In Cina e Asia – Covid: L’Oms appoggia la versione cinese. Gli Usa chiedono verifiche indipendenti

In Notizie Brevi by Alessandra Colarizi

Il coronavirus ha probabilmente origine animale e non è escluso si sia propagato attraverso la vendita di prodotti congelati, come suggerito dalle autorità cinesi. E’ quanto annunciato ieri dopo 12 giorni di ricerche da Peter Ben Embarek, capo del team internazionale dell’Oms inviato nel paese per indagare sull’origine dell’epidemia. L’esperto ha definito la tesi dell’incidente in laboratorio “estremamente improbabile” tanto che non saranno necessarie ulteriori ricerche in merito. Dopo aver esaminato campioni di pazienti di Wuhan raccolti nel 2019, gli scienziati hanno inoltre escluso la presenza di focolai significativi nel paese precedenti ai primi casi accertati nel dicembre di quell’anno. Le indagini continueranno in altre parti del mondo a partire dal Sudest asiatico, dove è stato rilevato un virus simile a Sars-CoV-2. La missione dell’Oms era stata annunciata lo scorso anno per rispondere alle critiche che hanno travolto Pechino, accusato di aver ritardato la gestione epidemica insabbiando la gravità del contagio. Negli ultimi mesi, l’emergere di focolai collegati al settore dell’import e della logistica ha dato credito alla tesi sostenuta dalle autorità cinesi che la malattia sia arrivata in Cina dall’estero. Mentre l’endorsement dell’Oms costituisce una vittoria diplomatica per la leadership comunista, gli Stati uniti – anche dopo la dipartita di Trump – continuano a nutrire dubbi sulla trasparenza dell’agenzia internazionale. A stretto giro dal breefing di Embarek, il dipartimento di Stato ha affermato che l’esito delle ricerche necessita una conferma dell’ intelligence americana. [fonte NYT, SCMP]

Xi corteggia l’Europa Centro-Orientale 

Dopo posticipazioni e tanta attesa, ieri si è tenuto il vertice dei “17+1”, la piattaforma lanciata nel 2012 che comprende i paesi dell’Europa Centro-Orientale più la Cina. Quest’anno l’evento ha visto la partecipazione di Xi Jinping in persona. Anzi, in video a causa della pandemia. Creato per promuovere l’attivismo cinese nel Vecchio Continente, il forum ha col tempo perso smalto anche a causa delle promesse non mantenute da Pechino. Molti degli investimenti preannunciati non si sono materializzati e i capitali cinesi sembrano ancora prediligere l’Europa occidentale. La disillusione si riflette nel basso profilo dei partecipanti all’edizione di quest’anno, con almeno sei paesi ad essere rappresentanti da sempllici ministri. Il compito di Xi è stato quindi essenzialmente quello di rassicurare i partner. La pandemia ha facilitato il flirting. Citando i casi esemplari di Serbia e Ungheria, il presidente cinese ha offerto ai 17 stati membri i vaccini cinesi e ha promesso che nei prossimi cinque anni la Cina importerà dalla regione merci per un valore di 170 miliardi di dollari, raddoppiando l’acquisto di prodotti agricoli. Più vaghi i riferimenti a un’espansione della Belt and Road, entrata in una fase di stallo anche ma non solo a causa del virus. Il summit si è tenuto a poco più di un mese dall’intesa sull’accordo bilaterale di investimento Cina-Ue e a pochi giorni dall’insediamento di Biden. Nella giornata di lunedì, l’Alto rappresentante dell’Ue Joseph Borrell ha ribadito l’intenzione di portare avanti un dialogo a tre con gli States, anche se a prevalere sembra sia ancora la linea dell’ “‘autonomia strategica”. [fonte SCMP]

Continua la stretta sugli imprenditori cinesi

Tre anni di reclusione. E’ la pena comminata a Geng Xiaonan, 46 anni, proprietaria di una casa editrice specializzata in libri di cucina e altri titoli innocui. La donna era stata arrestata a settembre con il marito – ufficialmente – per aver condotto l’attività editoriale senza la licenza necessaria. Ma, secondo amici e attivisti, la sentenza trova spiegazione nella sua posizione apertamente critica nei confronti del partito. Nell’ultimo anno, Geng aveva inoltre preso pubblicamente le difese del’intellettuale Xu Zhangrun, uno dei più agguerriti detrattori di Xi Jinping. Allontanato dall’università Tsinghua dove insegnava, il professore è stato detenuto temporaneamente per favoreggiamento della prostituzione. Il caso dell’editrice si inserisce nel giro di vite scagliato dalla leadership comunista contro il mondo dell’imprenditoria privata cinese, sempre più critico nei confronti del crescente controllo statale sull’economia cinese.[fonte NYT, SCMP]

La Cina fronteggia il dilemma del calo demografico

Nascite ancora in calo in Cina. Secondo dati del ministero della Sicurezza pubblica, il numero dei neonati ufficialmente registrati è diminuito del 15% nel 2020. Sono stati 10.035 milioni i nuovi nati ad essere inclusi nel il sistema dello hukou (il sistema di registrazione famigliare), in discesa rispetto agli 11,79 milioni del 2019. La cifra non rappresenta il tasso di natalità ufficiale dal momento che lo hukou non abbraccia l’intera popolazione (per esempio ne sono esclusi i figli delle donne single). Ma il trend trova conferma nelle statistiche rilasciate da alcune province cinesi. Alcune, soprattutto le regioni orientali più economicamente vivaci, hanno registrato una diminuzione superiore al 30%. Nonostante l’introduzione della politica dei due figli, lo scorso anno le nascite hanno toccato il livello più basso dal 1961. Annunciando il nuovo piano quinquennale, a ottobre il Partito Comunista ha manifestato l’intenzione di  allentare ulteriormente le restrizioni auspicando una politica della fertilità “inclusiva”. Cai Fang, vice presidente dell’Accademia cinese delle scienze sociali, ha avvertito che la Cina fronteggia il rischio di “diventare vecchia prima di diventare ricca”. [fonte, SCMP]

Pechino minaccia un “ban a vita” per le star indisciplinate

Più autodisciplina nel mondo dello spettacolo. E’ quanto chiede la China Association of Performing Arts che venerdì scorso ha annunciato 15 regole di condotta, a cui le celebrità si dovranno attenere da marzo. Nei casi più gravi è prevista l’espulsione permanente dal settore. I comportamenti vietati includono la guida sotto l’influenza di alcol o droghe ma anche tutto ciò che rischia di “minare l’unità nazionale”, “mettere a repentaglio la moralità sociale” e “danneggiare tradizioni culturali eccezionali”.  Per riprendere la loro carriera nell’intrattenimento, i trasgressori dovranno richiedere l’approvazione dell’associazione dopo aver condotto un periodo di istruzione professionale obbligatoria e di servizi sociali.  Le regole – che riguardano star del cinema, della tv e del palcoscenico – giungono dopo una serie di scandali di alto profilo. Recentemente a catturare l’attenzione delle autorità e dei media è stato il caso della coppia attrice cinese Zhang Shuang – accusata di aver “abbandonato” i due figli nati da madri surrogate dopo il divorzio.  [fonte Sixth Tone]

China Files propone alle aziende italiane interessate alla Cina servizi di comunicazione quali: newsletter, aggiornamenti su specifici settori, oltre a progetti formativi e approfondimenti ad hoc. Contattaci a info@china-files.com