Go East – Il (nuovo) senso degli italiani per la Cina

In Cina, Go East, Relazioni Internazionali by Lorenzo Lamperti

Per la prima volta, lo scorso 7 aprile, la Cina ha dichiarato zero morti. Il giorno dopo Wuhan ha riaperto, anche se la vita normale sembra ancora “un sogno lontano”, scrive il New York Times. Ma gli ostacoli sulla via di Pechino sono ancora numerosi, a partire dall’economia, con Xi Jinping che ha lanciato dei messaggi politici sì all’esterno ma anche (o soprattutto) all’interno (ne ho scritto qui). Senza contare il rischio di una seconda ondata, con l’attenzione che ora si sposta sulla provincia settentrionale dell’Heilongjiang e in particolare sulla città di Suifenhe.

I messaggi di solidarietà (come quello dell’ambasciatore in Italia Li Junhua) e l’invio di aiuti sanitari (così lo spazio dato alla loro ricezione) modificano il gradimento degli italiani nei confronti dei paesi e leader stranieri. Secondo un sondaggio SwG il 36% degli italiani considera preferibile la Cina come partner internazionale, mentre solo il 30% sceglie gli Usa, storico alleato dell’Italia. In particolare, il 51% degli elettori M5s e il 45% di quelli del Pd preferisce Pechino a Washington, mentre il 51% di chi vota centrodestra resta fedele agli Usa.

Insomma, la strategia di soft power di Pechino sembra funzionare, quantomeno in Italia. Secondo Formiche, anche grazie al grande spazio concesso dalla tv pubblica agli aiuti ricevuti dalla Cina rispetto a quelli ricevuti da altri paesi. Tema di cui ha parlato anche Maurizio Gasparri. La mask diplomacy sembra avvicinare ulteriormente Pechino anche al Vaticano. La Santa Sede ha ringraziato per le donazioni arrivate dalla Cina, citate da Agostino Giovagnoli, il quale sull’Avvenire scrive che “è il momento di gettare le basi per un nuovo ordine mondiale” basato sulla cooperazione

Mentre spesso, scrive il Corriere della Sera, non è semplice capire quali siano donazioni e quali invece forniture a pagamento. Secondo Alessia Amighini, però, i ritardi nel lanciare l’allarme da parte di Pechino (e le sue colpe) sollevano dei dubbi sulla Cina quale “potenza responsabile”. A parere di Asia News, l’Europa deve accorgersi che la cooperazione con la Cina “non funziona”.

Washington, intanto, prova a reagire. Secondo Dario Fabbri in maniera tardiva. In un’intervista al Corriere della Sera, il segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato: “Per l’Italia siamo quelli che fanno e faranno di più”. In arrivo aiuti, pronti anche militari. E Luigi Di Maio ringrazia.

Donald Trump ha attaccato l’Organizzazione mondiale della sanità perché la ritiene “schierata con la Cina”, minacciando di bloccare i fondi. L’Oms ha replicato a Washington denunciando la “politicizzazione” della crisi. L’influenza di Pechino all’interno delle istituzioni globali è un tema chiave, secondo ISPI, per comprendere gli equilibri nel “mondo che verrà”.

Per smentire le indiscrezioni (peraltro già smentite) dello Spectator sulle mascherine inviate dall’Italia dalla Cina e poi ricomprate, l’ambasciata cinese a Roma ha postato una dichiarazione di Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese (di recente finito sul palcoscenico per aver rilanciato delle teorie complottiste sull’origine del coronavirus): “Cina e Italia sono paesi amici e importanti partner nella cooperazione. Quando la Cina è stata in difficoltà nella lotta al Covid-19, l’Italia le ha dato supporto. Quando, invece, la pandemia è arrivata in Italia, la Cina ha iniziato a darle tutta l’assistenza di cui è capace. Oltre alle numerose donazioni – sia del governo cinese che di enti locali, aziende e privati – abbiamo anche facilitato l’acquisto delle forniture mediche richieste dall’Italia”.

Secondo il politologo Moises Naim, sull’Italia si gioca una “sfida geopolitica” tra Cina, Russia e Stati Uniti. Ma la storia della pandemia, scrive il New York Times, sarà scritta (ancora una volta) dai vincitori.

 

VIA DELLA SETA SANITARIA, TRA AIUTI E QUALCHE POLEMICA

Prosegue l’arrivo di aiuti, tra donazioni ed esportazioni, dalla Cina. Due milioni di mascherine chirurgiche, 200 mila mascherine e 50 mila kit di test inviati dalla Cina all’Unione europea sono stati smistati in Italia. La Protezione Civile ha ringraziato Bruxelles e Pechino, in nome della reciprocità. In Sicilia sono arrivate 40 tonnellate di dispositivi di protezione individuale. La Fondazione benefica cinese Zhejiang Anfulisheng ha donato alla Regione Piemonte 10 ventilatori polmonari. All’aeroporto di Ciampino sono state requisite 175 mila mascherine a uso chirurgico provenienti dalla Cina e destinate a una società romana, per essere consegnate alla Protezione Civile. Il Comune di Milano ha ricevuto 300 mila mascherine dalla comunità cinese. Aiuti anche in Toscana e in Puglia, dove però la Federazione nazionale ordine medici e odontoiatri chiede di sospendere la distribuzione delle tute, definite “inadeguate”.

