Caratteri Cinesi – Yan Lianke. L’albero di mio padre

In by Simone

La storia di una terra, di una casa e di un albero diventano la storia di una famiglia e delle campagne della Cina comunista. La traduzione inedita di un racconto del 2010 di Yan Lianke (per gentile concessione dell’autore).
Mi è venuto in mente che mio mio padre, quando era in vita e dopo la sua morte, non ha mai avuto il suo albero, come un’anima senza bandiera.

Ricordo un breve periodo, nel 1978. È  stato il momento che si è impresso più profondamente nella mia mente, come quando alla fine dell’inverno arriva la primavera e tutti gli esseri si risvegliano trasognati. Il cielo, che fa capo agli uomini, è di un blu brusco e impetuoso, fa credere alla gente di essere tinto di un non so ché di finto.

Improvvisamente, la terra venne redistribuita ai contadini. Il governo la restituì, come se le inespugnabili mura della città fossero state fatte a pezzi e poi rimesse insieme a formare una ciotola di coccio, con cui i contadini potessero mangiare.

La gente non riusciva a credere che fosse vero. Si pensava che questa politica fosse  una frittata trita e ritrita, un nuovo modo per giocare a nascondino. I contadini, in piedi sulla propria terra, se la ridevano con un sorriso smagliante o abbattevano gli alberi dei loro appezzamenti.

La terra è la mia e anche quello che vi cresce. Quell’albero, vien da sé, fa parte della mia proprietà, di ciò che mi appartiene. E nel frattempo si abbattevano alberi grandi e piccoli, paulonie e pioppi. Li abbattevano e li trascinavano in casa.

Un giorno le politiche cambiarono nuovamente e la terra ritornò nelle mani e nei registri del governo. A casa c’era ancora come minimo un albero. Così, le persone avevano imparato, fecero a gara gli uni con gli altri e nell’arco di pochi giorni, i grandi alberi dei campi e delle colline, utili come assi portanti e come tetto, non esistevano più.

Il terreno della mia famiglia era stato redistribuito fuori dal villaggio, in un campo accanto alla strada. Come per i terreni delle altre famiglie c’era un albero, un pioppo affusolato e più robusto di una spessa ciotola. Era dritto e a primavera il fruscio delle sue foglie risuonava chiaro e melodioso come un battito di mani.

Quel pioppo si ergeva solitario come l’asta di una bandiera in una piazza, mentre ciò che rimaneva degli alberi delle altre famiglie erano solo tronchi distesi, nudi sul terreno. Tutta la famiglia si riunì per discutere se abbattere o no quell’albero. Anche mio padre rifletté.

Aveva misurato più volte con le mani e con lo sguardo la sua grandezza e l’altezza e sapeva che se fosse stato abbattuto sarebbe stato un pilastro perfetto come sostegno per le case, o che dalla sua vendita si sarebbero potuti ottenere alcune centinaia di yuan.

[La traduzione è di Desirée Marianini Torta. Continua a leggere su Caratteri Cinesi. L’immagine è tratta da complexification.net]

*Scrittore di chiara fama, Yan Lianke è nato nel 1958 da una famiglia di contadini nelle sperdute campagne dello Henan. In Cina molti dei suoi libri sono stati ritirati dalle librerie; in Italia sono stati tradotti: Servire il popolo (Einaudi, 2006) e Il sogno del Villaggio dei Ding (Nottetempo, 2011).