Che il Nobel per la pace a Liu Xiaobo non sia andato giù alla Cina è cosa nota. Offesa per la scelta ricaduta sul dissidente cinese, la Cina ha più volte definito una oscenità la decisione di dare un premio ad un uomo considerato un sovversivo e un criminale. Non solo, perché ha ripetutemente invitato i paesi a boicottare la cerimonia di domani ad Oslo, definita una pagliacciata, con il risultato che 18 nazioni non prenderanno parte alla premiazione (si tratta di Russia, Kazakhistan, Colombia,Tunisia, Arabia Saudita, Pakistan, Serbia, Iraq, Iran, Vietnam, Afghanistan, Venezuela, Filippine, Egitto, Sudan, Ucraina, Cuba e Marocco).
E così, forse con un manierismo che non dovrebbe soprendere dato l’atteggiamento adottato spesso dal governo cinese nel campo delle relazioni internazionali, il Regno di mezzo ha ora annunciato la propria risposta al Premio Nobel per la Pace, creando un’onoreficenza tutta sua, il Premio Confucio per la Pace, assegnato all’ ex vice-presidente di Taiwan Lien Chan (nella foto).
L’idea di questo premio è stata presentata tre settimane fa dal tabloid Global Times. Gli organizzatori hanno tenuto a precisare come il premio sia il vero e unico simbolo che esprima il punto di vista della popolazione cinese sulla pace. Una risposta pacifista alla scelta del Premio Nobel, considerata un’arma del soft power made in Usa, per rimarcare ancora una volta quale ingiustizia sia stata fatta alla Cina in questa circostanza: mostreremo al resto del mondo come i cinesi concepiscono la pace, ha detto Liuchang Tan, presidente del Comitato del Premio della Pace Confucio, al Global Times, la Cina è essa stessa un simbolo di pace, sostenendo la pace, in un mondo che è pieno di conflitti. Non cerchiamo di diffamare altre organizzazioni – ha aggiunto – siamo qui per offrire un modo di pensare. Il Premio Confucio per la Pace non è stato progettato per sfidare o sostituire il Nobel per la Pace.
Per dare la stoccata finale a Oslo, la cerimonia del Premio Confucio per la Pace avrà luogo oggi, il giorno prima della premiazione per il Nobel a Oslo. Bill Gates, Nelson Mandela, Mahmoud Abbas, il poeta cinese Qiao Damo e Panchen Lama, la seconda figura più importante del buddismo tibetano, sono stati i finalisti del premio, raccolti da un sondaggio on line.
La scelta di Lien è stata attribuita ai suoi sforzi per la cooperazione tra la Cina e Taiwan. Dal 2005, anno della prima visita in Cina da parte del KMT, dalla fondazione della Repubblica Cinese nel 1949, Lien ha viaggiato piu volte in Cina, ed ha avuto diversi incontri con il Presidente Hu Jintao, all’interno di processo che ha aiutato ad allentare le tensioni tra i due governi. Il recente accordo economico tra Cina e Taiwan (l’Ecfa, Economic Cooperation Framework Agreement) rappresta un momentaneo successo di questa politica che ha finito per fiaccare le mire indipendentiste dell’isola considerata ribelle da Pechino.
Raggiunto al telefono a Taiwan però, Ting Yuan-chao, collaboratore di Lien, ha negato che il KMT fosse a a consocenza del premio, rilasciando un no comment.
*Marianna Cerini- Laureata in Cinese (Classico e Moderno) alla School of Oriental and African Studies, University of London, si e trasferita a Pechino a studi completati, seguendo la sua passione per la Cina. Presso Time Out Beijing, contribuisce a ricercare e rendere noti gli eventi piu interessanti della capitale