Full River Red

Dialoghi – Full River Red

In Cultura, Dialoghi: Confucio e China Files by Martina Bucolo

“Dialoghi: Confucio e China Files”è una rubrica curata in collaborazione tra China Files e Istituto Confucio di Milano. CineSerie è una rassegna ricca di contenuti cinematografici per conoscere i successi della Cina continentale e tenere in allenamento ascolto e lettura. In questo appuntamento parliamo di 满江红 – Full River Red

Titolo: Full River Red
Titolo originale: 满江红 [Mǎnjiānghóng]
Regista: Zhang Yimou 张艺谋
Data di uscita: 2022
Durata: 1h49m
Genere: Commedia – giallo – storico

Due ore prima dell’alba, viene scoperto un cadavere. È quello di un delegato della dinastia Jin. La lettera che portava con sé, dal contenuto confidenziale, è sparita. Seguono frenetiche ricerche, interrogatori e torture corporali, in un intreccio di comicità e caccia all’assassino. Sono passati cinque anni dalla morte del generale della dinastia dei Song meridionali (1127-1279) Yue Fei. Il primo ministro in carica Qin Hui conduce migliaia di guardie imperiali ai confini dell’Impero per incontrare la delegazione della dinastia Jin. L’esercito e il primo ministro vengono accolti quando ormai è notte. È in questo lasso di tempo che avviene l’omicidio che darà il via ad una storia di intrighi politici, amore e tradimenti

Una commedia lunga, ma che riesce a far ridere e al contempo incuriosire lo spettatore attraverso continui colpi di scena e cambi di registro. Film d’azione in costume, dramma storico, storia d’amore, commedia e giallo: sembrerebbe un’assurda accozzaglia di generi se non ci fosse la sapiente mano di Zhang Yimou, regista e co-sceneggiatore che non ha bisogno di presentazioni. Un successo che corona i suoi 35 anni di carriera. In questa pellicola che chiude l’edizione 2023 del Far East Film Festival sembra voler condensare, autoproclamandosi, i generi che lo hanno reso celebre. 

L’azione si svolge all’interno di un complesso militare, in cui si procede con le trattative con i rivali del vicino stato Jin. Per risolvere il caso, il primo ministro Qin Hui impone al suo giovane generale Sun Jun un solo ordine: unirsi al caporale Zhang Da per cercare l’assassino e, soprattutto, ritrovare la lettera prima dell’alba. Se il generale fallirà, si abbatteranno su di lui grande umiliazione e atroci punizioni. Il rapporto tra i due detective improvvisati risulta da subito abbastanza (tragi)comico, porta con sé risate e drammi e alcuni dialoghi carichi di emotività narrativa. È così che emergono legami familiari che vengono trascinati in questa missione di vita o di morte. Il conto alla rovescia inizia con inseguimenti e nascondini ambientati negli stretti passaggi del complesso residenziale. 

Proprio tra questi vicoli, Zhang e Sun portano avanti le loro ricerche iniziando dall’ultima persona che sembra aver visto vivo l’ufficiale. In poco tempo il complesso si riempie di cadaveri rivelando segreti che sembravano dimenticati. Alle prime luci dell’alba, dopo bluff e doppi giochi reciproci, il caso è risolto. Un inno si alza tra i soldati. Un credo, per non dimenticare. Una poesia, che è il titolo del film, scritta dal generale Yue Fei morto in combattimento per la gloria della patria. In questo finale così carico di pathos non è difficile leggere più di una nota di patriottica: esaltazione della patria, non dei padroni. 

Ogni passaggio da un cortile all’altro, ogni corsa verso il prossimo interrogatorio, ogni sguardo tra comandante e soldato è scandito dalle abilissime note del compositore Han Hong. È lui che a suon di note metal e rock, con alcuni accenni folkloristici, accompagna il nostro viaggio fatto di dubbi e misteri da risolvere. 

(Di seguito il link al film – serve registrare un account – e le musiche)