I dazi di Trump puntano a colpire la rivoluzione tecnologica cinese

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Cina e Stati Uniti puntano a indebolire a colpi di dazi le zone vitali delle rispettive economie. Quelli varati da Washington mettono nel mirino il programma “Made in China 2025” voluto da Xi. Un piano di trasformazione epocale dell’intera industria cinese nel segno dell’innovazione


All’annuncio dei dazi, qualche settimana fa, Donald Trump oltre a sottolineare il grande disavanzo commerciale che gli Usa hanno con la Cina, ha specificato che la lista di prodotti che sarebbe stata presentata sarebbe stata il frutto di indagini compiute dagli Usa su presunti furti di proprietà intellettuale da parte di Pechino.

Nei giorni scorsi questa lista di 1300 prodotti circa è stata presentata, non diventerà effettiva immediatamente ma rende l’idea di quale sia l’obiettivo dell’amministrazione americana: tra i prodotti che saranno sanzionati al 25% da Washington rientrano robotica, attrezzature medicali, semiconduttori, prodotti legati all’aerospazio, elicotteri, motori per velivoli e tecnologia di comunicazione.

Gran parte di questi prodotti sono il risultato del programma cinese partito nel 2015 e noto come Made in China 2025, un mega progetto di trasformazione economica e sociale di portata storica, elaborato dal ministero dell’Industria e dell’Information Technology (Miit) per oltre due anni e mezzo, con il contributo di 150 esperti della China Academy of Engineering. Made in China 2025 costituisce il cuore innovativo della strategia di Xi Jinping che conosciamo con lo slogan “sogno cinese”.

Il piano elaborato nel 2015 costituisce — in pratica — un vero e proprio progetto di trasformazione industriale con l’obiettivo di creare un’economia interna capace di trainare il Paese attraverso l’innovazione e l’utilizzo di nuove tecnologie. La robotica costituisce un esempio molto appropriato: fino a poco tempo fa sviluppata come industria, oggi è invece una sorta di traino globale del settore. Usati ormai in molte industrie locali, costituiscono anche un prodotto da esportare, ad esempio proprio negli Stati Uniti.

Su eastwest.eu avevamo spiegato questa rivoluzione tecnologica cinese, basata su robotizzazione e prodotti informatici di alta qualità e alta innovazione, intimamente legati al finanziamento di progetti legati a intelligenza artificiale e Big Data, i due settori sui quali la Cina punta a superare, a breve, gli Stati Uniti.

La strategia di Trump dunque è precisa: colpire proprio questo sforzo recente della Cina di trasformare completamente la propria economia. Made in China 2025 infatti è il progetto con il quale la Cina ha intenzione di abbandonare per sempre la propria immagine legata al concetto di fabbrica del mondo. Per uscire dalle problematiche legate a un’economia basata sulle esportazioni, Pechino ha impegnato quasi tutto il Paese per realizzare al meglio Made in China 2025. È innegabile che i dazi proposti da Trump possano costituire un problema non da poco.

Cosa è Made in China 2025?

Si tratta di un’iniziativa voluta da Xi Jinping che ha come scopo quello di aggiornare in modo completo l’industria cinese.

Come sottolineato anche da molti analisti, Scott Kennedy del Center for strategic and international studies spiega: «L’iniziativa trae ispirazione diretta dal piano tedesco Industry 4.0, che è stato discusso per la prima volta nel 2011 e successivamente adottato nel 2013. Il cuore dell’idea di Industry 4.0 è la produzione intelligente, cioè l’applicazione degli strumenti della tecnologia dell’informazione alla produzione. Nel contesto tedesco, ciò significa in primo luogo utilizzare internet of things per connettere le piccole e medie imprese nelle reti globali di produzione e innovazione in modo che non solo possano impegnarsi in modo più efficiente nella produzione di massa ma personalizzare i prodotti in modo altrettanto semplice ed efficiente».

Lo sforzo cinese va ancora più avanti, perché «L’efficienza e la qualità dei produttori cinesi sono estremamente disomogenei e occorre affrontare più sfide in un breve lasso di tempo se la Cina vuole evitare di essere schiacciata dai nuovi produttori a basso costo emergenti e cooperare e competere in modo più efficace con economie industrializzate avanzate».

Quali sono gli obiettivi di Made in China 2025

Precisando che non si tratta solo di innovazione per innovazione ma di capacità di innovare e automatizzare, migliorando la qualità, di tutto il processo manifatturiero cinese e non solo, potremmo riassumere in questo modo i principi guida del mastodontico piano cinese.

Innanzitutto il piano prevede che la produzione sia orientata all’innovazione, enfatizzi la qualità rispetto alla quantità, raggiunga un livello adeguato di sviluppo verde, ottimizzi la struttura dell’industria cinese e coltivi innovazione e creatività (a questo proposito è bene far notare che ancora di recente Tim Cook ha sottolineato che la produzione di Apple continua in Cina non per il basso costo del lavoro — sempre meno basso, tra l’altro — ma per l’ambiente innovativo e creativo che si è venuto a creare.

L’obiettivo principale di Made in China 2025 è quello di aggiornare in modo completo l’industria cinese, rendendola più efficiente e integrata in modo che possa occupare le parti più alte delle catene di produzione globali. Il piano identifica l’obiettivo di aumentare il contenuto domestico di componenti e materiali principali al 40% entro il 2020 e al 70% entro il 2025.

Sebbene lo Stato, spiega ancora Kennedy, «Abbia un ruolo significativo nel fornire un quadro generale, utilizzando strumenti finanziari e fiscali e sostenendo la creazione di centri di innovazione manifatturiera (15 entro il 2020 e 40 entro il 2025), il piano richiede anche di basarsi su istituzioni di mercato, rafforzando protezione dei diritti di proprietà intellettuale per le piccole e medie imprese e un uso più efficace della proprietà intellettuale nella strategia aziendale e consentire alle imprese di dichiarare autonomamente i propri standard tecnologici e aiutarli a partecipare meglio alla definizione degli standard internazionali».

Nel piano ci sono alcuni settori indicati come prioritari: It avanzata, automatizzazione e robotizzazione, apparecchiature spaziali e aeronautiche, equipaggiamenti marittimi, rimodernizzare trasporto ferroviario, veicoli con nuove forme di energie, apparecchiature elettriche e agricole, prodotti medicali avanzati. Gran parte di questi saranno colpiti da Trump.

Di Simone Pieranni

[Pubblicato su Eastwest]