Oggi in Asia: Ecco il maresciallo Kim

In by Simone

Con la nomina a maresciallo, il giovane leader Kim Jong-un consolida il proprio potere alla guida della Corea del Nord. I militari si ritirano dal confine cambogiano-tailandese e la Corea del Sud fa marcia indietro sulla proposta di riaprire la caccia alle balene.
COREA DEL NORD: L’ennesimo titolo che consolida il potere di Kim

Il leader nordcoreano Kim Jong-un, ha aggiunto un nuovo titolo alla già lunga schiera di incarichi che ricopre all’interno del regime. Il giovane leader è stato promosso maresciallo, il più alto grado tra le file delle Forze armate di Pyongyang.

La promozione era stata anticipata da un lancio dell’agenzia ufficiale KNCA che scriveva di un importante annuncio e segue di due giorni un rimpasto al vertice dell’esercito, con la destituzione di Ri Yong-ho sostituito nel ruolo di guida dei militari dall’appena nominato vice maresciallo Hyon Yong-chol.

La rimozione di Ri, un tempo considerato mentore di Kim, è stata letta da molti esperti come il primo tentativo del nuovo leader di ridisegnare la struttura di potere del Paese eremita e della lotta al vertice tra partito e militari, sebbene la nomina a maresciallo potrebbe indicare la volontà di non distaccarsi troppo dalla "politica dell’esercito prima di tutto” portata avanti da Kim Jong-il e di cui Ri è uno degli ideatori.

Kim era al vertice dell’esercito già da mesi, il suo grado di generale a quattro stelle non rifletteva tuttavia la gerarchia, con suoi sottoposti che paradossalmente, come vice marescialli, ricoprivano incarichi più alti del suo.

In Corea del Nord sono soltanto due i marescialli ancora in vita. L’altro è Lee Ul-sol, la cui nomina risale al 1995. Prima di Kim il grado era riservato al Caro Leader, Kim Jong-il, stroncato da un attacco cardiaco lo scorso dicembre ed elevato dopo la morte al rango di generalissimo.

THAILANDIA-CAMBOGIA – Smilitarizzato il tempio

Cambogia e Thailandia hanno iniziato il ritiro delle proprie truppe schierate attorno all’area contesa su cui sorge il tempio di Preah Vihear.

Il ritiro dà così seguito alla sentenza del Corte internazionale di giustizia che a giugno dell’anno scorso aveva accolto le richieste cambogiane e stabilito l’istituzione di una zona demilitarizzata sorvegliata da osservatori dell’Associazione delle nazioni del Sudest Asiatico.

A febbraio del 2011 la rivalità per i controllo dell’area era degenerata in scontri armati che fecero almeno 11 morti. Si trattò dei più gravi incidenti da quando nel 2008 l’Unesco proclamò il tempio patrimonio mondiale dell’umanità. Una decisione che ha riacceso la quarantennale disputa territoriale tra Bangkok e Phnom Penh.

Dedicato al dio Shiva, il tempio risale all’undicesimo secolo d.C. ed è considerato uno dei capolavori dell’architettura khmer. Nel 1962, una pronuncia della Corte di giustizia internazionale assegnò il luogo di culto alla Cambogia.

Una scelta mai del tutto accettata dai tailandesi che considerano il tempio uno dei tesori della propria tradizione culturale e agitano l’argomento della sovranità sull’area per alimentare il sentimento nazionalista.

COREA DEL SUD: Verso il no alla caccia alle balene

La Corea del Sud ha deciso di stracciare il progetto di riapertura a fini scientifici ldella caccia alle balene. La decisione segue la levata di scudi di governi contrari a tale pratica -Australia e Nuova Zelanda su tutti- e dei gruppi ambientalisti a difesa dei mammiferi.

Secondo i critici, le finalità scientifiche nascondevano in realtà fini commerciali, con parte del cacciato che sarebbe finita sulle tavole e nei banconi degli amanti del pregiato cibo, come già avviene in Giappone.

La Corea del Sud aveva una tradizione di caccia alle balene prima che venisse bloccata dalla moratoria internazionale in vigore dal 1986 che tuttavia acconsente alla caccia di una determinata quota di esemplari per motivi di ricerca.

[Foto credit: asiancorrespondent.com]