Un museo per Bruce Lee. A Seattle.

In by Simone

Seattle e non Hong Kong. La città statunitense, culla della musica grunge, potrebbe presto diventare la meta di milioni di fan di Bruce Lee, attratti dall’ipotesi dell’apertura di un museo dedicato alla star delle arti marziali e di decine di pellicole wuxia, ossia di cappa e spada. Il protagonista dell’Urlo di Chen terrorizza l’occidente e Dalla Cina con furore ha vissuto a Seattle tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso e lì è seppellito, nel cimitero di Lakeview, accanto al figlio Brandon, morto nel 1993 sul set del film Il Corvo. La sede individuata dalla fondazione a lui dedicata, presieduta dalla figlia Shannon, è la locale Chinatown. Tuttavia prima che le attenzioni cadessero su Seattle, il luogo prescelto per accogliere i cimeli del “piccolo drago” è stato, almeno fino a luglio scorso, la casa dove l’attore crebbe ad Hong Kong.

“C’è sempre stato un progetto a Seattle, se anche l’ipotesi di un museo nell’ex colonia britannica fosse andata in porto, le due sarebbero state complementari”, ha detto Shannon Lee al Wall Street Journal. Le trattative tra la famiglia Lee e la dirigenza di Hong Kong si sono arenate per divergenze con il proprietario dell’edificio sull’ampiezza dei lavori e sull’organizzazione da dare al progetto. L’ex colonia tornata nel 1997 alla Cina ha comunque deciso di rendere omaggio al suo cittadino più famoso. Lo scorso ottobre il capo dell’esecutivo locale, Donald Tsang, ha annunciato una galleria dedicata all’attore nell’Hong Kong Heritage Museum, che sarà aperta nel 2012.. Al momento i fan possono ammirare soltanto una stella con inciso il nome dell’attore e una statua di bronzo nell’area di Kowloon, costata 100mila dollari, che ritrae Li Xiaolong, questo il suo nome cinese, a petto nudo pronto a sferrare un attacco.

Ma il tributo non è ritenuto sufficiente, considerato il fatto che la città ha fatto da sfondo alla maggior parte dei suoi film. Secondo Wong Yiu-keung, presidente del Bruce Lee Club, le richieste di Yu Pang-lin, proprietario dell’ex casa del re del kung fu, diventata un albergo a ore, erano inammissibili. “Ha fatto un gran gesto proponendosi di donare l’edificio. Ma non abbiamo capito le sue intenzioni”, ha detto Wong, “Non abbiamo ancora capito perché si sia tirato indietro”. Il complesso di Seattle, scrive l’Huffington Post, ospiterà cimeli appartenuti alla star, suoi scritti e altri oggi di “rilevanza storica”.

La sua memoria in Cina è invece affidata al parco a tema Bruce Lee Paradise, aperto nel 2002 a Shunde. È qui che lo scorso dicembre è stato reso omaggio all’attore con una statua in bronzo alta 18,8 metri. “Impressionante”, spiegò allora la figlia, “Non si tratta di una sorta di Disneyland, ma di un onore dedicato a mio padre. È un peccato che la Cina non abbia potuto trarre beneficio dalla sua immagine quando era ancora vivo”. Soprattutto è il simbolo della crescente influenza di Lee nella cultura cinese, come dimostra un altro bronzo inaugurato nel 2008 a Xiacun, non lontano da Canton. “È il nostro eroe”, si spinse a dire un burocrate locale. Ma anche un’icona remunerativa: la sua immagine frutta 2,5 milioni di dollari l’anno, utilizzata da marchi globali come Nokia e Nike, che lo ha affiancato al campione di basket Nba, Kobe Bryant.

E dalla televisione di Stato cinese Cctv, che nel 2008 realizzò una serie in 50 puntate La leggenda di Bruce Lee, capace di realizzare il 12 per cento di share e far nascere una nuova generazione di fan.

[Scritto per Sky]