Video – Gao Brothers Video Portrait

In by Simone

I fratelli Gao sono fotografi, scultori, pittori e sicuramente performers. Conosciuti ai più per i loro abbracci collettivi, hanno cominciato a lavorare a metà degli anni ottanta e continuano ad essere parte integrante dell’arte contemporanea cinese. Un giovane artista italiano, Davide Sebastian, li ha conosciuti, incontrati, e oggi collabora con loro. Vi proponiamo due video ritratti dei fratelli Gao realizzati da Davide Sebastian e una sua breve intervista.

In che punto del tuo percorso artistico è intervenuto "l’Oriente"? Mi riferisco sia a determinati concetti che sembrano pervadere le tue opere, ad esempio il mutamento, sia il rapporto concreto con l’Asia

Nel 2009 sono approdato sull’isola di Bali in Indonesia, dove per la prima volta ho vissuto l’esperienza non solo lavorativa ma anche di vita in un luogo magico come quell’isola. Ho visto da dentro le contraddizioni di una cultura millenaria come quella Indù e raccontato storie tra sacro e profano. Ho incontrato sciamani sul vulcano e ho nuotato nei due oceani, e in questo battesimo d’oriente ho imparato un nuovo modo di concepire il lavoro e di approfondire la conoscenza della cultura asiatica.
> Più che di mutamento, il mio lavoro parla di intimità umana. Intimità che cerco di ottenere con ogni soggetto che ritraggo in un dialogo senza voce, dove il solo respiro e il suono del battito cardiaco di ogni soggetto, diviene un alfabeto universale che con sapienza Federico Ferretti trasforma in suono.

Sei mai stato in Cina? Se sì, cos’è che ti ha colpito e incuriosito subito di quel mondo e cosa ti ha infastidito? Ci racconti un po’ dell’esperienza che hai vissuto?

Sono stato per la prima volta in Cina nel 2011 e l’impatto è stato davvero forte. Quando penso alla Cina penso alle diverse cine che ho incontrato. Ogni provincia ha una sua identità assestante, ma tutte sentono il bisogno di recuperare quel gap storico che li divide dall’occidente. Interessantissimi anche qui sono le contraddizioni culturali e il proliferare di arte. La Cina contemporanea è divisa in due. Una Cina nostalgica che con difficoltà riesce a staccarsi da un passato tradizionalista, dall’altra parte una Cina ‘emancipata’ che guarda il futuro imitando sempre più spesso un occidente consumista e senza memoria. Con il tempo e con i rapporti nati con la conoscenza di artisti cinesi come ad esempio i Gao Brothers, la mia visione e sopratutto la mia interazione con questo straordinario paese, vuole diventare un ponte tra le due culture e quindi ad una collaborazione stretta con la scena artistica del luogo.

Come hai conosciuto i fratelli Gao? Cosa pensi del loro lavoro come artisti della Cina di oggi? Come si è sviluppata la vostra collaborazione?

Ho conosciuto personalmente i fratelli Gao a Roma due giorni prima di girare il loro video ritratto, conoscevo il loro lavoro e avevo visto delle loro opere in Cina durante il mio primo viaggio. Da subito mi avevano colpito le tematiche affrontate nei loro lavori e le trovavo strettamente connesse alla mia ricerca artistica. Andai a vedere la loro mostra al Museo Macro di Roma, ed ebbi l’occasione successivamente di invitarli nel mio studio dove in seguito nacque una straordinaria amicizia e una collaborazione continuativa.

Quali sono le sfide che un giovane artista italiano deve intraprendere per lavorare e vivere in Italia?

Credo che sia importante diventare un’artista del mondo. Mutare l’idea sedentaria in una più nomade per creare così nuove contaminazioni mantenendo però sempre viva l’attenzione alle proprie origini e storia. Oggi come non mai bisogna cercare di creare delle alleanze con altri artisti in altre parti del mondo. Il nostro è un mestiere che necessità pazienza, saper aspettare, osservare e non fermare mai la fame di imparare. Credo nel ritorno alla collettività, allo scambio reciproco di informazioni.



Quali sono degli artisti cinesi che apprezzi particolarmente e perché?

Naturalmente i Gao Brothers, per le affinità di cui ho parlato prima. Yang Fudong per la sua potenza espressiva e la capacità di portare la video arte ad altissimi livelli, ma anche Zhang Dali per la straordinaria ricerca iconografica e per l’attenzione a tematiche ambientali.
Inoltre Yang Yongliang per aver coniato attraverso incredibili video installazioni un nuovo modo di raccontare il presente il passato ed il futuro senza però perdere l’inconfondibile segno della pittura antica cinese.