Hong Kong – Vittoria dimezzata per i democratici

In by Gabriele Battaglia

Il partito democratico di Hong Kong vince le elezioni, ma conquista un seggio in meno rispetto allo scorse votazioni. Sicuramente il complicato sistema elettorale dell’ex colonia britannica non li ha aiutati. Tiene il partito pro-Pechino, sospettato di incentivi agli elettori e finanziamenti dalla Cina. I candidati democratici hanno vinto nelle elezioni legislative di domenica, ma hanno ottenuto meno seggi del previsto probabilmente a causa delle maggiori risorse finanziarie degli oppositori pro-Pechino e della loro maggiore abilità nell’avvantaggiarsi del complesso sistema elettorale di Hong Kong. 

Il voto di domenica, un importante test dopo le proteste per le crescenti interferenze di Pechino, metteva in palio 10 seggi in più nel parlamento che resterà in funzione per i prossimi quattro anni. I più noti candidati del movimento democratico, Audrey Eu e Tanya Chan – della lista civica – hanno perso i loro posti nella legislatura.

I sondaggi avevano inizialmente suggerito che i candidati pro-democrazia potessero far man bassa di voti a spese dei candidati pro-Pechino che puntavano più sulle questioni economiche. 

Ma le discussioni sulla competitività internazionale o il salario minimo sono state messe in secondo piano dalle manifestazioni contro l’introduzione dell’istruzione nazionale e dalle accese discussioni sull‘identità nazionale.

Sabato il governo locale ha fatto marcia indietro dal piano per introdurre l’obbligo dell’educazione “patriottica” nelle scuole del territorio, lasciando alle singole scuole il diritto di scelta se accettarlo o meno. Anche questa mossa può aver aiutato il risultato.

Nonostante l’aggiunta dei seggi di cinque circoscrizioni geografiche, il Partito pandemocratico di Hong Kong ha un seggio in meno rispetto a quelli vinti nel 2008. E anche se ha raggiunto la maggioranza del 56,6 per cento dei voti, conquista solo il 51 per cento dei seggi, ovvero 18 su 35.

Hong Kong dispone di un complesso sistema elettorale basato sulle circoscrizioni; gli elettori scelgono tra liste bloccate di candidati. Questo sistema rende relativamente facile l’elezione della prima persona in lista, ma molto difficile quella dei candidati nelle posizioni successive.

Lo schieramento pro-Pechino – l’ Alleanza Democratica per il Miglioramento e il Progresso di Hong Kong  – ha usato il sistema a suo vantaggio, proponendo liste diverse nei vari distretti elettorali e sfruttando la propria rete logistica per guidare le decine di migliaia di sostenitori a votare una o l’altra delle sue liste. Così il Partito ha vinto una serie di sedi per i suoi candidati anche se nel conteggio assoluto non ha preso la maggioranza dei voti.

In un’intervista, il presidente del partito Tam Yiu-chung ha respinto le insinuazioni dei difensori della democrazia che sostenevano che il suo partito fosse stato pesantemente sovvenzionato da Pechino.

Tam ha anche negato le accuse che il suo partito avesse portato anziani alle urne domenica e offerto loro incentivi per votare per propri i candidati.

[scritto per Lettera43; foto credits: voanews.com]