Dalai trama

In by Simone

Il Dalai Lama è tornato a parlare rivelando piani cinesi per la sua eliminazione. Una sua adepta sarebbe stata addestrata per avvelenarlo. Ma secondo il Global Times, le parole del Dalai Lama rimandano alla trama di un “romanzo di arti marziali”, dimostrandone “la torbida psicologia”.
Per la Cina infatti, “non è assolutamente necessario” assassinare il Dalai Lama, secondo quanto affermato da un esperto cinese di Tibet, ovvero Lin Xiangmin.

E’ lui ad essere citato dal Global Times dopo che il leader tibetano – recatosi in Inghilterra a ritirare un milione circa di sterline affidategli dal Templeton Prize –  in un’intervista al britannico Telegraph aveva denunciato domenica un tentativo del governo cinese di avvelenarlo.

Penso che questa volta si sia sopravvalutato”, ha sostenuto l’esperto riferendosi al Dalai Lama, che dal 1959 vive in esilio forzato in India.

 
Perché – si chiede il Global Times il Dalai Lama decide di parlare apertamente di queste informazioni non confermate? Egli in questo modo diffonde informazioni di questo tipo a suo piacimento, anche con più entusiasmo rispetto agli altri ordinari monaci tibetani in esilio”.

Il quotidiano nazionalista cinese ha basato la propria risposta su un semplice ragionamento: “mettiamola così: se il governo centrale avesse voluto eliminare il Dalai Lama, perché avrebbe aspettato per così tanto tempo? Non è sciocco prendere provvedimenti contro il Dalai Lama ora che è così vecchio?

 
La storia secondo la quale la Cina avrebbe orchestrato un piano per uccidere il Dalai Lama, assomiglierebbe “alla trama di un romanzo di arti marziali” più che alla verità storica.

Il Global Times accusa inoltre il Dalai Lama di essere invecchiato e di essere da sempre ambiguo nelle sue esternazioni. “Alcuni – hanno scritto gli editorialisti del quotidiano – credono che il Dalai Lama si stia muovendo all’interno di un gioco pericoloso. Sembra che possa usare queste affermazioni come un pretesto per fare crescere il sospetto che, in caso di una sua morte per semplice vecchiaia, si possa accusare la Cina di averlo avvelenato”. 

 
Il Dalai Lama – secondo il Global Times è stato piuttosto attivo dopo aver tradito il suo paese. Ha viaggiato in tutta sicurezza per tutto il mondo e non ha ricevuto alcuna punizione per avere istigato le attività violente nella regione tibetana.

Se il suo paese di origine fossero stati gli Stati Uniti, la Russia, Israele o la Turchia, non avrebbe avuto la possibilità di vivere una vita così stabile”.

Secondo i cinesi, infatti, è il Dalai Lama e la sua cricca ad essere all’origine di ogni protesta tibetana, comprese le autoimmolazioni recenti e gli scontri del 2008 nel periodo pre olimpico.

Ora il Dalai Lama ha accusato il governo cinese di complottare per assassinarlo, ma questa volta, la sua menzogna sembra rivelare la sua torbida psicologia: il Dalai Lama non è una nobile figura religiosa, come vorrebbe fare credere al pubblico occidentale”.

Infine un’esortazione: “lasciate che il Dalai Lama viva la sua vita. La sua esistenza non costituisce una crisi per la Cina. E’ un problema che la Cina può permettersi di ignorare”.

[Scritto per Lettera 43; fotocredits:  arthealswounds.blogspot.com]