Easy Breezy, un film d’azione (alla cinese) su carta stampata

In Cultura by Lucrezia Goldin

Che cosa ci fanno insieme un bullo dal cuore d’oro, un secchione calcolatore, uno zio dallo sgargiante Beijing bikini (così è chiamato lo stile dalla pancia di fuori e sigaretta cancerogena perennemente in mano di alcuni uomini di mezza età in Cina) e una bambina innocente? Siamo nella Cina degli anni’90 e Easy Breezy di Yi Yang (Bao Publishing, 176 pagine, 20 euro), ci racconta la storia di questo insolito gruppo di fuggitivi, precipitati per caso in un pasticcio più grande di loro. Sullo sfondo, il rumore del traffico, una ciotola di spaghetti trangugiata al volo sul ciglio della strada, il caos della malavita cinese, ma anche la tranquillità del cielo stellato appena fuori dalla città.

Un racconto adrenalinico dal passo sostenuto, nel quale le tavole si susseguono frenetiche per narrare le disavventure di questa armata brancaleone allo sbaraglio. Li Yu, Yang Kuaikuai, Yun Duo, e lo zio Ya si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato, e sono costretti a mal sopportarsi in questo romanzo on the road dai continui colpi di scena. Non c’è tempo per fermarsi, c’è solo da voltare pagina e lasciarsi catturare dalle inquadrature travolgenti e dal rosso pastello che domina le scene. Nel suo fumetto d’esordio come autrice completa Yi Yang (, yángyī), artista cinese trapiantata a Bologna, dispiega sulle tavole un dinamismo e una precisione cinematografica che rendono la lettura scorrevole, facendo di Easy Breezy un romanzo a colori da divorare tutto d’un fiato.

La narrazione di Easy Breezy è sincera e cruda, non nasconde la violenza, il turpiloquio, nemmeno il sangue. È un’avventura fatta di inseguimenti che tengono col fiato sospeso e close-up magistralmente cadenzati, che non manca di accompagnare all’azione una forte costruzione dei personaggi. Non solo semplici protagonisti in balia degli eventi, ma individui dalle complesse sfaccettature i cui legami crescono e si sviluppano con lo scorrere delle pagine. Anche sui personaggi secondari l’autrice non risparmia un colpo e li disegna impetuosi, grezzi, vivi. Il tutto inquadrato in una sceneggiatura accattivante che per schiettezza dei disegni e incalzare delle scene ricorda qualcosa a metà tra un film di Guy Ritchie e un anime di Shin’ichiro Watanabe. Easy Breezy è il chiaro prodotto artistico di una divoratrice seriale di storie, un’abile storyteller che ha padroneggiato l’arte del narrare e sa bene come alternare l’azione a momenti drammatici per catturare il lettore, intrattenerlo, e strappargli una lacrima al momento giusto.

Il tratto di Easy Breezy, come la trama, è veloce, quasi sfuggente. Yi Yang utilizza i Ben Day Dots, la texture a pallini rossi della vecchia carta stampata, tipica della Retro Comicbook Art, che danno un impatto visivo personale e distintivo al suo fumetto. Colori saturi e una prevalenza di rosso e grigio accompagnano questa tecnica, e donano alle tavole un tono retrò che funziona bene nel rappresentare l’ambientazione anni ’90.

Per personaggi e ambientazione, Yi Yang racconta di avere fatto riferimento alla sua adolescenza in Cina. Così la trama prende vita in un generico paese della Cina settentrionale, fatto di quell’ossimoro tra enormi cartelloni pubblicitari e tetti di legno accatastati uno a ridosso dell’altro, un ricordo del paese di origine dell’autrice, Benxi, nella provincia di Liaoning, la più settentrionale della Cina. Allo stesso modo la complessa personalità del bullo Li Yu è basata sulla difficile vita del cugino di Yi Yang (che, tra le altre cose, è il personaggio preferito dell’autrice).

Easy Breezy è una storia moderna che a livello visivo è un film d’azione su carta stampata ben eseguito, e che alla radice è meravigliosamente cinese. Lo si legge nella pressione a cui lo studioso Yang Kuaikuai è sottoposto in qualità di studente modello (è un vero e proprio san hao xuesheng, 三好学生), nelle canzoni popolari dell’epoca, intonate dai protagonisti in una delle scene più commoventi del racconto, negli spaghettoni tirati a mano, così come nelle onomatopee del fumetto che dall’inglese Smack, Boom, Wham, diventano 嗒嗒 (dada, trottare di cavalli), 哗哗 (huahua, scrosciare della pioggia), (guang, bang!) . Una meritata aggiunta alla sempre più ricca linea Baodella Bao Publishing, la collana dedicata al fumetto cinese. La prima creazione in solitaria di Yi Yang è divertente, spassionata, è semplicemente breezy. Un fumetto da leggere in un’ora sola, ma su cui tornare mille volte per assaporarne le tavole e sperare di averne ancora.

Di Lucrezia Goldin

*Studiosa di Cina, da poco laureatasi con lode al Master of Arts in Chinese Studies presso la Leiden University. Specializzata sui temi di nazionalismo popolare e cyber governance si interessa anche di cinema e identità culturale. Nel 2017 è stata assistente alla ricerca per il progetto “Chinamen: un secolo di cinesi a Milano”. Dopo aver trascorso gli ultimi tre anni tra Cina e Paesi Bassi, ora scrive di Cina e cura per China Files la rubrica “WeiboLeaks: storie dal web cinese”.