Dal primo gennaio entrano in vigore per l’Italia le disposizioni dell’accordo con Hong Kong in materia di doppia imposizione. L’ex colonia britannica è stata da poco cancellata della black list dei Paesi e dei territori a fiscalità privilegiata. Ma sui tempi bisogna ancora fare chiarezza. Hong Kong “è riconosciuta come un’economia di tutto rispetto e non più un paradiso fiscale”. Per Olderigo Fantacci, responsabile Chinese desk di STS Deloitte è questo il messaggio principale dell’accordo tra l’ex colonia britannica e l’Italia in materia di doppia imposizione e la conseguente uscita della regione amministrativa speciale cinese dalla black list dei Paesi e dei territori considerati a fiscalità privilegiata. Occorrerà tuttavia fare chiarezza sui tempi di applicazione dell’accordo.
Ma intanto Hong Kong riafferma il proprio ruolo di porta per l’Oriente, come recita l titolo del convegno organizzato martedì 15 dicembre a Milano da Sts Deloitte e dalla Fondazione Italia-Cina per capire le prospettive legate a queste novità in materia fiscale. Il cambiamento principale secondo Fantacci è proprio l’esclusione dell’ex colonia dalla lista nera.
Ora che l’accordo prevede che Italia e Hong Kong si scambino informazioni sui contribuenti per combattere l’evasione fiscale e la possibilità quindi di fare un double check, cadono i presupposti che collocano il territorio nella lista dei cattivi. Hong Kong può in questo modo dispiegare tutte le potenzialità per gli imprenditori italiani.
Nelle classifiche internazionali l’ex colonia continua a confermarsi una delle destinazioni ideali per far business: ad esempio ha una normativa societaria fortemente condizionata dal diritto britannico, che facilita il possesso di Wholly Foreign Owned Enterprise cinesi, attraverso società localizzate nel territorio e senza quindi necessità di un socio cinese. Vanta inoltre un sistema tributario semplice, senza interferenze del governo e ora aperto agli scambi di informazioni.
Resta tuttavia ancora da chiarire la tempistica. “Servirebbe un orientamento ufficiale”, chiarisce Fantacci. Lo scambio degli strumenti di ratifica, data effettiva dell’entrata in vigore dell’accordo siglato a gennaio 2013, risale al 10 agosto e la data dei decreti ministeriali con cui Hong Kong è stata rimossa dalle black list è il 18 novembre 2015. Tuttavia la decorrenza degli effetti dell’intesa per l’Italia è fissata al primo gennaio 2016, per cui, in assenza di chiarimenti,gli effetti positivi si inizieranno a vedere negli anni fiscali successivi al 2016.
[Scritto per MF-Milano Finanza]