L’avvocato Antonio Manca Graziadei ha raccontato a Il Fatto Quotidiano di aver provato, come intermediario, a vendere un milione e mezzo di mascherine a settimana dal Sudafrica, poi dalla Cina, ma le offerte sono cadute dopo dieci giorni di trattative con la Protezione Civile. Sui social network c’è chi cerca di approfittare della situazione con delle truffe. mentre alcune aziende italiane denunciano l’impossibilità a reggere la concorrenza cinese.

Il problema è che non basta (solo) procurarsi le mascherine, ma serve anche una regolamentazione e una strategia, come osserva Giulia Pompili su Il Foglio.

Tornando alla cooperazione in campo sanitario, continuano le videoconferenze tra ospedali italiani e ospedali cinesi, come tra Palermo e Wuhan. A Napoli, seguendo l’esempio della Cina, vengono installate barriere per proteggere gli anestesisti dal coronavirus, soprattutto nel momento delicato in cui intubano un paziente.

Il giornalista Gabriele Battaglia ha raccontato la sua quarantena a Pechino su Internazionale. Anche Andrea Magini, fisioterapista capo dello Shijiazhuang Ever Bright Football Club, ha parlato della sua esperienza a Il Manifesto (mentre in Italia il capo dell’area tecnica dell’Udinese Pierpaolo Marino sostiene che il campionato di calcio non ripartirà, “la Cina insegna”). L’imprenditore vicentino Lorenzo Mastrotto ha fornito la sua testimonianza sulla riapertura di Wuhan.

I media cinesi negano che gli stranieri che vivono in Cina vengano discriminati per paura della pandemia.

 

MODELLI E BUFALE

Secondo il direttore del Global Times gli Stati Uniti e l’Europa non sono in grado di combattere il virus “così fermamente come la Cina”. Xinhua rimprovera i cittadini romani per l’aumento di chi “non segue le regole”. E La Stampa sottolinea come i popoli orientali siano più adatti di quelli occidentali nella battaglia contro la pandemia. Ampio spazio alla risposta cinese al Covid-19 su Il Sole 24 Ore, che nel giorno di Pasqua ha pubblicato un Focus China di 4 pagine dove, tra le altre cose, si parla di scienza, tecnologia e medicina tradizionale cinese per fermare il contagio.

Intanto, il governo italiano sta cercando di mettere a punto l’app per il tracciamento dell’epidemia. Strumento alla base non solo del modello cinese ma anche di quello coreano. App che, secondo il ministro dell’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano, userà dati che dovranno essere “resi sufficientemente anonimi da impedire l’identificazione dell’interessato”. L’anonimizzazione è il punto chiave del dibattito a riguardo. Eugenio Cau sottolinea i problemi legati ai tempi e alla copertura legislativa mentre, sul Foglio Innovazione, Stefano Quintarelli sostiene che quella tra libertà e sicurezza sia una falsa opposizione e che rinunciare alla privacy per raggiungere lo scopo non è necessario. Big data e intelligenza artificiale, così come le scelte dei governi contro il coronavirus, “cambieranno il concetto di cittadinanza” scrive invece Il Manifesto nel suo inserto speciale “Data Virus”.

Si torna a parlare di wet-market asiatici come principale causa della diffusione del virus. La Cina ha bandito il consumo di carne di cani e gatti, decisione che Michela Brambilla definisce una “svolta storica”.

L’artista dissidente Ai Weiwei ha dichiarato in un’intervista a El Pais che il Covid-19 sarà la fine del capitalismo. Intervistato da Il Manifesto, l’esperto di storia italiana moderna e professore all’Università di Yale Frank Snowden, storico americano delle epidemie e della medicina, ha spiegato di considera la pandemia come lo “specchio di una globalizzazione letale”.

Tra le varie bufale del web, ne circola anche una sul caso del misterioso arresto di uno scienziato americano che avrebbe venduto il coronavirus alla Cina.

 

NON SOLO VIRUS

Durante il cdm che ha varato il dl Liquidità, sarebbe andato in scena uno scontro su Sace tra i ministri Luigi Di Maio e Roberto Gualtieri, con il primo che avrebbe prevalso. Un braccio di ferro cruciale per il titolare degli Esteri, che ha poi annunciato il lancio di un “patto per l’export“, tema fondamentale della sua linea diplomatica. Una linea diplomatica che guarda molto alla Cina, anche se Di Maio ha rassicurato gli Stati Uniti sul fatto che la geopolitica italiana non cambierà.

A proposito di export in Cina, l’ambasciatore italiano a Pechino Luca Ferrari ha firmato i protocolli con le dogane cinesi per l’esportazione di carne bovina e di riso italiani, che aprono a quella che la nostra rappresentanza diplomatica chiama “Via della Ripresa“.

