Viaggi – Sul lago cinese Lugu Hu comandano le donne

In Uncategorized by Simone

Al confine fra Yunnan e Sichuan. Nella Cina che gli Han e l’urbanizzazione non hanno raggiunto. Una società matriarcale di etnia Mosuo, donne sono detentrici del patrimonio economico della famiglia, trasmettono il loro nome ai figli, e godono della libertà di poter scegliere e cambiare il proprio partner.In una delle zone più remote della Cina meridionale, incastonato fra le montagne al riparo dal turismo spicciolo, sorgono le calme acque del Lugu Hu, il lago a 3500 metri d’altezza che da secoli cattura l’immaginazione e la miticizzazione di pellegrini e viaggiatori. La folta vegetazione subalpina, l’aria pulita e rarefatta e la tranquillità di una gita in barca fra gli uccelli migratori ne fanno una rara destinazione all’insegna della quiete in una Cina sempre più sgarbatamente devota al peggior turismo eco-insostenibile. Tuttavia la peculiarità della regione del Lugu Hu è di carattere socio-culturale. Consiste nella sua affascinante preservazione degli usi e dei costumi matrilineari della minoranza etnica che abita le sue rive e i monti circostanti: l’etnia Mosuo.

Meglio conosciuto fra le fantasie dei viaggiatori cinesi come “il Regno delle Donne”, o “il lago delle Amazzoni”, il Lugu Hu è la terra dei Mosuo, che grazie alla posizione isolata, rifugiata fra montagne impraticabili, mantengono strutture sociali e rituali di grande interesse antropologico. L’etnia Mosuo conta 90.000 individui, la lingua principale (il Mosuo), è privo di una scrittura, e la religione più praticata è una variante locale del buddhismo officiata da una classe di sciamani detti “Daba”.

Alla donna è riservata la posizione più alta nella gerarchia sociale: le donne sono detentrici del patrimonio economico della famiglia, trasmettono il loro nome ai figli, e godono della libertà di poter scegliere e cambiare il proprio partner a piacimento senza per questo subire alcuna stigma da parte del resto del villaggio (grande disonore è invece attribuito a chi si sposa al di fuori dell’etnia). Le donne Mosuo sono responsabili della produzione agricola, della cura degli animali d’allevamento, e della produzione di prodotti alimentari, tessili e artigianali. Anticamente, gli uomini erano per lo più impegnati in lunghi viaggi in carovana per scambiare i loro prodotti e mantenere vivo in commercio con le regioni limitrofe.

Il rito più discusso è più controverso del sistema sociale Mosuo è detto “walking marriage”, il “matrimonio che cammina”, usanza per la quale la donna Mosuo può intrattenere relazioni di coppia temporanee, invitando il compagno prescelto a passare la notte nella sua baita, a patto che la lasci prima dell’alba. Tale costume ha generato ogni sorta di leggenda perversa e pruriginosa fra i cinesi delle pianure: in realtà la maggior parte delle relazioni di coppia sono stabili e durature, come spiega il Lugu lake Cultural Development (vedi link in basso), ma non necessariamente incasellate nella monogamia all’insegna del “finché morte non ci separi”. Non è raro incontrare le donne Mosuo nei loro vistosi cappelli, avvolte dalle colorate gonne a strisce, mentre trasportano foraggio e legna nelle ampie ceste sulla schiena.

Un ottimo modo per inoltrarsi nella cultura locale è quello di replicare il rituale di circumambulazione del lago, cammino dalla valenza sacra che potrete effettuare a piedi in 3 giorni, o in bicicletta in una sola giornata (facciamo due, per polpacci fuori allenamento). Affittando una jeep si possono esplorare i dintorni e l’entroterra montagnoso fino alla cittadina di Yongning, la capitale culturale dell’etnia Mosuo. Oltre al vivace mercato e agli immancabili tavoli da biliardo, passatempo preferito del pigro genere maschile, la zona offre placide piscine naturali di acque termali e un tempio buddhista (gompa) dalle decorazioni mozzafiato.

La struttura matrilineare dell’etnia Mosuo ha fagocitato le fantasie dei cinesi Han e dell’industria del turismo, danneggiando la reputazione delle abitanti locali: non è raro sentire di bordelli frequentati dai turisti urbani, in cui giovani cinesi Han provenienti da altre regioni vengono travestite con gli abiti tradizionali Mosuo per soddisfare le esigenze dei ricchi di pianura. A corredare lo sviluppo del turismo sessuale, una folta schiera di imprenditori con pochissimi scrupoli si sta adoperando per costruire alberghi mastodontici in riva al lago, dove le abitazioni tradizionali, esclusivamente in legno, sono solitamente strutture rettangolari a un piano con una corte centrale per l’aia e la lavorazione dei cereali.

Pare si stia per dare avvio alla costruzione di un aeroporto che colleghi Lugu Hu ai maggiori aeroporti del resto della Cina. Ai viaggiatori potrebbe restare poco tempo per esplorare il Regno delle Donne, prima che altri uomini lo conquistino (per altre informazioni sul turismo responsabile e la possibilità di contribuire ai progetti di preservazione e empowerment sostenibile dell’etnia, vedi link in basso).

Dormire e mangiare. La cittadina più fornita in quanto a infrastrutture turistiche è Luoshui, ma suggeriamo invece di pernottare nel piccolo villaggio di Lige, più appartato e con vista sul lago. Fra le poche ma variegate soluzioni, il Padma Hotel, con ampie vetrate e design all’ultimo grido, sembra quasi galleggi sulla piccola penisola (doppie a 250 euro!). Al Dong Li Hostel un letto nel dormitorio costa 20 yuan (2.50 euro), 150 yuan (18.50 euro) per una doppia con bagno e acqua calda. Lige offre diversi ristorantini a gestione familiare (il menu in inglese è una rarità). Il barbecue è una specialità imperdibile (circa 3.50 auro per carne e verdure), così come il pesce di lago (circa 5 euro per un pesce al vapore).

Arrivare. Non è semplice raggiungere il Lugu Hu: le strade di montagna sono in condizioni pessime ed è vivamente sconsigliato affrontare il viaggio durante la stagione delle piogge, quella estiva, per via delle frequenti frane (la sottoscritta è rimasta bloccata da ben tre frane nella sola tratta Lijiang-Lugu Hu). L’aeroporto più vicino è quello di Lijiang, raggiungibile da Roma e Milano con China Eastern (circa 1200 euro). Per risparmiare sul viaggio si può prendere un volo più economico per Shanghai e poi attraversare in treno il sud della Cina fino alla regione dello Yunnan (36 ore, circa 25 euro). Il Lugu Hu è collegato con bus e minibus alla località turistica di Lijiang (230 km, circa 8 ore, 7-10 euro). Prima di lasciare la pianura vi verrà chiesto di scendere dal bus e acquistare il biglietto per accedere alla località protetta del Lugu Hu (100 Yuan – circa 12 euro – a persona, 50% in meno per gli studenti).

Per informazioni: Mosuo Project

[Scritto per Oggiviaggi.it]