In Cina e Asia – India vuole isolare il Pakistan a livello internazionale

In Uncategorized by Simone

I titoli della rassegna di oggi:

– India vuole isolare il Pakistan a livello internazionale
– Turismo nazionalista nelle isole contese del Mar cinese meridionale
– Le nubi di fumo degli incendi in Indonesia hanno ucciso 100mila persone, dice uno studio
– «Datemi altri sei mesi per la lotta al narcotraffico» chiede il presidente filippino Duterte
– Tempio giapponese affigge divieto di giocare a Pokémon GoIndia vuole isolare il Pakistan a livello internazionale

L’attacco terroristico contro la base militare indiana di Uri, in Kashmir, ha portato i rapporti tra Islamabad e New Delhi a nuovi minimi nella storia recente. I quattro miliziani penetrati all’alba di domenica scorsa nella base militare, secondo New Delhi, avrebbero agito per conto delle autorità pakistane, seguendo la teoria della «guerra per conto terzi» che Islamabad starebbe facendo contro l’India da decenni, servendosi delle sigle terroristiche islamiche locali. Accuse che il Pakistan ha rimandato al mittente, denunciando per contro le violenze di cui l’esercito regolare indiano si sarebbe macchiato durante la repressione delle ultime proteste nella valle del Kashmir.

Lo scontro diplomatico presto arriverà anche alle Nazioni Unite, dove è prevista un’assemblea plenaria proprio questa settimana. Dalle anticipazioni della stampa indiana, la ministra degli esteri Sushma Swaraj (nella foto), nel suo discorso, esorterà la comunità internazionale ad isolare il Pakistan, già descritto dal ministro degli interni Rajnath Singh come uno «stato terrorista».

Turismo nazionalista nelle isole contese del Mar cinese meridionale

Nonostante una sentenza della Corte arbitrale internazionale abbia dato ragione alle Filippine decretando il 90 per cento delle acque del Mar cinese meridionale come «acque internazionali», la Cina continua a considerarle come parte integrante della Repubblica popolare. Concetto rafforzato dall’incremento del «turismo nazionalista» nelle isole Paracel: pacchetti venduti da tour operator statali che comprendono cerimonie di alzabandiera e giuramento di fedeltà alla patria.
Secondo i dati riportati dal Scmp, la mole di turisti diretti alle Paracel e alle Spratly supererebbe quota diecimila, mentre le autorità di Pechino stanno incoraggiando investimenti nel settore del turismo nell’area, compresa l’apertura di crociere ad hoc.

Le nubi di fumo degli incendi in Indonesia hanno ucciso 100mila persone, dice uno studio

Questi i calcoli di uno studio condotto da ricercatori di Harvard e Columbia University reso noto nella giornata di ieri. Oggetto della ricerca sono state le morti premature occorse lo scorso anno a causa della cosiddetta «nebbia assassina», la foschia causata dagli incendi dolosi che ogni anno occorrono in Indonesia per fare spazio a nuove piantagioni di olio di palma. I nuovi dati, riporta il Guardian, mostrano cifre decisamente più elevate rispetto alla stima del ministero dell’ambiente indonesiano, che per l’anno scorso imputava alla «nebbia assassina» solo 19 morti. Per le due università statunitensi, invece, solo in Indonesia i morti sarebbero stati 90mila, senza contare almeno altri diecimila morti premature registrate negli stati limitrofi (Singapore e Malaysia).

«Datemi altri sei mesi per la lotta al narcotraffico» chiede il presidente filippino Duterte

La campagna antidroga condotta senza esclusione di colpi è uno dei tratti distintivi del neo presidente filippino Rodrigo Duterte, in carica da poco più di due mesi e già salito agli onori delle cronache internazionali per condotte quantomeno controverse. A due mesi dall’inizio della battaglia contro i narcotrafficanti, sarebbero già più di tremila i morti nelle fila delle gang che controllano lo spaccio nelle Filippine: poco più di mille per mano della polizia e oltre duemila attribuiti a «giustizieri non identificati», dettaglio che ha contribuito ad aumentare le accuse rivolte a Duterte in materia di diritti umani.
Il presidente, dal canto suo, in una conferenza stampa ha chiesto al popolo di filippino di dargli una proroga di sei mesi per completare la missione contro il narcotraffico. «Anche se lo volessi, non potrei ammazzarli tutti» ha dichiarato Duterte facendo riferimento alle critiche arrivate dai suoi oppositori internazionali. In campagna elettorale, ricorda il Guardian, Duterte aveva promesso almeno 100mila morti tra i narcotrafficanti.

Tempio giapponese affigge divieto di giocare a Pokémon Go

L’amministrazione del tempio Kaieji, a poche centinaia di metri da una delle stazioni più congestionate di Tokyo, la stazione Ueno, si è vista costretta a schierare personale di sicurezza e affiggere avvisi per proibire l’utilizzo dell’app Pokémon Go nei pressi del luogo di culto. Il tempio, che sorge nel parco Ueno accanto a un laghetto, pare fosse luogo prediletto per la caccia di un Pokémon raro, Drakini, caratteristica che ha visto aumentare esponenzialmente le visite nel parco. I cacciatori di Pokémon stazionavano tra i fedeli e occupavano il parco per ore, lasciando dietro di sé immondizia.Per questo, da domenica scorsa, chi verrà pizzicato a cacciare Pokémon all’interno del tempio sarà scortato fuori e se la situazione non andrà migliorando l’amministrazione ha già annunciato, riporta Rocketnews24, che il veto potrà essere esteso a tutto il parco.
Si tratta dell’ennesimo episodio destabilizzante per la società giapponese, che con i giocatori di Pokémon Go sta avendo un problema diffuso di condotta negli spazi pubblici.