Come a un centro sociale italiano qualunque: gli hanno tagliato prima la luce, costringendoli al buio e al freddo, infine l’attesa: per la demolizione. E’ il più che probabile destino del polo artistico alternativo di Pechino, il Chuangyi Zhengyang Art District, quartiere Chaoyang della capitale, nuovo centro di creazione artistica nato in alternativa all’ormai scontato 798 (ma pur sempre mitico nell’immaginario che ha saputo creare). Gli allacci sono stati tagliati niente meno che dai proprietari degli stabilimenti, l’Hanshizyzhou Culture and Art Development Company. Per oltre 70 artisti cinesi e stranieri, la fine di un’esperienza unica.
Al Global Times, giornale della capitale in lingua inglese, Iwama Satoshi, scultore giapponese, uno dei tanti artisti stranieri ospiti del polo artistico, ha detto che per lui saranno guai immani. Lui vive lì con la moglie e due figli di 9 e 2 anni. E’ stato costretto a chiedere ospitalità ad amici. A Pechino il freddo, ancora più che il buio, fa paura davvero.
Alcuni artisti, che preferiscono rimanere anonimi, hanno detto di avere ricevuto la notizia che a giorni il compund artistico sarà demolito. “E’ impossibile per noi trovare un posto che sostituisca questo”, hanno detto. “I proprietari sono crudeli a fare tutto questo”, si sono lamentati altri. Molti artisti specificano inoltre di avere speso molti soldi per lavori strutturali, per abbellire il luogo, oltre al pagamento in anticipo di molti mesi di affitto.
Un responsabile della prossima demolizione ha lasciata aperta una speranza per gli artisti di ricevere una compensazione per i lavori fatti, ma dalla società proprietaria degli stabili nessuna certezza è stata assicurata.
[foto da Global Times]