Folla attacca l’ex sindaco di Pechino

In by Simone

Domenica l’ex sindaco di Pechino è stato attaccato da una folla di turisti vicino al monte Changbai. Il pubblico era inferocito per il comportamento del funzionario che aveva bloccato la viabilità per ore. È l’ennesima protesta contro i privilegi della casta, un problema sempre più grande per il Partito. Secondo quanto riportato dal Telegraph, “domenica mattina una jeep sulla quale si trovava Liu Qi, l’ex sindaco di Pechino e colui che ha preparato la città alle Olimpiadi del 2008, è arrivata al monte Changbai, accompagnata da una sola macchina della polizia. Per questo motivo i guardiani del parco hanno sospeso le navette per il Lago del Cielo”.

Le migliaia di turisti cinesi che stavano aspettando il proprio turno alle pendici della montagna al confine tra Cina e Corea del Nord non l’hanno presa bene.

Il quotidiano britannico ricostruisce la vicenda basandosi sui racconti di Weibo, il twitter cinese.

Una signora di nome Huang, presente durante lo svolgimento dei fatti, ha scritto: “Sono arrivata alle dieci del mattino e a mezzogiorno ero ancora in coda. A quel punto ho capito che c’era qualcosa di strano. Nessuno ha spiegato cosa stava succedendo e tutti si chiedevano per quanto ancora avrebbero dovuto aspettare e così l’umore ha cominciato a deteriorarsi”. Migliaia di persone hanno infatti iniziato a gridare di volere un rimborso.

Poi si è diffusa la notizia che stava per arrivare Liu. “Un uomo si è avvicinato alla folla con un altoparlante, ma le gente ha iniziato a tirargli delle bottiglie d’acqua, una lo ha anche colpito malamente, e così se n’è dovuto andare” avrebbe detto Huang.

Questo non ha però fermato la rabbia popolare, e i turisti sono saltati dall’altra parte delle paratie per bloccare la macchina del politico e chiedere spiegazioni.

La signora Huang ha affermato che la maggior parte della gente voleva “solo delle scuse”. Ma non tutti erano così ben disposti, e c’era anche chi “incitava a fare a pezzi l’auto”.

Il Telegraph ha bollato la vicenda come “un esempio delle sempre più difficili relazioni tra la classe dirigente e i cittadini”, aggiungendo con un tocco di ironia che “oggi la classe media cinese non è incline ad aspettare appena qualche ora che i leader passino per primi senza esplodere in manifestazioni di rabbia”.

Anche Zhang Ming, professore di studi politici presso l’Università del Popolo, prevede meno tolleranza verso gli abusi dei potenti. Secondo lui, “i privilegi dei funzionari pubblici sono comuni […] in passato la gente li tollerava”. Ma “questo caso è stato un momento decisivo”.

In Cina le proteste sono diventate sempre più comuni, e talvolta hanno raggiunto proporzioni eclatanti. Come nel caso di Wukan, il villaggio nel sud del paese che si è ribellato alle angherie dei politici locali.

O come è successo più recentemente a Shifang, dove decine di migliaia di persone hanno manifestato violentemente – e hanno vinto – contro un’azienda chimica la cui costruzione era stata ratificata dall’amministrazione locale.

Le autorità hanno cercato di combattere la tendenza, ma con scarso successo. A gennaio Wen Jiabao, il primo ministro, si era recato presso la sede centrale dell’Ufficio per le petizioni, che raccoglie le lamentele provenienti da tutta la Cina per ogni sorta di ingiustizie, dalla requisizione delle terre alle detenzioni illegali, passando dai problemi di lavoro.

Secondo quanto riportato dal New York Times, in quell’occasione Wen ebbe a dire: “Noi siamo il governo del popolo e i nostri poteri derivano da esso”. E aggiunse: “Dobbiamo usare il potere nelle nostre mani per servire gli interessi della gente, aiutandola ad affrontare le difficoltà in modo responsabile”.

I fatti di domenica hanno dimostrato che in questo senso c’è ancora tanto da fare per Pechino.

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: ministryoftofu.com]