In Cina e Asia – Hong Kong: Trump firma la legge pro-democrazia

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

L’Hong Kong Human Rights and Democracy Act è diventato legge. Donald Trump ha firmato la bozza approvata nei giorni scorsi alla quasi totale unanimità da Camera e Senato. Il provvedimento – di fatto un emendamento al United States-Hong Kong Policy Act del 1992 – richiede una revisione annuale del trattamento commerciale speciale concesso all’ex colonia britannica, disponendone la revoca in caso l’autonomia della regione amministrativa speciale venga gravemente compromessa. La legge prevede inoltre sanzioni per tutti i funzionari locali responsabili di violazioni dei diritti umani, mentre una disposizione aggiuntiva (il Protect Hong Kong Act) vieta l’esportazione di strumenti per il controllo della folla utilizzati dalla polizia, quali gas lacrimogeni e proiettili di gomma. “Ho firmato queste leggi per rispetto verso il presidente Xi e il popolo di Hong Kong – ha dichiarato Trump – nella speranza che risolvano in maniera pacifica le loro differenze”. Ma il presidente americano ha anche espresso preoccupazione per “alcune disposizioni” che rischiano di interferire con la sua autorità costituzionale in materia di politica estera. Mentre la legge ha soprattutto un valore simbolico, se esercitata al massimo delle sue potenzialità potrebbe mettere a rischio 38 miliardi di dollari di commerci bilaterali. Senza contare eventuali implicazioni nefaste per le negoziazioni con la Cina, proprio ora che “l’accordo di fase uno” non sembra più così vicino. Questa mattina Pechino ha promesso “ferme contromisure”, condannando l’intrusione americana negli “affari interni” del Porto Profumato. [fonte:SCMP Reuters]

Tik Tok censura e riabilita ragazza musulmana

Altre grane per Tik Tok, l’app di microvideo finita sotto la lente delle autorità americane per le dubbie politiche in materia di trattamento dei dati personali e dei contenuti sgraditi alla leadership cinese. La piattaforma, nota oltre Muraglia con il nome di Douyin, è stata additata da alcuni membri del Congresso non solo come un pericolo per la privacy degli utenti americani ma anche come uno strumento al servizio della propaganda cinese. Lo dimostrerebbero le linee guida utilizzate dai moderatori, nonché il numero esiguo di contenuti riguardanti le proteste di Hong Kong. L’azienda nega tutto, arrivando a escludere una complicità anche nel caso l’ordine partisse da Xi Jinping in persona. Niente da fare. A rinfiammare le polemiche ci ha pensato Feroza Aziz, una 17enne musulmana del New Jersey bloccata da Tik Tok dopo aver pubblicato un video (diventato virale) in cui condanna la repressione degli uiguri nel Xinjiang mentre finge di tenere un tutorial su come usare i piegaciglia. L’azienda si è giustificata inizialmente alludendo alla comparsa sull’account della ragazza di una foto di Osama bin Laden, sebbene le intenzioni di Feroza fossero chiaramente ironiche. Ma poche ore fa ha ammesso “l’errore umano”, aggiungendo che rivedrà le politiche concernenti la gestione dei contenuti. [fonte: Guardian, WaPo]

Intanto, secondo la Reuters, i venti di guerra stanno spingendo l’azienda a distanziare le proprie attività negli Stati Uniti da quelle di Douyin. Si parla di delegare la gestione dei dati a un team con base in California, mentre la parte marketing, business development e affari legali avrebbe già lasciato la Cina. In futuro, la componente cinese dello staff verrà diluita grazie a maggiori assunzioni statunitensi. [fonte: Reuters]

Cina -Italia: ridimensionata la collaborazione aerospaziale

Quasi 300 progetti e una cinquantina di iniziative di ricerca congiunte. Sono i numeri della “Settimana Cina Italia della Scienza” riportati dall’agenzia di stampa cinese Xinhua nella giornata di martedì. L’evento, lanciato nel 2010 dal Ministero della Scienza e della Tecnologia cinese e dal nostro Ministero dell’Istruzione, durerà quattro giorni e comprenderà “discussioni approfondite su una dozzina di settori, come le smart city, la medicina biologica e le attrezzature mediche, l’industria aerospaziale, l’agricoltura moderna e la sicurezza alimentare.” Ma proprio uno dei fiori all’occhiello della cooperazione sino-italiana sembra già sfiorito. Come fa notare il corrispondente di Repubblica Filippo Santelli, il ministro della Ricerca Lorenzo Fioramonti ha annunciato “lo stop a una delle partnership più strategiche.” “Pechino infatti sta portando avanti un grande piano per mettere in orbita la sua Stazione spaziale, la Tiangong 3, nel 2022. E a margine della visita di Xi Jinping a Roma dello scorso marzo, con la discussa adesione dell’Italia alla Via della seta, la nostra Agenzia spaziale aveva siglato con l’omologa cinese un memorandum per fornire uno dei moduli del laboratorio galleggiante, i ‘pezzi’ che lo compongono.” Il motivo del dietrofront non è chiaro, ma potrebbe aver contribuito la recente firma di un accordo tra l’Agenzia spaziale italiana e la Nasa per Artemis, il programma con cui gli Stati Uniti vogliono tornare sulla Luna entro il 2024. [fonte: Xinhua, Repubblica]

Cina supera gli Usa per sedi diplomatiche

Per la prima volta, la Cina ha superato gli Stati uniti per numero di missioni diplomatiche a livello mondiale. Lo rivela uno studio del Lowy Institute di Sydney, secondo il quale Pechino conta ormai 276 sedi ufficiali, tre in più rispetto a Washington. Il think tank precisa che il sorpasso è dovuto al passaggio degli ex alleati di Taiwan nell’orbita cinese, sette quelli ad aver scaricato Taipei dal 2016 a oggi. Al contrario, il pressing diplomatico degli Stati Uniti all’estero ha subito una battuta d’arresto con la chiusura del consolato di San Pietroburgo a causa delle frizioni con Mosca. E, nel resto del mondo, l’America First di Trump non sembra aver giovato. L’aumento della presenza cinese oltreconfine non basta, tuttavia, a decretare un sorpasso in termini assoluti. Gli Stati Uniti si confermano infatti il paese a ospitare più missioni diplomatiche straniere: 342 contro le appena 256 del gigante asiatico. [fonte: Lowy Institute]

Pronto reattore nucleare 13 volte più potente del sole

La Cina ha ultimato la costruzione del cosiddetto “sole artificiale”, un dispositivo in grado di produrre energia pulita attraverso la fusione nucleare. HL-2M, questo il suo vero nome, non è altro che un reattore – costruito dalla China National Nuclear Corporation e dal Southwestern Institute of Physics – capace di raggiungere temperature 13 volte superiori a quelle del sole vero e proprio. Secondo gli scienziati, il progetto – che dovrebbe diventare operativo nel 2020 – genererà energia più pulita ed economica rispetto alle attuali opzioni nucleari, con conseguente riduzione dei rifiuti tossici. [fonte: SCMP]

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