Tra le altre cose, il governo ha anche esteso l’applicazione del golden power. Misura spiegata dal sottosegretario Riccardo Fraccaro e apprezzata da Raffaele Volpi del Copasir, che più volte si è espresso sulla protezione dei settori strategici, a partire dal 5G, su cui stanno circolando teorie quantomeno azzardate, se non proprio bufale, che collegano la tecnologia al coronavirus. Teorie smentite da Renato Lombardi, direttore del centro di ricerca Huawei di Segrate, a colloquio con La Stampa, smentisce le teorie strampalate sulla correlazione tra 5G e Coronavirus, e spiega come le nuove reti avrebbero potuto giocare un ruolo importante in questo momento. Marco Mayer della Link Campus University analizza i nodi dei rapporti digitali tra Italia e Cina.

Restando sul tema 5G, il leader del settore Huawei è entrata in Italia Startup. Il colosso di Shenzhen ha scelto l’Europa per il suo nuovo motore di ricerca per smartphone, Qwant, e ha lanciato anche in Italia il suo Huawei Watch Gt 2e.

L’impresa ferroviaria austriaca Rail Cargo Group ha annunciato l’attivazione di un treno per il trasporto di container fra Xi’an e Melzo (Milano) con un tempo di transito di 14 giorni.

L’azienda di Udine Plaxtech ha venduto alla cinese Jiana una macchina che, partendo dalla plastica mista, ottiene prodotti complessi come i pallet per la logistica delle merci.

Il colosso Meituan Dianping è invece coinvolto in una disputa per circa 2 milioni di euro con la startup italiana che ha acquistato la sua attività locale di Mobike.

Technoprobe ha declinato offerte da Usa e Cina per spostare la propria produzione fuori dall’Italia.

L’interruzione della catena di distribuzione di farmaci dalla Cina e dall’India può avere conseguenze anche in Italia.

 

NON SOLO CINA

A Taiwan continua a muoversi la comunità cattolica. Padre Giuseppe Didone dell’Ordine Camilliano ha raccolto donazioni per circa 2,8 milioni di euro per l’Italia. Arrivate in Europa circa 7 milioni di mascherine donate dal governo di Taiwan, di cui circa mezzo milione destinate all’Italia. Sul successo del modello di contenimento di Taipei è tornato Filippo Santelli su Repubblica. Gianmarco Centinaio della Lega, che lo scorso novembre ha guidato una delegazione di parlamentari italiani a Taipei, ha definito “imbarazzante” il silenzio dell’Oms su Taiwan.

Mentre in Italia si cerca ancora di mettere a punto una app di tracciamento, in Corea del Sud (dove mercoledì 15 aprile si vota per le elezioni parlamentari, ne ho scritto qui) la tecnologia non si ferma e arriva un braccialetto per chi aggira i sistemi tecnologici, per esempio lasciando il proprio telefono a casa.  Il Ministero degli Affari Esteri della Corea del Sud ha sospeso temporaneamente l’accordo bilaterale sull’esenzione dei visti d’ingresso con l’Italia.

In Italia si è parlato però anche di Corea del Nord. In particolare Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni e Federico Mollicone che hanno evocato il regime di Pyongyang e Kim Jong-un in merito alla conferenza stampa di Giuseppe Conte nel quale il premier chiamava l’opposizione alle sue responsabilità sul Mes. Roberto Fico è intervenuto a difesa del presidente del consiglio dicendo che “l’Italia non è la Corea del Nord”.

Come già segnalato da Giulia Pompili nella newsletter Katane, il Wall Street Journal ha pubblicato un lungo ritratto del gruppo clandestino Free Joseon, in cui si parla anche della misteriosa sparizione di Jo Song Gil, l’ex ambasciatore facente funzioni nordcoreano a Roma. 

 

ASCOLTI E LETTURE DA QUARANTENA

Da non perdere la seconda puntata speciale sul coronavirus di Risciò, il podcast di Giada Messetti e Simone Pieranni sulla Cina. In questa “corsa”, si spiega perché la Nuova Via della Seta sanitaria riguarda direttamente l’Italia e quali conseguenze potrà avere sui rapporti con il principale partner (e concorrente) mondiale: gli Stati Uniti.

Zhang Changxiao, in arte Sean White, scrittore e critico musicale, racconta nel libro “La costellazione del Dragone”, le false convinzioni verso i cittadini cinesi.

Lorenzo Riccardi, fiscalista e managing director di RsA Asia a Shanghai, ha condotto un webinar intitolato “New Start and Tax Incentives during Covid-19”, in collaborazione con la Camera di Commercio Italia Cina.

 

Di Lorenzo Lamperti*

**Giornalista responsabile della sezione “Esteri” del quotidiano online Affaritaliani.it. Si occupa di politica internazionale, con particolare attenzione per le dinamiche geopolitiche di Cina e Asia orientale, anche in relazione all’Italia