Il volto è quello del mito olimpico e le prime parole sono da capo di stato, con tanto di sottotitoli in cinese: «miei cari amici cinesi, come sapete sono stato recentemente colto in comportamenti che non sono quelli che la gente si aspetta da me». E Phelps, in 52 secondi di video, chiede scusa anche al popolo cinese, per essersi fatto pizzicare e fotografare a fumare marijuana nel bel mezzo di una festa. Una figuraccia mondiale con conseguenze rilevanti: sospensione per 3 mesi dalle competizioni agonistiche e il rischio di un processo penale, come promesso da uno sceriffo statunitense.
Come mai, si è chiesto qualcuno, Phelps, recentemente in visita a Pechino per celebrare i suoi successi olimpici, ha preparato un video ad hoc per chiedere scusa espressamente ai cinesi?
La risposta l’ha data il suo sponsor: la Mazda. Il colosso automobilistico a gennaio ha infatti siglato alcuni accordi commerciali con Phelps per campagne pubblicitarie, sette, proprio in Cina. Non a caso, sussurrano i maligni, solo pochi istanti dopo la pubblicazione del video di scuse, la Mazda ha ufficializzato la continuazione del contratto con il campione Usa.