Produzioni Sci-Fi: al cinema con la fantascienza cinese

In Cina, Cultura, Dialoghi: Confucio e China Files by Martina Bucolo

“Dialoghi: Confucio e China Files” è una rubrica curata in collaborazione tra China Files e Istituto Confucio di Milano. CineSerie è una rassegna ricca di contenuti cinematografici per conoscere i successi della Cina continentale e tenere in allenamento ascolto e lettura. In questo appuntamento parliamo delle produzioni cinematografiche sci-fi in Cina.

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Death-Ray on a Coral Island è un racconto del 1978 dell’archeologo, storico e scrittore di fantascienza Tong Enzheng 童恩正 (1935–97) pubblicato nella rivista letteraria 人民文学 [Rénmín wénxué] e premiato nello stesso anno con il National Prize for Outstanding Short Stories 全国优秀短篇小说奖 [Quánguó yōuxiù duǎnpiān xiǎoshuō jiǎng]. La sua popolarità coincide con l’avvento della “Nuova Era” 新时期 [xīn shíqí] sotto la guida di Deng Xiaoping e della sua politica di apertura e riforme. Il tentativo di modernizzare la Cina attraverso la scienza e la tecnologia stimola l’interesse del pubblico per la fantascienza, ispirando i giovani alla ricerca scientifica.

Il racconto – così come il successivo adattamento cinematografico – introduce una serie di meravigliose nuove tecnologie. Il pubblico a cui si rivolgono le produzioni sci-fi accoglie fervidamente i nuovi temi e i luoghi esotici. Il grande successo del racconto e i tempi maturi aprono la strada ad una delle più apprezzate e famose produzioni cinematografiche sci-fi. La storia è stata successivamente riadattata a programma radiofonico, rappresentata come opera teatrale, come 连环画 [liánhuánhuà] – fumetto tascabile per bambini – e come videogioco.

Tra fantascienza e falsa-scienza

Il masterpiece di Tong Enzheng segna la rinascita di un genere letterario non del tutto invisibile, ma relegato ad una nicchia confinata alla sottocategoria della letteratura per l’infanzia. Un successo, quello della fantascienza cinese, che avrà vita breve. Criticata, infatti, dall’ala conservatrice del Partito come “falsa scienza” 伪科学 [wèi kēxué] nel 1983 – ci troviamo in piena campagna contro l’inquinamento spirituale 清除精神污染  [qīngchú jīngshén wūrǎn] – ne viene limitato lo sviluppo.

Nonostante negli ultimi anni le produzioni cinematografiche cinesi siano riuscite a raggiungere un’ottima distribuzione a livello internazionale, non è possibile dire lo stesso per le produzioni di genere sci-fi. La rappresentazione di un mondo distopico ambientato nei primi anni del 1978 rischia, dunque, di mettere in scena critiche non troppo velate nei confronti delle scelte della classe politica. E’ proprio in quegli anni, infatti, che viene lanciata la politica di apertura e riforme.

Lo sci-fi con caratteristiche cinesi

Ad oggi, la produzione cinematografica sci-fi made in China non è tra le più fruttuose. I motivi, tuttavia, non sono da attribuirsi esclusivamente all’indiretto coinvolgimento della censura e della propaganda durante il processo di produzione: le tecniche di story-telling e la carenza di fondi – insieme a tempi tecnici e di regia molto lunghi – incidono fortemente nella realizzazione di sci-fi di successo. Il numero di film di fantascienza non riesce a tenere il passo della produzione letteraria (una delle più importanti riviste di fantascienza 科幻世界 [kēhuàn shìjiè], nasce nel 1979 come Science Art Literature e dal 1991 ha sede a Chengdu. Stampa mensilmente dalle 300 alle 500 mila copie).

Dopo un primo stop del 2011 alle produzioni sci-fi, dopo l’emissione da parte dell’Amministrazione statale di radio, cinema e televisione di linee guida che scoraggiano trame “bizzarre” 荒诞 [huāngdàn], nel 2020 le autorità cinematografiche pubblicano un documento che delinea nuove regolamentazioni politiche per incrementare la produzione di film di fantascienza.

La carenza di produzioni sci-fi, secondo il documento, è da ricercarsi nell’assenza di idee e sceneggiature innovative. Si sottolinea la necessità di concentrare l’attenzione sui giovani, sollecitando la loro creatività attraverso premi e festival cinematografici e stimolandoli alla creazione di contenuti originali. Le nuove direttive arrivano sulla scia del film di successo The Wandering Earth, con un incasso di 691 milioni di dollari.

La settima arte

Le opere sci-fi della cinematografia cinese sono poche ma indicative. Lo sviluppo della settima arte nel paese è costellata da alti e bassi e quando si pensa ai film sci-fi è molto probabile che quelli che vengono in mente per primi non siano produzioni cinesi.

Nel corso degli ultimi anni, però, complice un rapido sviluppo e una capillare diffusione delle opere in traduzione di autori ormai conosciuti a livello internazionale come Liu Cixin, Xia Jia, Chen Qiufan e Regina Kanyu Wang, sono sempre di più gli adattamenti cinematografici che prendono spunto dai loro racconti. Lo scorso 27 novembre, durante una conferenza stampa, si è parlato di una imminente nuova era per i film di fantascienza. “Quando il primo libro della trilogia Il Problema dei Tre Corpi (Liu Cixin) debutterà sul grande schermo” afferma Chen Qiufan “sarà l’anno in cui la fantascienza cinese diventerà un successo internazionale”.

TIPS: clicca qui per il 连环画 [liánhuánhuà] di Death-Ray on a Coral Island