Corruzione, GlaxoSmithKline nella bufera

In by Gabriele Battaglia

La Cina accusa una grande casa farmaceutica britannica di usare soldi e favori sessuali per corrompere dottori e avvocati e convincerli ad acquistare i propri prodotti. GlaxoSmithKline avrebbe costruito una rete semi-informale per corrompere medici e avvocati con denaro e sesso a pagamento. L’azienda farmaceutica in questione si chiama GlaxoSmithKline è una delle più grande aziende del regno unito (la seconda sull’indice del London Stock Exchange 2012) ed è leader mondiale nel suo campo (dopo le più note Pfizer, Novartis e Sanofi). La polizia cinese la indaga dal 2007 ed ha arrestato 4 alti funzionari cinesi per appalti del valore di quasi 400 milioni di euro.

L’affare è grosso e sembra diventare più grande man mano che si scoprono nuovi dettagli. Mark Reilly, a capo della struttura che coordinava le operazioni dell’azienda sul territorio cinese, sembra abbia lasciato il paese il 27 giugno. E Gao Feng, l’inquirente a capo dell’unità cinese contro le frodi, ha pubblicamente dichiarato che le indagini hanno rivelato che “le mazzette erano una parte importante delle attività dell’azienda”.

La GSK è accusata di aver costruito una rete di oltre 700 intermediari e agenzie di viaggio con l’esplicito compito di corrompere dottori e avvocati attraverso denaro e sesso a pagamento. L’azienda, in un comunicato stampa, si dice “fortemente preoccupata” dai “comportamenti fraudolenti” di “alcuni individui all’interno dell’azienda” e di “agenzie terze”. Afferma in oltre che la sua azione sarà caratterizzata da “tolleranza zero” per questo tipo di comportamento proprio perché condivide “il desiderio delle autorità cinesi di sradicare la corruzione”.

Il China Daily riporta oggi che oltre 20 impiegati della GSK hanno confessato, inclusi i quattro dirigenti cinesi arrestati, ma le autorità sono convinte dell’implicazione di altri funzionari e personale ospedaliero. Il caso è salito alle cronache quando le forze dell’ordine hanno notato che i bilanci annuali dell’agenzia di viaggi internazionale di Shanghai, Linjiang, riportavano un fatturato di centinaia di milioni di yuan contro i pochi milioni di qualche anno prima senza però che le attività di viaggio risultassero incrementate. Solo dopo si è scoperto che quest’agenzia di viaggi collaborava con la GSK dal 2007. Ora il suo sito risulta irraggiungibile e non ha nessun numero di telefono registrato a suo nome.

Alcuni giornali hanno sottolineato come le cosiddette agenzie di viaggio di cui si serviva GSK inventavano congressi per cui era necessario viaggiare e caricavano soldi su carte di credito precedentemente fornite ai dottori non appena questi ultimi prescrivevano le medicine concordate.

Ma la scandalo non si ferma qui. Uno dei funzionari arrestati, ha dichiarato in confessione, che per introdurre i medicinali sul mercato doveva avere a che fare con le autorità statali competenti e con i primari e i principali dottori degli ospedali. Le mazzette erano più o meno del 20 per cento del valore dei medicinali.

Un ex impiegato di un’altra azienda farmaceutica non cinese che preferisce rimanere sotto anonimato avrebbe spiegato al China Daily che che se molte medicine prodotte all’estero in Cina hanno un prezzo così alto è anche perché devono ammortizzare il costo delle tangenti. E ancora più grave è che secondo alcuni il problema è sistemico. Il preside della scuola di legge della East China University è convinto che sia proprio il sistema a dover essere riformato perché “i medici contano sulle prescrizioni dei medicinali per arrotondare lo stipendio ma, se così non fosse, sarebbero i pazienti a sobbarcarsi la pressione economica maggiore”.

Nel frattempo la GSK ha concluso 4 mesi di indagine interna senza trovare evidenze di tangenti offerte a dottori o funzionari e l’inquirente Gao Feng ha dichiarato che ci sono altre aziende farmaceutiche straniere in odore degli stessi traffici illegali. Gli scandali legati alle case farmaceutiche sembrano proprio non fermarsi.

[Scritto per Lettera43; foto credits: scmp.com]