I titoli di oggi della nostra rassegna:
– Duterte in Cina dice «addio» agli Usa
– Fallito un nuovo test balistico nordcoreano
– Marcello Lippi verso la panchina della nazionale di calcio cinese
– Maharashtra, oltre 700 bambini indigeni morti nelle scuole-ashram
– Corea del Sud, la protesta «nera» per i diritti delle donne Duterte in Cina dice «addio» agli Usa
Il presidente filippino Rodrigo Duterte ha incontrato in giornata la sua controparte cinese Xi Jinping. Durante l’incontro, secondo quanto riportato dagli organi di stampa ufficiali, i due leader si sarebbero accordati sul miglioramento dei rapporti bilaterali. In particolare, segnala l’Afp, Duterte spera di approfittare della generosità economica cinese e rafforzare il commercio bilaterale e attirare nuovi investimenti nel settore delle infrastrutture.
Il viaggio di Duterte in Cina segnala la volontà dell’amministrazione di Manila di affrancarsi dalla sfera di influenza americana e avvicinarsi a quella cinese. A un incontro con la comunità filippina di Pechino mercoledì, l’ex «giustiziere» di Davao ha annunciato che è giunto il tempo di «dire addio» agli Stati Uniti. «La loro permanenza nel nostro paese è stata sempre per a loro vantaggio», ha spiegato. «La Cina — invece — è stata buona: non ha mai invaso un solo pezzo del nostro paese per generazioni». Nei primi sei mesi di quest’anno, Manila e Pechino hanno vissuto picchi di tensione legati alla contesa su un pugno di isole nel Mar cinese meridionale. L’arrivo di Duterte alla presidenza ha però spostato gli equilibri.
Fallito un nuovo test balistico nordcoreano
Un nuovo test balistico nordcoreano è fallito questa mattina, riferiscono fonti di intelligence sudcoreane. Il lancio è arrivato poco dopo l’apertura a Washington di un vertice bilaterale tra funzionari dei governi statunitense e sudcoreano per la discussione di contromisure contro i recenti test balistici e nucleari di Pyongyang. Il test fallito di questa mattina arriva a pochi giorni dal lancio, fallito anch’esso, di domenica scorsa. In quest’ultimo caso, si trattava di un missile Musudan a lunga gittata in grado, sulla carta, di colpire obiettivi in Giappone e le postazioni militari Usa sull’isola di Guam. Poco più di un mese fa, Pyongyang aveva eseguito con successo il quinto test nucleare su una testata che può essere montata su missili.
Marcello Lippi verso la panchina della nazionale di calcio cinese
Marcello Lippi sarebbe stato scelto dalla federazione di calcio cinese per guidare la nazionale dell’Ex impero di mezzo. All’allenatore viareggino campione d’Europa con la Juventus nel 1996 e del mondo nel 2006 con l’Italia, nonché tre volte campione di Cina con i Guangzhou Evergrande, sarebbero stati offerti 50 milioni di euro per tre anni. Lippi è atteso a Pechino nel weekend. Dopo la recente sconfitta per 2 a 0 contro l’Uzbekistan, la federazione cinese ha licenziato il ct Gao Hongbo. La dirigenza politica cinese punta molto sul calcio: lo stesso presidente Xi Jinping è un appassionato dello sport e sogna di vedere un mondiale in Cina nei prossimi anni, in cui la squadra di casa possa essere protagonista.
Maharashtra, oltre 700 bambini indigeni morti nelle scuole-ashram
La commissione nazionale per i diritti umani indiana (Nhcr) ha accusato il governo dello stato del Maharashtra di negligenza riguardo la morte di oltre 700 bambini provenienti dalle aree tribali dello stato nelle scuole-ashram statali. Almeno 740 bambini infatti sarebbero morti negli ultimi 10 anni di malattie come malaria, intossicazioni alimentari, affogamenti e morsi di serpenti. La causa principale, dice la Nhcr, il mancato rispetto delle procedure di controllo degli standard sanitari e di sicurezza da parte dei tutori legali dei bambini e delle autorità scolastiche. In Maharashtra, uno degli stati più ricchi dell’India, ci sono al momento 550 scuole per l’accoglienza di bambini provenienti dalle aree tribali e più povere dello stato. In molte di queste mancherebbero i servizi di base, tra cui letti, carta igienica e acqua potabile. Il problema non sarebbe la mancanza di fondi, quanto più la loro gestione inefficiente.
Corea del Sud, donne in piazza per la depenalizzazione dell’aborto
Migliaia di donne sudcoreane sono in stato di mobilitazione contro la proposta di emendamento della legge sui servizi medici che impone la sospensione dal servizio per un anno per i medici che eseguano «cure mediche immorali». Tra queste pratiche anche l’interruzione di gravidanza. Negli scorsi giorni a Seul si è tenuta una protesta che ha visto protagoniste numerose associazioni per i diritti delle donne unite. Come successo di recente per le proteste contro le proposte di legge sull’aborto in Polonia, il nero è diventato il colore anche delle donne sudcoreane scese in piazza per chiedere la depenalizzazione dell’interruzione di gravidanza. Nonostante l’illegalità, secondo le associazioni di ginecologi e ostetriche tra le 170 e le 200mila donne abortiscono ogni anno. Causa il divieto di importazione e sviluppo di altri trattamenti farmacologici meno invasivi, la pratica più diffusa è ancora l’aspirazione.