Gli artisti invisibili

In by Simone

Ieri una ventina di artisti cinesi ha manifestato a pochi passi da Tiananmen, a Pechino, per reclamare giustizia nei confronti di alcuni di loro, aggrediti nella mattina di lunedì da una gruppo di “teppisti” che, giunti nel loro distretto artistico, da tempo già condannato alla demolizione, avrebbero iniziato a distruggere quanto restava dei loro studi e laboratori. Secondo gli artisti gli assalitori sarebbero stati mandati sul posto dalle autorità locali.

Gli artisti (del Zhengyang Creative Art Zone nel distretto di Chaoyang) da tempo hanno ricevuto l’ordine di sfratto: non se ne sono andati e vivono da mesi senza gli allacci per luce e gas. Alcuni di loro nell’attacco subito lunedì mattina avrebbero anche subito percosse.

E così ieri, partendo da Jianguomen hanno sfilato in un corteo improvvisato, poi fermato dalla polizia a circa 2 chilometri da Tiananmen. Alcuni degli striscioni ("Capital Beijing, brutal demolition!") sono stati confiscati dalla polizia, mentre su Twitter e i social network veniva animatamente seguita la vicenda attraverso post, messaggi e foto in diretta, con la consueta energia e dovizia di particolari, ma senza raccogliere consenso oltre al ristretto giro di "attivisti" cinesi.

Il problema delle demolizioni rimane una questione aperta e spinosa per la Cina, specie per la capitale, pronta a cambiare aspetto a seguito di distruzioni: a tratti l’intera Pechino sembra spesso un cantiere a cielo aperto.

Quanto capitato agli artisti costituisce uno degli innumerevoli esempi di quanto accade a molti cittadini, che dall’oggi a domani sono costretti a lasciare le proprie abitazioni, ricevendo spesso miseri conguagli per spostarsi in zone periferiche della città.

Gli artisti di ieri si sono mossi nel consueto silenzio cinese intorno a questi casi: oggi solo il Global Times  quotidiano cinese in lingua inglese, gli ha dedicato un articolo e un forum di discussione. Eventi salutati da alcuni blogger su twitter come un "gesto coraggioso".

Le foto dell’iniziativa, rimbalzate ieri tra twitter, flickr e buzz di gmail, sono state gentilmente fornite da Ai Wei Wei, attraverso il proprio Twitpic.