Caratteri Cinesi – L’assurdità delle demolizioni forzate

In by Simone

Alcuni estratti della lettera aperta dello scrittore Yan Lianke al Presidente Hu Jintao e al Premier Wen Jiabao per denunciare l’assurda situazione che è costretto ad affrontare chi subisce la demolizione forzata della propria casa.
Onorevoli Segretario Generale e Primo Ministro,

Sono un comune docente universitario e uno scrittore, prima di scrivere questa lettera ho tentennato.

[…]

Tre anni fa, tramite i diritti d’autore e altri risparmi, ho acquistato un’abitazione al condominio “Huaxiang: il giardino [più] famoso al mondo” nel quartiere Fengtai a Pechino.

A luglio di quest’anno, ho ricevuto una notifica formale per la  demolizione forzata della mia casa e di quella di altre trentanove famiglie, motivato da un progetto di ingegneria per il prolungamento di Via Wanshou. Due giorni dopo,  all’alba mentre tutti dormivamo, le mura di cinta del condominio sono state improvvisamente rase al suolo.

Per contribuire allo sviluppo e alla costruzione di Pechino la maggior parte dei residenti si è dimostrata collaborativa. L’ufficio per le demolizioni ha comunicato che il rimborso per ognuno sarebbe stato di cinquecentomila yuan, settecentomila per chi non avesse creato problemi. Non prevedeva nessuna differenza sulle superfici delle case o a seconda del prezzo pagato per comprarle.

Così le frizioni tra i cittadini, il governo locale e gli addetti alla demolizione è aumentata gradualmente: discussioni, scontri fisici, imbrogli e sangue. Si era giunti a un punto morto delle trattative e a una confusione facile da immaginare.

[…]

In poche parole, la speranza è che si proceda secondo regole documentate e procedure legali, e che chi ha subito la demolizione possa prendere visione dei documenti, basterebbe questo.

Ma tutte le risposte che sono riuscito a ottenere sono state: “è stato deciso dall’alto” oppure “sono informazioni riservate” e via dicendo.

[…]

Questa mattina, sono arrivato in tutta fretta e ho visto gli agenti speciali con le divise che andavano ovunque e veicoli che chiudevano la strada. Quasi tutti i cittadini a cui è stata imposta la demolizione portavano cartelli su cui c’era scritto: “difenderemo le nostre case con la vita e con il sangue”. Fuori di sé, erano pronti a giurare sulla loro stessa vita.

Nessuno sapeva cosa sarebbe accaduto durante la demolizione e nessun esponente governativo era  sul luogo a mediare. Le situazioni con morti e feriti avvengano proprio per questo gioco tra gatto e topo. Se non è oggi, sarà domani. Tra l’altro, molti degli abitanti dichiaravano: “vivo con la mia casa e muoio con lei

Onorevoli Segretario Generale e Primo Ministro,

Con tutta sincerità non è importante se demolite la casa a me: un comune cittadino, un docente universitario e uno scrittore famoso. Quello che abbiamo visto e sperimentato ci ha lasciato sbalorditi ed esterrefatti.

[…] Rifletto su quale situazione assurda si trovi ad affrontare chi non fa il mio stesso mestiere e non ha la mia stessa condizione sociale, quando viene imposta una demolizione.

Da cittadino, amo profondamente il mio paese; da scrittore, […] porto volentieri sulla schiena i valori della mia cultura; da insegnante, desidero che gli studenti crescano e studino in una società accogliente e armoniosa.

[…]

Spero che questa situazione possa risolversi presto, seguendo un corso legale, umano e razionale. Spero che l’aver sperimentato tutto questo, possa ridurre d’ora in avanti, il ridicolo dramma delle demolizioni nella nostra società .

Come disse il Presidente Wen “far vivere le persone con più dignità”, far sì che le persone, i cittadini siano consapevoli e vivano in serenità e sicurezza. Far sì che questi fatti amari che avvengono nella società, siano sempre più rari. Sempre più rari.

Scusate per il disturbo. Vi auguro tutto il bene!

[La lettera aperta è stata tradotta integralmente da Désirée Marianini Torta su Caratteri Cinesi.
La foto di copertina è di Tania di Muzio]

*Scrittore di chiara fama, Yan Lianke è nato nel 1958 da una famiglia di contadini nelle sperdute campagne dello Henan. In Cina molti dei suoi libri sono stati ritirati dalle librerie; in Italia sono stati tradotti: Servire il popolo (Einaudi, 2006) e Il sogno del Villaggio dei Ding (Nottetempo, 2011).