Coree – Verso una nuova Kaesong

In by Gabriele Battaglia

Replicare Kaesong. Sembra questa la direzione in cui intendono muoversi alcuni imprenditori sudcoreani. Le piccole e medie aziende sudcoreane puntano all’apertura di un secondo complesso industriale congiunto con il Nord, nonostante le difficoltà incontrate lo scorso anno. Il Nord e il Sud sono da tempo concordi sulla necessità di una nuova Kaesong”, ha spiegato Kim Ki-mun, presidente della Federazione sudcoreana delle Pmi, Kbiz, a colloquio con i giornalisti, “vogliamo premere per un secondo complesso così da sviluppare la cooperazione economica inter-coreana”.

L’imprenditore parte dall’intenzione nordcoreana di creare un progetto simile. Si tratta di informazioni da fonti locali, precisa Kim, che vedono nelle zone economiche di Rajin e Sonbong i luoghi dove sperimentare il secondo complesso industriale. Le due aree si trovano nel nordest della Corea del Nord, sul confine con la Russia e furono dichiarate zone economiche libere nel 1991 per attirare investimenti esteri.

L’area industriale è uno dei risultati più duraturi della politica di distensione tra le due Coree, intrapresa all’inizio degli anni Duemila. Il complesso è stato aperto nel 2004, qualche decina di chilometri a nord della zona demilitarizzata che divide la penisola coreana. Qui 120 piccole e medie aziende del Sud danno lavoro a circa 53mila nordcoreani.

Il complesso si è rivelato una delle principali entrate di valuta estera per il regime di Pyongyang, che trattiene buona parte degli stipendi, garantendo circa 80 milioni di dollari l’anno. Nel 2012, sottolinea il Financial Times, la produzione ha toccato i 470 milioni di dollari, in aumento del 17 per cento rispetto all’anno precedente.
Lo scorso anno, il complesso è stato tuttavia vittima delle tensioni seguite al terzo test nucleare nordcoreano di febbraio e all’imposizione di nuove sanzioni contro il regime. Nel mezzo delle minacce, Pyongyang ritirò i lavoratori, bloccando la produzione e costringendo alla chiusura dell’impianto per mesi, da aprile a ottobre, con seri danni e perdite per le società del Sud.

I piccoli e medi imprenditori sudcoreani guardano invece ad altre parti del Paese. Produrre nell’area indicata dai nordcoreani, oggi nota come la Zona economica speciale di Razon, non è considerato sostenibile, in particolare per problemi di distribuzione dell’elettricità, ha spiegato Kim. Secondo gli studi di fattibilità commissionati dagli imprenditori del Sud, candidati ideali per ospitare la nuova Kaesong sarebbero Haeju e Nampo, sulle coste del Mar Giallo, la seconda preferibile.

Nampo, spiega il quotidiano Hankyoreh, dista 130 chilometri da Kaesong. Sviluppando adeguatamente il collegamento autostradale può essere raggiunta in un’ora e mezza. Inoltre potrebbe appoggiarsi alla rete elettrica dell’attuale complesso inter-coreano. Le due zone sono però troppo vicine a Pyongyang e ad alcune installazioni militari, sebbene la vicinanza alla capitale potrebbe rivelarsi una soluzione per la ricerca di manodopera.

La Kbiz al momento si muove da sola, senza discutere del progetto con il governo di Seul. Per il presidente Kim d’altra parte anche per Kaesong fu fatto altrettanto, con il sostegno di Hyundai. “Una volta che le industrie prenderanno slancio anche il governo mostrerà interesse”, ha spiegato nell’aggiungere che il piano potrà partire una volta che verranno meno le sanzioni che vietano nuovi investimenti, imposte in risposta all’affondamento della corvetta sudcoreana Cheonan a marzo 2010.

[Scritto per Formche.net; foto credits: time.com]