Pechino pensa di riportare tutti gli enti di vigilanza sul sistema finanziario sotto un’unica super-commissione e dare ampi poteri di supervisione alla banca centrale. Conseguenza delle turbolenze in borsa di quest’estate, ma anche di una regolamentazione ormai datata. Il crollo delle borse cinesi quest’estate sta spingendo la dirigenza di Pechino a ripensare l’intero sistema di vigilanza su banche, assicurazioni e mercati. L’ipotesi che si sta facendo strada è di accorpare gli attuali tre enti di tutela in un’unica super-commissione che potrebbe finire sotto il cappello della People’s Bank of China.
Il presidente Xi Jinping per primo, in un discorso dello scorso 3 novembre, ha posto l’accento sulle «contraddizioni» nella regolamentazione dell’industria finanziaria in Cina. Divergenze di approccio e strategia si erano palesate nel corso delle riunioni per tentare di frenare la brusca correzione dei listini di Shanghai e Shenzhen, che avevano ceduto circa il 40% tra giugno e agosto. In questo scenario è emerso il ruolo della banca centrale presieduta da governatore Zhou Xiaochuan, anche per via della politica monetaria di stimolo all’economia caratterizzata dalla decisione di tagliare per sei volte nell’ultimo anno i tassi di interesse e delle manovre sullo yuan.
Di contro perde terreno la China Securities Regulatory Commission, la Consob locale, il cui presidente Xiao Gang è dato da mesi come uscente, da questa estate circolerebbe addirittura una lista con una ristretta rosa di possibili successori, e il cui vicepresidente è finito la scorsa settimana sotto inchiesta per corruzione. Al momento però non è ancora certa la supervisione della PboC sulla nuova vigilanza unificata che oltre a Csrc includerà China Banking Regulatory Commission (Cbrc) e China Insurance Regulatory Commission (Circ).
Ma come scrive il settimanale Caixin, il rafforzamento dei compiti regolatori dell’istituto centrale per migliorare la vigilanza sui mercati finanziari è in cima alla lista delle soluzioni da adottare. Venerdì scorso ne ha parlato apertamente Yin Zhongqing, vicedirettore della commissione Finanze dell’Assemblea nazionale del popolo, ossia dell’organo legislativo cinese che potrebbe iniziare a discutere del piano già nei prossimi mesi. In primavera si riunirà infatti la plenaria dell’Anp che tra gli altri temi in agenda affronterà la riforma del sistema finanziario, come previsto dalle linee guida per il piano quinquennale al 2020.
L’attuale cornice di regole risale all’inizio degli anni Novanta e dovrà essere rivista sia nella prospettiva di un’ulteriore apertura dell’azionario e della finanza cinese sia per l’introduzione di servizi, equiparabili a quelli bancari e assicurativi, ideati dai colossi di internet come Alibaba e Tencent, con l’obiettivo di modernizzare il settore.
[Scritto per MF-Milano Finanza]