Il recente lancio di un satellite per le telecomunicazioni e’ l’ultimo atto di una serie di vicende che hanno rafforzato la partnership strategica tra la Cina e il Venezuela, tanto che il paese governato da Hugo Chavez e’ diventato il principale destinatario degli investimenti cinesi in Sud America.
Nella fascia dell’Orinoco, che e’ considerata la principale riserva di petrolio mondiale, Pechino sta aiutando Caracas a sfruttare un area che si ritiene valga circa 40 miliardi di barili di crudo, due volte il volume delle riserve degli Stati Uniti. L’attuale ritmo di greggio esportato dal Venezuela verso la Cina e’ di circa 400.000 barili al giorno; entrambi i paesi sperano di portare il livello a 1 milione di barili giornalieri entro il 2010.
Lo scambio tra i due paesi non si limita comunque al campo petrolifero. Nella penisola di Paraguana, nella parte occidentale del Venezuela, il ruolo cinese e’ stato fondamentale nel permettere al Venezuela la produzione del primo telefono cellulare "nazionale". Battezzato Vergatario, che in spagnolo significa "il migliore", il nuovo telefono mobile e’ prodotto da una joint-venture chiamata VTelca. Gli ingegneri cinesi hanno contribuito alla progettazione e alla messa a punto della componentistica mentre il Venezuala ha fornito la manodopera, le infrastrutture e il finanziamento iniziale per avviare l’impresa. Il Vergatario costa solo 14 dollari ed e’ specificatamente rivolto alle fasce a basso reddito della popolazione venezuelana. Il telefono ha debuttato nei negozi venezuelani lo scorso Maggio con grande successo, tanto che i primi stock sono andati esauriti in poche ore.
Nei dieci anni di governo di Hugo Chavez, gli scambi commerciali tra Cina e Venezuela sono passati dai 200 milioni di allora agli attuali 10 miliardi di dollari. La comunita’ cinese in Venezuela e’ presente da decenni, ma negli ultimi anni la presenza di aziende cinesi sta aumentando e si fa sentire nei settori piu’ diversi: in quello immobiliare, in agricoltura e nell’industria pesante. Hugo Chavez e’ stato sei volte in visita ufficiale a Pechino, il piu’ assiduo fra i leader sudamericani.