Golf. Quando il privilegio diventa status symbol

In by Simone

Il golf, bollato come sport “borghese” da Mao Zedong, conquista la Cina. La World Cup 2011 si è svolta nell’isola di Hainan. I partecipanti potevano addirittura accedere liberamente a internet, senza bisogno di vpn. Ma alcune ong criticano lo spreco di soldi e acqua per uno sport da “super ricchi”.
Nel 2009 a Shenzhen avevano trionfato i fratelli Molinari. Quest’anno invece, nella tropicale isola di Hainan, l’edizione 2011 della World Cup di golf è andata agli Usa, con Matt Kuchar e Gary Woodland a trionfare dopo aver superato all’ultimo giorno la coppia irlandese, in precedenza in testa. Un altro successo per il golf, dopo l’ammissione come sport olimpico nel 2016 ed un altro successo per la Cina.

Si tratta di un mondiale che conferma infatti il Dragone come paese emergente nell’attenzione al golf, precedentemente bollato come “borghese” da Mao Zedong: boom dei praticanti, dei green, sorprese e polemiche.

Per la prima volta, durante la World Cup, le persone raccolte ad Hainan hanno potuto navigare liberamente in internet, al contrario del resto della popolazione cinese. Nel frattempo organizzazioni ambientaliste e i contadini, criticano lo spreco di soldi ed acqua per sostenere uno sporto considerato da “super ricchi”.

Sorridenti e trionfanti, Matt Kuchar e Gary Woodland hanno sollevato il trofeo della World Cup di golf edizione 2011. Probabile che in seguito siano andati immediatamente a twittare le proprie considerazioni ed emozioni: sembra infatti che proprio per loro la recente edizione della World Cup di golf ad Hainan, in Cina, abbia registrato un piccolo record: la connessione internet – per tutti quanti erano raccolti intorno all’evento sportivo –  era libera, senza censure e restrizioni. Un segnale dell’attenzione che la Cina sta riservando al golf, tra boom di praticanti, green che sorgono ovunque e polemiche associate.

I fratelli Chu sono considerati i padri del golf cinese: hanno i soldi e sono i proprietari del Mission Hills Golf, il complesso all’interno del quale si è svolta la World Cup. Hanno agganci importanti a Pechino e sono stati in grado di garantire a sportivi e giornalisti, quanto neanche il CIO riuscì nel 2008 in occasione delle Olimpiadi pechinesi, ovvero un internet libero da censure.

Lo stupore dei giornalisti, specie quelli residenti in Cina, è stato enorme. Secondo quanto riportato da un inviato del Daily Telegraph, si è trattato “di un evento straordinario: gli organizzatori hanno fornito a noi un privilegio negato a un miliardo e 300 milioni di cinesi”.

Uno dei fratelli Chu, raggiante per un’edizione che ha confermato la Cina come la novità nel panorama golfistico internazionale, ha spiegato che il “privilegio” era riservato momentaneamente solo a chi stava nell’isola.

Bollato come “borghese” da Mao Zedong, il golf in Cina ha vissuto una nuova vita solo negli ultimi anni, grazie alla crescente ricchezza della classe media e al fascino esercitato dal green sull’immaginario cinese. Si tratta di un boom che naturalmente ha un prezzo: per iscriversi ad uno dei 500 club di golf esistenti in Cina, la tassa annuale è di circa 30mila sterline.

Si tratta delle “iscrizioni” più care al mondo: i golfisti cinesi ogni week end pagano 100 sterline in più del prezzo medio a Dubai (altra nuova frontiera), e ben quattro volte in più di qualsiasi club europeo. Ma i numeri aumentano: la China Golf Association è ottimista: “gli attuali 500 corsi sono sufficienti per lo sviluppo di base del golf, ma l’ingresso dello sport tra le discipline olimpiche ha dato un altro grande slancio, finanziando altri progetti riservati all’ingresso nel mondo del golf di tanti giovani cinesi”, ha spiegato Wang, responsabile dell’associazione.

Non mancano problemi. Alcuni sono sorti proprio nel periodo in cui prendeva vita il complesso dei fratelli Chu ad Hainan: nel 2009 a Longqiao, gli abitanti hanno protestato dopo aver scoperto la grande disparità sui prezzi pagati per la terra da Mission Hills rispetto a quelli chiesti ai contadini locali (molto più alti).

Ci furono proteste e alcuni manifestanti capovolsero una macchina di un funzionario del governo locale, tanto che fu costretta ad intervenire la polizia militare. La costruzione del Mission Hills fu bloccata per diversi mesi nel 2008 a causa di dispute sulla terra, con i contadini in perenne protesta per le concessioni fatte dal governo ai potenti fratelli Chu.

La Friends of Nature è la più antica ong cinese: nota al grande pubblico per le sue denunce di inquinamento contro i fornitori cinesi della Apple, ha ultimamente posto la propria attenzione sui campi da golf. Li Bo, a capo dell’organizzazione ha spiegato a China Files: “stiamo portando avanti ricerche sui tanti nuovi campi di golf che nascono in Cina. Per irrigarli si toglie acqua alla comunità,ed è un problema molto serio, anche in città come Pechino che sono minacciate dalla desertificazione. Il problema è che le leggi esistono, ma sono completamente inefficaci

[Scritto per LEttera 43. Foto credits: http://chinadigitaltimes.net]