono ad usufruire collegandosi tramite un servizio Vpn. La notizia arriva dopo che la Cyberspace Administration of China (Cac) ha rilasciato un primo elenco di app store autorizzati a operare su territorio cinese. Una lista di 26 nomi da cui manca lo store di Apple.

Cina, proposte nuove regole per facilitare il trasferimento dei dati transfrontalieri

La Cyberspace Administration of China (CAC) ha proposto una serie di misure per allentare i controlli sul trasferimento dei dati transfrontalieri. Come riportato dal Wall Street Journal, la bozza delle nuovo regolamento è stata pubblicata giovedì sul sito dell’autorità cinese per la regolamentazione del cyberspazio e resterà aperta ai commenti dell’opinione pubblica fino al 15 ottobre. Le nuove regole dovrebbero rendere più facile il trasferimento dentro e fuori la Cina dei dati relativi al commercio internazionale, alle collaborazioni accademiche e alle attività produttive e di marketing che non contengano informazioni personali o che non siano considerati “importanti”.

I dati che risponderanno a questi criteri saranno infatti esenti da alcuni controlli delle autorità (come il passaggio attraverso una revisione sulla sicurezza) previsti dall’attuale Legge sulla Protezione delle informazioni personali. Il linguaggio del testo presentato dalla CAC è vago – per esempio, non specifica cosa si intende per “importante” – ed è probabile che subirà alcune modifiche. Si ritiene che la sua pubblicazione sia un tentativo di Pechino di convincere le aziende straniere a restare nel mercato cinese.

Guerra in Ucraina: Kiev sempre più in difficoltà nel reperire i droni cinesi

C’è un settore che, nel corso dei mesi, ha assunto un peso progressivamente maggiore per le sorti della guerra in Ucraina: quello della produzione dei droni. Ed è un settore dominato dalle aziende cinesi. Come riportato dal New York Times, l’esercito ucraino perde in battaglia circa 10 mila droni al mese, utilizzati in attività di ricognizione, come piccoli bombardieri o come missili guidati destinati a schiantarsi sui carri armati o sulle trincee russe. La grande maggioranza di questi droni viene riconvertita dall’uso civile a quello bellico dai soldati di Kiev, che fin qui hanno sempre fatto affidamento sui velivoli radiocomandati prodotti da aziende cinesi come DJI, EHang o Autel.

Dal 1° agosto la Cina ha però introdotto una nuova regolamentazione per limitare l’export sia dei droni che dei componenti per la loro produzione, proprio per impedirne l’utilizzo nel corso della guerra. Mentre la Russia non sembra aver risentito della nuova misura, riuscendo comunque ad acquistare i droni cinesi dai paesi vicini, la decisione di Pechino ha ridotto di molto le disponibilità dell’esercito ucraino, costretto già da tempo a reperire i droni o le le rispettive componenti tramite intermediari europei o americani. Si ritiene che Kiev abbia bisogno di circa 30 mila velivoli al mese ma, nonostante la spinta governativa verso una maggiore produzione interna, “sostituire la Cina è quasi impossibile”, ha dichiarato uno degli imprenditori ucraini del settore.

Myanmar, le forze di resistenza controllano il 60% del paese

Le People’s Defence Force (PDF) – cioè le forze di resistenza alla giunta militare in Myanmar, alleate con gli eserciti di diversi gruppi etnici – sarebbero arrivate a controllare circa il 60% della superficie del paese. Lo ha dichiarato a Bloomberg Duwa Lashi La, presidente ad interim del Governo di unità nazionale (NUG), il governo “ombra” birmano che ha l’obiettivo di rovesciare la giunta e ripristinare la democrazia in Myanmar. Secondo Duwa Lashi La, le PDF e gli eserciti etnici alleati sarebbero anche nella condizione di “minacciare” la capitale Naypyidaw, come hanno dimostrato alcuni recenti attacchi nelle zone limitrofe, compreso quello a una delle basi aeree dell’esercito ufficiale. Dal colpo di stato del febbraio 2021 tra i militari si sarebbero inoltre registrate oltre 14 mila diserzioni, sostiene il NUG.

La giunta militare, guidata dal generale Min Aung Hlaing, ha il controllo delle città chiave del paese, ma ha difficoltà a mantenere stabile il suo potere oltre le proprie roccaforti. Come denunciato dall’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Volker Türk, nell’ultimo anno e mezzo l’esercito ha più che raddoppiato gli attacchi aerei contro la popolazione civile rispetto ai primi 14 mesi dopo il colpo di Stato (687 da aprile 2022 a giugno 2023), bruciando numerosi villaggi e compiendo uccisioni di massa.

Maldive, alle presidenziali vince l’opposizione vicina alla Cina

Il leader dell’opposizione Mohamed Muizzu ha vinto le elezioni presidenziali delle Maldive con il 54,06% delle preferenze confermate nella notte tra sabato 30 settembre e domenica 1 ottobre. Sconfitto al ballottaggio l’attuale presidente Ibrahim Mohamed Solih, penalizzato – secondo gli osservatori – dalla spaccatura interna al suo Partito democratico maldiviano (Mdp). Muizzu, 45 anni, è sindaco della capitale Malé e in passato ha contribuito allo sviluppo dei legami bilaterali con la Cina nel quadro della Belt and road initiative. Solih, al contrario, è stato accusato durante il suo mandato di aver concesso enormi poteri commerciali e d’investimento all’India.

Vietnam, confermato l’arresto dell’ambientalista Ngo Thi To Nhien

Hanoi ha annunciato l’arresto di Ngo Thi To Nhien, direttrice esecutiva del think tank Vietnam Initiative for Energy Transition e nota ricercatrice dedicata alle tematiche della transizione verde. Si tratta del sesto esperto coinvolto nell’attivismo ambientalista che viene incarcerato negli ultimi due anni. Nhien stava lavorando all’implementazione della Just Energy Transition Partnership, progetto da 15 miliardi di dollari finanziato dai paesi del G7 per aiutare il Vietnam a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.

Filippine, gatti adottati dalle guardie di sicurezza diventano star del web

Giubbotto con la scritta “security” e un buon rapporto con la cittadinanza. Sono queste le caratteristiche dei nuovi “membri” delle guardie di sicurezza del Worldwide Corporate Center di Manila, un gruppo di gatti senza padrone che ora è stato ufficiosamente accolto nella squadra. La notizia ha fatto il giro dei social, trasformando i protagonisti di questa storia in delle vere e proprie mascotte.

A cura di Sabrina Moles e Francesco Mattogno