La Cina non è una questione intima, è la Cina, sempre la Cina, ancora oggi, a distanza di circa quarant’anni è sempre il grande coinvolgente tema che in ogni epoca si ripresenta con urgenza; così, quando si domanda «Alors, la Chine?», si attendono esaurienti risposte, sia pure differenti a seconda dell’epoca. China Files ruba dalla magnifica introduzione di Renata Pisu per introdurre qualche frammento de I Carnet del viaggio in Cina (per gentile concessione di O barra O edizioni).
In astratto la Cina ha mille sensi possibili: storico, etico ecc.: i nostri grandi opinionisti possono parlarne a modo loro. Ma per i francesi la Cina ha un unico senso, posto in un modo molto credibile nei loro testi. Ma questo stesso plurale è da parte nostra. Salto dell’intelletto: dal plurale all’uno.
Sono stati appena rifiutati quattrocento visti. L’hostess si stupisce del nostro viaggio; chiede: «Avete degli agganci?».
Arrivo a Pechino
«Allora, la Cina?» Giovani soldati. Impressione che non abbiano niente sotto la giubba. Sorrisi. Sala dell’aeroporto: sobria, austera. Cuoio. Svizzera di cinquant’anni fa. Un grande rettangolo rosso.* Support Surfaces.
Percorso dall’aeroporto, strada dritta tra due filari di salici. Incrociamo un cane, un giovane europeo che corre in pantaloncini.
L’interprete: fa “frescolino”.
Oggetto feticcio: il grande thermos di acqua calda per il tè, ornato di decalcomanie, in mano a ragazzine e ragazzi.
Sabato 14 aprile 1974 (Pechino)
Tempo velato. Dormito male, cuscino troppo alto e duro. Mal di testa. Ieri sera: riunione con le guide. Salottino dell’albergo. Grandi poltrone, braccioli con pizzi all’uncinetto.
La “cortesia” e le macchine fotografiche. L’austerità: biancheria non stirata.
Un’occhiata dalla finestra alle sei del mattino. Badmington. Uno gioca benissimo, fanno vari scambi – appena qualche movimento, come quando si fuma una sigaretta.
I corpi? Sodi ed elastici. Un lato rigonfio.
Nessuna differenza sessuale.
D’improvviso uno, vaga elettricità erotica: il fatto è che ha occhi intelligenti.
Intelligenza sta per sesso. Ma allora dove mettono la loro sessualità?
Sento che non potrei spiegarli per niente – ma solo spiegarci partendo da loro. Quindi quello che c’è da scrivere non è Allora, la Cina? Ma Allora, la Francia?
[…]Tagli capelli codificati. Che impressione! Assenza totale di moda.
Grado zero dell’abbigliamento. Nessuna ricercatezza, nessuna scelta.
Esclusione della civetteria.
*Roland Barthes (1915-1980), fu un critico e semiologo francese di orientamento strutturalista. Nel 1962 viene nominato professore all’École Pratique des Hautes Etudes di Parigi e nel 1976 ottiene la cattedra di Semiologia della letteratura al Collège de France. Ha collaborato con diverse riviste, tra cui «Tel Quel» ed «Esprit». Tra i suoi saggi: Il grado zero della scrittura (1953), Miti d’oggi (1957), L’impero dei segni (1970), Frammenti di un discorso amoroso (1977).